
Già nelle origini del loro nome, le Eolie tradiscono la propria genesi mitica; è l'Odissea di Omero a raccontarci che le isole sono state la dimora del dio dei venti, Eolo.
Secondo la leggenda, Eolo e il gemello Beoto nascono dall'amore segreto di Melanippa per Poseidone (Nettuno); ma il nonno materno, per punire la figlia, consegna Melanippa a un abitante di Metaponto, che adotta i due bambini.
I due gemelli, diventati adulti, prendono il potere e uccidono la moglie del padre adottivo, per vendicarne le angherie che questa infliggeva alla madre naturale.
Costretti a fuggire, Beoto ripara in Tessaglia, mentre Eolo si rifugia nelle isole.
Molti viaggiatori sono stati affascinati dal mito di Eolo, da Ulisse e dall’otre dei venti. Una di questi fu Ulla VonTromba, studiosa tedesca di etnoantropologia ed etnopirologa di fama, che visitò le isole nel 1776; la VonTromba cercò di dare una lettura degli usi e costumi degli abitanti di queste isole, alla luce proprio dei miti.
Riportiamo qui un interessante stralcio tratto dal libro “Il soffio di Eolo” (ed. Laborea), che uscirà a breve nelle librerie, in cui la VonTromba mette in relazione il mito di Eolo con le abitudini e le tradizioni di questa gente agricola e feconda: (…) In queste popolazioni arde da tempo immemorabile il fuoco dell’ospitalità e delle antiche tradizioni: qui sostò Ulisse, l’eroe sempre teso verso l’ignoto, che convinse Eolo ad affidargli l’otre dei venti con la quale pensava di poter penetrare i segreti del mare, dominandone i capricci e amministrandone a piacimento ‘i soffi’ che quell’otre di pelle racchiudeva”(…) “Il Re Eolo, assiso altero sul suo trono incarna la figura del sovrano accogliente, intrigante e generoso soprattutto con i forestieri, disposti a trasgredire, ad andare oltre le apparenze e solo a loro è disposto a mostrare la sua ‘otre’ ed a far provare l’ebbrezza del dominio” (…) “Ancora oggi, nell’immaginario collettivo di queste popolazioni, possedere quest’otre significa essere padroni del ‘soffio’, poterne determinare l’intensità, i capricci, il ritmo, significa essere padroni di quando far increspare il mare e quando godere del suo ‘bianco spumeggiare’ ” (...) “Ancora oggi, nel regno di Eolo, ognuno possiede la sua otre ricolma di tumultuose fantasie e insondabili desideri ed è sempre disponibile sopratutto verso i forestieri ad aprirla per accender il fuoco del desiderio”.
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