giovedì 30 aprile 2009

L’ultima idea sui trasporti: l’idrovolante


La deregulation nei trasporti da e per le Isole Eolie è ormai lanciata. Le proposte si susseguono a ritmo incalzante: dopo gli aliscafi, le navi veloci, i traghetti, gli elicotteri e l’idro-bus, ecco planare sui cieli dell’arcipelago l’idrovolante.
La posta in gioco è già molto alta, come documenta questa volata al fotofinish tra un aliscafo ed un idrovolante nella baia di Lipari. Se ci aggiungiamo anche elicotteri, traghetti e navi veloci, avremo scenari da sbarco in Normandia.
Il progetto è sponsorizzato dalla Provincia di Messina, che nell’iniziativa non metterebbe soldi (questa non è una novità), ma offrirebbe il proprio supporto logistico e promozionale all’iniziativa.
Un impegno, dunque, da far tremare le vene ai polsi.
La "Lineseolie", questo il nome della società, dispone già di un mezzo, ma l'obiettivo è di creare una vera e propria flotta con cinque-sei idrovolanti galleggianti, con incorporato il carrello per il trasporto acqua-terra.
Questi mezzi hanno una capienza da 15 a 19 passeggeri e per l’attracco hanno bisogno di pontili.
I tempi di volo previsti: da Portorosa a Lipari, 10 minuti; da Taormina a Panarea 20 minuti; da Milazzo a Stromboli, 15 minuti; da Messina a Panarea, 15 minuti.
I biglietti costerebbero attorno ai 130-140 euro, cifra che potrebbe essere abbattuta fino ai 30-40 euro qualora l’idrovolante si aggiudicasse una certa percentuale di arrivi in volata con la concorrenza.
I criteri e le regole per quelle che si preannunciano come vere e proprie gare, sono ancora da definire.
Un progetto, come nella tradizione eoliana, sicuramente suggestivo.

martedì 28 aprile 2009

Il Totano, questo sconosciuto

Il richiamo del mare sembra non conoscere confini. Neppure di natura economica. Si sta infatti cercando di quantificare a quante migliaia di euro ammonti il finanziamento per la ricerca sui totani e sul loro rapporto con la specie umana che da millenni popola le Eolie.
Il programma di ricerca, portato avanti tramite l’Università degli Studi di Messina (dipartimento biologia marina), è inserito nel POR Sicilia 2000-2006 ed è stato denominato “Gladius – Molluschi Cefalopodi Teutoidei (Totani): Valutazione dell’attuale risorsa di pesca nell’arcipelago delle Eolie”.
«Ogni centesimo stanziato dagli Amministratori eoliani – ci ha spiegato Ettore Paranza, docente di Ittiologia comparata – costituisce un grande investimento per la ricerca di qualità. Pochi si rendono conto che il valore economico del prodotto e la richiesta di mercato vanno ben oltre le esigenze locali. Come si suol dire: lasciatene un po’ anche agli altri, perché a voi i totani bastano ed avanzano!
«Ci tengo che si sappia: con questi finanziamenti abbiamo fatto tutta una serie di esami istologici sulle ovaie e sui testicoli di alcuni totani presi a campione. I risultati ci daranno indicazioni utili sul periodo riproduttivo e sul raggiungimento della prima maturità sessuale».

Scusi professore, ma questo a cosa servirebbe?
«Presto detto! Mai sentito dire: “Tu sei quel che mangi”? Un detto calzante per la nostra situazione sociale. Gli isolani, che occupano questi luoghi da chissà quanti secoli, si sono nutriti di totani da sempre. A questo punto, non è azzardato pensare ad una simbiosi tra le due specie viventi, che sono andate avanti in un rapporto di amore-odio. Ecco il perché del grande interessamento degli Amministratori, che vogliono appurare quanto ci sia di concreto in certe manifestazioni dei propri concittadini».

Quale sarà, allora, il prossimo passo delle vostre ricerche?
«Vede, certe estrinsecazioni sociali hanno molto allarmato i sociologi. Noi siamo convinti che l’esagerata produzione di testosterone in un certo numero di uomini o l’eccessiva precocità sessuale di alcune donne, siano dei fenomeni direttamente riconducibili all’alterazione dell’habitat dei cefalopodi di cui si nutrono. Per dimostrare questa tesi occorre provare, tramite opportuni esami, che ci siano effettivamente delle connessioni tra la vita sessuale dei totani e quella degli eoliani. Ovviamente, per fare questo, sarà necessario stanziare altri fondi per la ricerca».

lunedì 27 aprile 2009

Politica: giochi, giochetti e giochini

Dopo tutto questo parlare delle sorti del Comune di Leni, si è dimenticato che l’evento coinciderà con le Europee.
Cosa aspettarsi, allora, da queste votazioni ben più importanti?
Il palcoscenico europeo potrebbe essere preso come modello per sfruttare schemi di alta strategia politica.
In luoghi dove sono in ballo grossi interessi, le alleanze si fanno e si disfano nell’arco di una nottata.
Politici che fino ad un giorno prima erano stati pregati in ginocchio di candidarsi e che avevano sempre orgogliosamente rifiutato, potrebbero scendere in campo un attimo prima del “fischio di inizio”. Come capigruppo, ovviamente!
Oppure, sempre in questa danza dei giochi di potere, si può garantire il proprio appoggio ad un candidato europeo ben preciso… per poi darlo improvvisamente a chi dà invece maggiori garanzie.
O ancora, sempre rimanendo nel concetto politico de “il fine giustifica i mezzi”, all’insaputa di tutti si potrebbe creare una lista di candidati in tutto e per tutto irriducibile, dal punto di vista umano e da quello dei voti; poi, una volta saliti al potere, dare sfoggio della suprema arte del “Ribaltone”, facendo saltare così gli equilibri creati e sovvertire il risultato iniziale. Un autentico cavallo di Troia, insomma!
Questo e molto altro potrebbe capitare in Europa…
Peccato che le elezioni di Leni si debbano tenere contemporaneamente. Si sarebbe potuto fare un grande tesoro della nuova scena europea.
Come si suol dire, sarà per un’altra volta!

Comune di Malfa : nessun rischio di contagio da AIDSL

Comunicato stampa:
"Circa le voci diffusesi in questi ultimi giorni, l’Amministrazione vuole rassicurare la cittadinanza che al momento non esiste la possibilità dell’arrivo dell’AIDSL nel territorio comunale.
La situazione dal punto di vista sanitario, tecnico e amministrativo è sotto controllo. L’amministrazione sta mettendo in essere ogni accorgimento per evitare che questo virus possa creare problemi alla popolazione ed in questo senso sono stati allertati tutti gli uffici. Sono stati intensificati controlli con un costante monitoraggio delle zone più a rischio."
La precisazione dell’Amministrazione giunge dopo giorni di angoscia, in quanto si erano sparse voci sulla possibilità che il temibile virus potesse contagiare anche il Comune di Malfa.
Il virus è una mutazione genetica del ceppo base ADSL che ormai, grazie ad una campagna mondiale di vaccinazioni, è stato praticamente reso innocuo.
Questa mutazione ha riacceso le preoccupazioni, in quanto l’AIDSL provoca fastidiosi sintomi di dissociazione ed alienazione nei soggetti colpiti e nuoce al sistema nervoso.
Come si trasmette non è ancora ben chiaro, il virologo Frank Tim sostiene che “al momento non si può escludere la trasmissione per contatto diretto con portatori sani del virus ma anche tramite la saliva e l’acqua”.

Rinviato il convegno dei sindaci delle Isole minori.

Ormai era tutto pronto: dall’aperitivo “stuzzica e sushi” alla frittura mista di pesce. Purtroppo,
improvvisa è giunta la notizia del rinvio dell’incontro dei sindaci previsto per 26 e 27 aprile nella sala consiliare del Comune di S. M. Salina.
La notizia in breve ha fatto il giro del mondo, intasando centralini e siti web.
Ma una volta tanto ha prevalso lo spirito di corpo. Davanti all’impossibilità di uno dei partecipanti ad intervenire, gli altri colleghi, data l’importanza degli argomenti da trattare (e anche del menù), non se la sono sentita di continuare.
La Ditta fornitrice del catering è rimasta delusa, ma ha promesso per l’8 e 9 maggio, data del nuovo appuntamento, la sostituzione delle cibarie preparate.

venerdì 24 aprile 2009

1° maggio a Salina con Pico & Pala

Il 1° di maggio la coppia di polistrumentisti eoliani Pico & Pala si esibirà a Salina nell'ambito delle manifestazioni organizzate per la festa dei lavoratori.
Il repertorio etno/etilico della serata si baserà sulla presentazione in anteprima dell'album “Stati accura”, che i Pico & Pala pubblicheranno a breve.
Non mancheranno, com’è ormai nel loro costume, l’esecuzione di alcune chicche come “O Sole Mio” in chiave caraibica, la cover armena di “Vitti ‘na Crozza” e il cavallo di battaglia delle esibizioni live: “Ciuri Ciuri” in una versione dai forti profumi sahariani.
I ragazzi, che hanno volontariamente sottratto le proprie braccia all’agricoltura e all’edilizia, si esibiranno gratuitamente nell’ambito del progetto europeo per la tutela delle musiche locali.

Diatriba UNESCO: le puntualizzazioni degli amministratori

Dopo le prime reazioni che abbiamo raccolto a caldo, lentamente la polemica lascia il posto alle cose concrete (progetti e idee), che vengono messe a fuoco con maggiore chiarezza.
«La nostra – dicono – non vuole essere una polemica fine a se stessa, in quanto l’elenco dei progetti che in questi anni non si sono concretizzati, a causa di questi assurdi vincoli, si allunga sempre di più.
«A cominciare dalla chiusura delle spiagge “bianche “di Lipari che erano un’attrazione turistica mondiale, immortalata anche dal cinema. Ci sono state tolte perché inquinavanp (?), ma sappiamo tutti che la trasparenza dell’acqua marina (definita da più parti “I Caraibi di Lipari”, per via delle trasparenti tonalità turchine) è la stessa sin dai tempi dell’eroe sempre “teso” al futuro e cioè Ulisse.
«Avevamo proposto, in alternativa, un progetto di riconversione delle cave di pomice di Monte Pelato in comprensorio sciistico. Un’idea che avrebbe sconvolto il modo di fare sci e avrebbe allungato la stagione turistica. Provate ad immaginare di poter e scendere con gli sci dalle piste di pomice e poter poi continuare a sciare in mare senza praticamente soluzione di continuità, ma non se ne è fatto nulla; era già stata creata persino una società a capitale misto, la POMISCIARE s.n.r..
«Anche il progetto di terrazzare a gradoni la costa di Pollara, nell’Isola di Salina, per rendere fruibile l’incantevole baia e sottrarla definitivamente all’erosione marina è stato affossato. E anche qui la realizzazione era a portata di mano con costi accettabili, in quanto il lavoro di sbancamento poteva essere affidato alle ruspe di Ditte locali..
«Nel laghetto di Lingua si era pensato di fare svolgere delle regate per barche a vela (categoria laser) ed inserire queste manifestazioni nel calendario delle regate internazionali. I costi erano molto contenuti, bastava solo dragare il basso fondale, ma anche qui gli scavi romani e le saline hanno affossato tutto, per non parlare poi di una funivia che da Valdichiesa avrebbe portato i turisti fino al rifugio di Monte Rivi … e l’elenco potrebbe continuare.
«Poi, però, tutti si lamentano che non c’è lavoro, non c’è sviluppo e che le Amministrazioni non pensano a tutte queste cose… Ma se abbiamo le mani legate!.
«Ma questi signori sappiano che nel corso dei secoli non ci siamo mai piegati a nessuno dei popoli che sono passati da queste terre: dai Siculi agli Ausoni, dagli Eoli ai Cnidii, dai Romani ai Normanni e agli Aragonesi, perché il futuro nostro e dei nostri figli deve rimanere nelle nostre mani».

giovedì 23 aprile 2009

Convegno sindaci isole minori: ecco il programma in esclusiva

Il 26 e 27 aprile, come già annunciato, si riuniranno a Salina gli otto sindaci delle isole minori siciliane per discutere e approntare soluzioni comuni per attività non più prorogabili, necessarie al di rilancio del “Sistema Isole Minori” .
I lavori si svolgeranno nella sala consiliare del comune di Santa Marina Salina tra il pomeriggio di domenica e la mattina di lunedì.
Vi proponiamo in anteprima il programma dei lavori:

16.00 Saluto dei tre sindaci che in coro eseguiranno la celebre romanza “Nessun dorma” di Puccini.
16.15 Apertura dei lavori – introduce il Sindaco.
16.30 Trasporti marittimi.

18.00 - 18.30 Pausa aperitivo stuzzica & sushi.

18.35 Fondi DUPIM con sconti fino al 20%.
20.30 Piani mobilità sostenibile.

22.00 Fine prima parte – break con frittura mista di pesce in padella e vino bianco del Capo.

23.00 Ripresa lavori – seconda parte.
23.05 Gestione dei BB.CC. realizzati con il PIT e l’APQ. (optional)

00.25 - 00.40 Break di mezzanotte con prosecco del Fanale e sesamini (pausa bagno).

00.45
Gestione dei BB.CC. realizzati con Il Leader e il PIST (nella versione base)

02.05 - 02.25 Coffee break con caffè nero bollente in tazza grande.

02.30 ATO rifiuti.
04.00 Le programmazioni e azioni di sviluppo comuni 2007-2013

06.00 - 06.30 Colazione con cappuccino, cornetto e mezza con panna.

06.35 Il potenziamento dell’Ufficio Isole Minori
08.35 Legge Speciale per le Isole Minori.
10.15 Conclusione dei lavori.
10.40 Imbarco con saluto dei sindaci che eseguiranno, accompagnati dalla banda musicale, “Con te partirò” di Bocelli.

mercoledì 22 aprile 2009

Eolie patrimonio dell’Umanità: riesplode lo scontro

“Se vogliamo veramente preservare le Isole Eolie come patrimonio dell’Umanità, occorre estendere agli Amministratori la certificazione DOCG (Denominazione origine controllata garantita)”. La frase, pronunciata nel corso di un convegno sul turismo sostenibile, ha fatto riesplodere la polemica con gli Amministratori dell’arcipelago eoliano.
La replica non si è fatta attendere: “Non siamo dei vini e non vogliamo etichette! Queste terre sono nostre e quello che si può fare lo dobbiamo decidere solo noi.”
La diatriba tra UNESCO e Amministrazioni è di lunga data, sin da quando nell’anno 2000 l’arcipelago venne inserito nei 691 siti protetti al mondo per le sue peculiarità ambientali, relative ai fenomeni vulcanici. Questa la motivazione.
In realtà, nella prima stesura del protocollo c’era un’altra motivazione, che riguardava “ le particolarità antropomorfiche specifiche delle popolazioni locali ”. Ma questa frase, dal sapore ambiguo, dopo molte proteste fu cassata. Si accolse pertanto solo la motivazione ambientale.
La dichiarazione di questi giorni riapre, dunque, una ferita mai chiusa e cioè considerare queste popolazioni come una “specie” da proteggere.
L’esasperazione c’è e si sente, come dimostra questa protesta a più voci: «Siamo terre che vivono di turismo, non vogliamo essere imbalsamati.
«La certificazione DOCG è una discriminazione inaccettabile, in quanto, secondo questi “Soloni”, si dovrebbero superare specifici e dettagliati test fisico-attitudinali finalizzati a dimostrare la conformità organolettica di ogni candidato alle norme previste dallo Statuto dell’Organizzazione. Una cosa assurda!

martedì 21 aprile 2009

S. Marina Salina - lifting & restyling

È iniziata l’operazione di lifting & restyling delle nostre incantevoli Isole in vista della prossima stagione turistica.
Mentre nell’Isola di Lipari l'amministrazione comunale ha scelto di rifare il look ad alcune delle zone più “In” del capoluogo eoliano con il posizionamento di vasi di notevole grandezza, piante esotiche e fiori, nelle restanti perle del Tirreno al decoro dell’arredo urbano ci ha pensato la natura, con piante di margherite gialle (pani cuorvu) e cardo selvatico (carduni).
Di tutt’altro tenore gli interventi nel comune di Santa Marina Salina, che ha varato il progetto “Misciacquo”.
L’iniziativa prevede l’acquisto di un distributore temporizzato di acqua e sostanze aromatico-balsamiche per le docce da installare sul lungomare, fino alla zona di Punta Barone.
Il progetto non servirà solo a lenire la calura estiva ma avrà anche virtù terapeutiche, in quanto l’uso di essenze particolari potenzierà la capacità di rilassamento e di disintossicazione del sistema neurovegetativo, evitando fenomeni poco gradevoli come le escandescenze estive.
Sul piano estetico, invece, il progetto (attraverso l’eliminazione di acidi e tossine) punta alla diminuzione della cellulite e ad un miglioramento della forma fisica degli utenti che usufruiranno del servizio.
Il tariffario non è stato ancora reso noto, in quanto sarà il Consiglio comunale a doverlo adottare.
Da indiscrezioni sembra che gli introiti derivati dall’iniziativa saranno reinvestiti in attrezzature eco-sostenibili per la raccolta e il riciclo dell’acqua consumata.
Bellezze al mare, è proprio il caso di dirlo. Prepariamoci, dunque.

Banca Nuova di Malfa: i lavori di ristrutturazione alla stretta finale

Proseguono i lavori di ristrutturazione dell’Agenzia della Banca Nuova di Malfa. Un intervento che finalmente metterà la filiale, appartenente al prestigioso Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza, all’avanguardia nei sistemi di sicurezza per impiegati ed utenza.
L’uso dei materiali è quanto di meglio la tecnologia odierna può offrire: dalle pareti repellenti per impedire che ci si appoggi ai dissuasori ambientali elettrici, per finire ai pavimenti ad attivazione vischiosa che in caso di rapina incollano i malviventi al pavimento stesso.
Anche la zona di attesa è stata migliorata con comode poltrone performanti e sgabelli autofilettanti, collocati in ambiente completamente ionizzato.
La concentrazione di ioni positivi nell’ambiente inibisce infatti , nell’organismo umano, la produzione della serotonina, responsabile di patologie come depressione, letargia o ansie che spesso assalgono i clienti che entrano in una banca.
Il completamento dei lavori previsto per l’inizio di maggio verrà sicuramente posticipato
per via dei ritardi nella consegna del “Magic Box”, il “centralone” che vigilerà su tutte le operazioni allo sportello.
D’ora in avanti basterà indossare una cuffia ed automaticamente “Magic Box” leggerà il tipo di operazione che l’utente ha in mente e intende effettuare, senza bisogno di alcuna comunicazione verbale.
Un passo decisivo per il rispetto della privacy: quante volte abbiamo dovuto parlare sottovoce per non farci sentire dall’invadente vicino di fila…
Il sistema tra l’altro è a prova di truffa, in quanto, se l’operazione non viene considerata regolare, la penna immobilizzante che l’utente ha in mano (fornita dalla Banca) si attiverà ed emetterà delle scariche elettriche che impediranno la prosecuzione dell’operazione.Insomma, terminati i lavori l’Agenzia della “Banca Nuova “di Malfa sembrerà veramente costruita intorno a noi, in modo da non poterne più uscire.

lunedì 20 aprile 2009

Disservizi postali a Salina: esposto del Sindaco di Santa Marina Salina e replica del sindacato SAUTA-FOS.

I fatti sono ormai noti: il Sindaco di Santa Marina Salina, ha presentato un esposto in cui si denunciano “le numerosissime proteste degli abitanti per il disservizio relativo alla mancata e regolare distribuzione della Posta” e ad una presunta “montagna di posta” inevasa, che giacerebbe nell’Ufficio postale di smistamento di Malfa.
Com’è ormai nel suo costume, il Cantaro dà voce a tutte le opinioni, pubblicando volentieri la replica del sindacato autonomo del SAUTA-FOS alle accuse del Sindaco di S.Marina Salina.

«La prima osservazione che ci viene in mente rispetto a queste accuse, è il fatto che nessuno parla mai dei progressi compiuti dal servizio di recapito della posta in questi anni o ricorda qual era il lavoro dei postini al tempo in cui si trasportava la posta su un bastone in spalla oppure a dorso di mulo.
«Oggi sembra essere passati all’esagerazione opposta: dove sta scritto che dobbiamo ricevere la posta ogni giorno? Se arriva una volta a settimana non va bene?
«Perché, se si aspetta un pacco o una raccomandata, tutto deve essere recapitato a domicilio invece di essere ritirato all’ufficio postale?
«E ancora, perché se staccano il telefono, la luce o il gas, invece di dire che la bolletta non si è pagata per mancanza di soldi si dice, al contrario, che non è stata mai ricevuta?
«Tutti sappiamo che il postino bussa sempre due volte prima di riportare la posta in ufficio. Non tutti sanno, però, che la macchina per pagare i bollettini s’inceppa e che la banda è troppo stretta.
«Anche sui disservizi c’è molta disinformazione; la posta è regolarmente raccolta in una stanza e non c’è alcuna “montagna”, perché per fortuna l’ufficio è grande e la si può “spalmare” per tutta la stanza.
«È l’Azienda, invece, che alimenta la pratica dell’accumulo di queste “ montagne di carta”, perché il sistema di produttività introdotto prevede incentivi per i postini che caricano i motorini oltre i trenta chili di ordinanza previsti.
«E così è più conveniente uscire una volta alla settimana con 40 chili di posta, piuttosto che ogni giorno con poche lettere e dunque poco guadagno.«Questi sono i fatti che nessuno dice. Per questo diciamo BASTA: siamo esasperati!»

domenica 19 aprile 2009

I Sindaci in ritiro: parla il tecnico

Ormai la notizia è trapelata: i Sindaci delle isole minori siciliane terranno un prestigioso convegno a Salina.
Il luogo in cui si sarebbero dovuti preparare durante la settimana, tatticamente e spiritualmente, doveva rimanere top-secret. Ma al Cantaro non la si fa! Dopo aver indagato a fondo, abbiamo dato tempestivamente notizia che i primi cittadini si sarebbero recati in gran silenzio a Valdichiesa, luogo di culto eoliano plurisecolare.
Abbiamo voluto contattare un tecnico che in quest’ultimo periodo si è dimostrato una specie di “tuttologo”, distinguendosi ovviamente per le sue magistrali lezioni tattiche. La scelta di questo personaggio non è stata causale: profondamente religioso (ecco l’accostamento col Santuario), proviene da un paese straniero e perciò guarda ai nostri avvenimenti con relativo disinteresse.
Una figura obiettiva quindi, che nella sua carriera ha fatto della motivazione mentale il proprio cavallo di battaglia.
Vista la grande popolarità ed il momento estremamente delicato della sua carriera, ha chiesto il più totale anonimato. Per una volta, facciamo uno strappo alle regole.

Mister, le sembra che questa “squadra” sia completa… oppure Lei avrebbe aggiunto qualche uomo maggiormente fidato?
«Perché mi fai questa domanda – attacca lo stratega sornione, puntando beffardo l’indice –, forse che tu pensi che io do risposta di circostanza? No, assolutamente! Io dico quella che io penso! E dico che in questi giorni i primeri cittadini delle isole hanno parlato tanto di orgoglio, di partita della vita e di occasione che non può essere persa sennò si perde tutto a mare. Perché loro dicono questo? Dice queste parole solo chi sa di non aver dato il massimo durante i propri impegni. E a me pare che loro hanno fatto tutto il possibile era nelle loro possibilità. O forse no?».

Lei è abituato a vincere grandi sfide, soprattutto quando si trova sottopressione. Che consigli può dare, per questo ritiro?
«Io dico sempre che prima di tutto bisogna essere “uomini”. Tu pensi che esiste al mondo giornalista più bravo di te? Allora non lavoreresti nel mio staff! Io non penso di essere il migliore al mondo, ma penso che nessuno al mondo sia migliore di me! Vengo pagato per questo, ma lo devo dimostrare giorno per giorno. Ora ci sono alcuni primeri cittadini che pensano di essere i più bravi e i più belli… ma non hanno ancor dimostrato niente! Dove sono i risultati per i trasporti, le conseguenze delle belle parole? Non mi basta che loro siano così come sono. Hanno un grande potenziale, io dico. Se tra due anni le isole rimarranno degradate ed isolate come ora, loro saranno solo normali sindaci, come ce ne sono tanti. Sarà una grande sconfitta».

Ma in definitiva, giorno 26 lei cosa farebbe se fosse al posto loro?
“Non puoi chiedere questo a me! Se volevo fare sindaco non facevo allenatore, claro! Io dico solo che anche in mio paese c’è una Fede molto forte per la Madonna e secondo me questo ritiro è stato scelto nel posto giusto al momento giusto. Ora loro devono dimostrare di essere gli uomini giusti per la situazione giusta. Devono essere “speciali”, perché la gente li ha voluti per essere rappresentati con dignità! Non sentire nessuno amico che potrebbe essere falso, ma solo loro coscienza di onesti Amministratori e quindi dormire in pace con sé stessi. Io farei esattamente così… Mica sono un pirla!”.

sabato 18 aprile 2009

Trasporti: i Sindaci a conclave



I Sindaci delle Isole Minori Siciliane si incontreranno domenica 26 aprile 2009 a Salina, per discutere sulla vertenza SIREMAR e preparare opportune iniziative affinché si possa arrivare allo scorporo delle linee meramente commerciali da quelle di continuità territoriale dello Stato e quindi dare copertura economica per la gestione 2008/09.
Questa l’ipotesi di studio, alla luce delle ultime notizie giunte da Roma. Ma occorre fare presto.
Dopo i ripetuti fallimenti degli ultimi mesi (puntualmente riportati dal Cantaro) che hanno fortemente incrinato la credibilità della classe politica, questa riunione rischia di diventare “La Partita della Vita”, per dirla in gergo calcistico.
Anche il breve comunicato stampa diramato tradisce l’importanza del momento: «Non è una riunione come le altre, avvertiamo tutti questa atmosfera particolare e siamo consapevoli che non possiamo permetterci di perdere oltre alla faccia anche i trasporti. Pertanto, abbiamo deciso di andare in ritiro a Valdichiesa fin da subito per preparare al meglio questo appuntamento».
Una decisione senza precedenti, ove si consideri che la prassi ormai consolidata prevedeva un approccio molto più “allegro” e conviviale a questi incontri, prova ne sia l’ultimo convegno organizzato a Lipari.
A Valdichiesa, luogo di grande pace, ideale per la meditazione, sono stati allestiti in tempo record i locali per ospitare la delegazione.
Il programma è stato definito nei minimi dettagli e prevede, per la parte fisica, una doppia seduta mattutina a base di passeggiate in montagna e giri di campo.
I pasti, che si consumeranno nel refettorio comune, saranno frugali e poi la sera tutti a letto presto.
Ma è nel pomeriggio che si concentra la parte più impegnativa del programma, con sedute di tattica e tecnica oratoria, analisi nel dettaglio dei punti forti e quelli deboli dei discorsi, studio di eventuali contromosse. Si cercherà anche di sferrare un “colpo a sorpresa”, capace di mettere in difficoltà l’avversario.
Una cosa è certa: questa volta i Sindaci non possono proprio sbagliare partita.

venerdì 17 aprile 2009

Malfa – l’ADSL nel contesto evolutivo della specie umana


Il primo appartenente al genere Homo è l'Homo habilis, che si caratterizza per l’assenza totale di forme tecnologiche.
L' evoluzione è l'Homo erectus, che presenta una postura completamente eretta, un notevole sviluppo cranico e soprattutto lo sviluppo di una primordiale tecnologia.
Ulteriore stadio evolutivo dell'Homo erectus è l’Homo sapiens, che abbandona la pietra e accenna alle prime pratiche di tecnologia evoluta.
Con l’Homo Sapiens-sapiens, ancora dall'aspetto arcaico, inizia la grande avventura della nostra specie. Ormai è solo l'intelligenza a fare la differenza … e qui purtroppo cominciano i nostri problemi!

Opere pubbliche – una nuova prospettiva: intervista all’arch. Pedro Uccello.

Il Cantaro ha incontrato per voi il famoso Architetto catalano (Barcellona) Pedro Uccello, progettista artigiano e libero professionista di opere pubbliche, più volte ospite delle nostre bellissime isole e da sempre innamorato dello stile eoliano.

Architetto, come definisce la sua arte della prospettiva delle opere pubbliche?
“Ah, la prospettiva… Vedi caro, sembra una banalità, ma la prospettiva è tutto. Si può definire come la relazione tra luce e colore, ma anche come una linea di contorno su uno sfondo bianco. In effetti l’opera – oggetto materiale creato dall’uomo – non è altro che un corpo inanimato, che solo l’occhio di chi guarda proietta nello spazio come una visione prospettica che da senso e gioia di vita. Ecco: la prospettiva è gioia di vita!

Capisco. Architetto Uccello, ma come nascono i suoi progetti?
“Ma come, non sa come nasce un progetto! Ma è semplicissimo: da un incarico”.

E come si ottiene un incarico?
“Premesse le capacità intrinseche ed estrinseche indiscusse del professionista (come me medesimo), tenuto conto dei rapporti interpersonali con i capi o dirigenti delle popolazioni indigene committenti delle opere e trattandosi spesso di somme urgenze, il tutto avviene con una telefonata”.

La sua creatività per realizzare l’opera, accontenta i cittadini ?
“Certamente! Tutti i miei progetti sono ideati con prospettive derivate più dagli studi sull'ottica retrostante dell’opera stessa che sulle nuove conquiste moderne, le quali non servono a dare ordine logico alla composizione racchiusa entro uno spazio finito e misurabile, ma servono a creare scenografie fantastiche e antropomorfe in spazi indefiniti, elementi tipici della cultura locale”.

Architetto, come la definiscono i suoi colleghi?
“Ma che le posso dire… Ho sentito dire in giro che non ho nient’altro da fare che dilettarmi nel cercare alcune cose di prospettiva difficile ed impossibile (vedi foto); ma in verità sono tutti un po’ invidiosi, perché tutti gli incarichi li danno a me”.

Chiudiamo chiedendole a quando il prossimo incarico.
“L’ultimo mi è stato affidato ieri. Per il prossimo, vista la crisi economica, penso che passerà almeno una settimana”.

Grazie Architetto. Le auguriamo buon lavoro.
“Grazie a voi del Cantaro. Come vi invidio il fatto di non avere niente da fare tutto il giorno!”.

mercoledì 15 aprile 2009

Tornano i parcheggi: fervono i preparativi per l'annuale dibattito-gara

Manca ormai poco (si spera) all’inizio della stagione turistica vera e propria. Inizio che segna anche l’avvio del tradizionale dibattito-gara sui parcheggi.
La discussione dovrebbe cominciare ai primi di giugno, per fare un bilancio su quello che si è fatto dall’ultimo incontro (l’anno passato) ad oggi: NULLA.
È questa l’ambita certificazione che ogni anno bisogna conseguire per vincere la sfida. La prestigiosa onorificenza è assegnata da una giuria composta equamente da residenti e turisti, previo rigoroso accertamento dell’effettiva inefficienza dei partecipanti.
I protagonisti di questa curiosa gara preparano ogni anno nuove proposte, nuovi progetti e idee relative ai parcheggi e poi (cosa più difficile) dovranno riuscire a non realizzarli nel corso del successivo anno. Cioè fino all’avvio della nuova discussione, programmata nella primavera del 2010.
Vi assicuriamo che non è impresa semplice, anche perché il problema è molto sentito e per citare un famoso film “una delle piaghe di questo paese è il traffico”, che nel periodo estivo trasforma questo incantevole paesino in un inferno.
Questo, che ormai è un vero e proprio tormentone estivo, va avanti praticamente da sempre ed è strettamente collegato all’altro classico estivo del periodo: quello dell’isola pedonale.
Qui lo scontro tra “parcheggisti” e “pedonalisti” è durissimo e può essere così riassunto: niente parcheggi, niente isola pedonale.
Quello che si può dire fin da ora è che i protagonisti, anche quest’anno, si daranno battaglia come al solito; ma siamo certi che alla fine prevarrà il buon senso e tutto verrà rinviato al prossimo anno: in fondo, se tutti usano le macchine… mica è colpa loro!

martedì 14 aprile 2009

Poseidonia: gli ambientalisti insorgono

Scoppiano le polemiche per il previsto trapianto nella baia di Pollara della prateria di Poseidonia, sita davanti allo Scalo Galera di Malfa.
La bocciatura delle organizzazioni ambientaliste è arrivata netta e inattesa.
A dare più forza alla protesta, un’attivista si è immersa sul fondale (come documenta la foto) esponendo un cartello contro l’effettuazione dell’operazione.
“La distruzione delle praterie di Poseidonia – ci dice l’attivista – crea grossi e irreversibili danni alle coste, in quanto favorisce l'erosione dei litorali sabbiosi. Cosa che per altro sta avvenendo in molti tratti del litorale costiero ad altissimo valore turistico-balneare ed ambientale.
“Non escludiamo azioni clamorose in vista dell’inizio dei lavori di costruzione del porto rifugio di Scalo Galera”
Il Cantaro seguirà l’evolversi della situazione riportando, come sempre, tutte le opinioni al riguardo senza faziosità, cercando nel suo piccolo di contribuire ad aumentare la confusione nella già confusa testa di chi legge.
Certo che se il buongiorno si vede dal mattino…..ne vedremo delle belle.

lunedì 13 aprile 2009

Eh, ma...


"Meno male che c'ero io..."

La riserva naturale orientata di Monte Fossa e Porri compie 25 anni: bilancio disastroso

La Riserva Naturale Orientata “Le Montagne delle Felci e dei Porri”, è stata istituita con Decreto Regionale del 14/03/1984 con lo scopo di conservare la vegetazione spontanea e difendere la fauna.
Si estende su una superficie di 1521 ettari, ricadenti nei comuni di Leni, Malfa e S. Marina Salina.
Salina è la più verde delle Eolie, la più alta, la più ricca di uccelli nidificanti e di piante: ed è stata la prima isola dell'arcipelago ad essere tutelata con l'istituzione della Riserva.
Purtroppo il disinteresse delle tre Amministrazioni, i conflitti continui tra l’Ente gestore ed il Corpo Forestale, oltre alla scarsità di fondi, hanno fatto sì che a 25 anni dalla sua istituzione il bilancio in termini di fruibilità e di opportunità di lavoro sia completamente negativo.
A peggiorare ulteriormente le cose è sopravvenuta la scadenza dei contratti di affidamento dei terreni comunali al demanio forestale.
La restituzione ai Comuni di questi terreni ha avuto come conseguenza l’abbandono di ogni manutenzione, in quanto i Comuni stessi non hanno soldi sufficienti allo scopo, e la sensibile diminuzione di manodopera degli operai forestali, poiché il bacino di intervento si è notevolmente ridotto.
I Comuni potrebbero riaffidare i terreni alla gestione della Forestale, ma nessuno se ne occupa.
E così questo patrimonio naturale lentamente decade, i sentieri sono sempre più abbandonati, i rifugi chiusi o ridotti in condizioni di degrado e la pulitura dei viali parafuoco è sempre più rara.
Eppure questa è l’isola verde, il fiore all’occhiello che ad ogni occasione i nostri amministratori e tutti noi vantiamo orgogliosi.
Ma negli anni le inadempienze e l’evidente ostracismo delle amministrazioni (a turno) hanno costretto la Regione ad affidare la sua gestione, per farla sopravvivere, alla Provincia Regionale di Messina. Con la conseguente estromissione dei Comuni dell’isola.
La loro miopia però è anche un atto di accusa per tutti noi, che dovremmo porre con forza il problema e non limitarci a qualche discussione sporadica o peggio ancora abbandonarci ai soliti lamenti.

Gli umani e le macchine



Gli umani (quando va bene) finiscono la loro vita in casa, accuditi fino alla fine,
oppure in una case di riposo o affidati alle amorevoli cure delle suore dell’Ospizio.
Ma per queste macchine, figlie ambite della nostra civiltà, non c’è scampo: finiscono abbandonate, buttate via dove capita, magari sotto un ponte.
Non bisogna andare lontano per scovarle basta, se vi capita, fare una passeggiata un po’ ovunque sull’isola, magari verso Pollara o Valdichiesa, e ogni tanto sporgersi dalla strada.
Le vedrete sventrate, arrugginite e quasi irriconoscibili. Non hanno più posate da pulire, cibo da raffreddare, indumenti da lavare o pranzi da cucinare. Una vita di lavoro buttata giù da un ponte senza un grazie, senza riconoscenza.
Quante volte ci siamo innamorati di loro nei negozi, le abbiamo mostrate orgogliose ai nostri ospiti o le abbiamo apprezzate per il loro funzionamento… Ma tutto passa, tutto si dimentica.
Già siamo pronti ad accoglierne in casa di nuove, di più belle e più sofisticate, ma sempre con la stessa destinazione finale.
Eppure anche loro potrebbero essere affidate ai servizi e finire onorevolmente la loro vita.
Basterebbe un po’ di pazienza, di educazione e di rispetto da parte di tutti. Il tempo, magari, di metterle in un cantuccio e aspettare qualche giorno, il tempo necessario che qualcuno passi e le raccolga.
Pensiamoci: sono macchine, non possono dire nulla, non hanno sensibilità, sono state concepite solo per servirci e renderci la vita migliore.
Ma noi umani no! Noi siamo dotati di intelligenza, di sensibilità e, soprattutto, siamo responsabili della sopravvivenza di questo piccolo paradiso che ci è stato donato.

sabato 11 aprile 2009


Il “puliere”: come e perché

Lo stile architettonico eoliano, grazie anche ad architetti e geometri rampanti di qualità, ha fatto il giro del mondo ormai da tempo.
Ovunque sono infatti note le caratteristiche case a forma di cubo. Tutti, oggi come oggi, concordano nel ricondurre questo stile a quello presente nelle isole greche, nell’Egeo.
Ma c’è di più. Elemento tipico di queste costruzioni sono le colonne che contornano “ ‘u bagghiu”, cioè il patio che si trova di fronte l’abitazione. Queste colonne, chiamate in dialetto locale “pulieri” (ma in alcune isole poco evolute sotto il profilo del linguagguio anche “pulera”), costituiscono la base della “loggia” fatta di freschi pampini di vite vergine.
Il “puliere”, chiaro sviluppo in chiave locale delle colonne di tipo Dorico, nella sua forma originale presenta un’ “enfasi”, cioè un leggero rigonfiamento che dona ritmo all’intero manufatto. Praticamente lo stesso principio dei templi greci.
Ma noti antropologi, come il tedesco Karl-Heinz Strünz o la francese Angeline Baismoi, alla fine del XIX° sec. capirono che il “puliere” presenta in realtà una fortissima connotazione fallica. Una conformazione che si è organicamente adattata al modello originale. Tra le altre cose, la Baismoi individuava in questa colonna un catalizzatore che nottetempo facesse sfogare tutte le tensioni accumulatisi nel “cubo” durante la giornata, soprattutto quelle di origine femminile.
Facile a questo punto capire perché ci fossero degli autentici “mastri” del settore e che i segreti venissero trasmessi da padre in figlio. Segreti che evidentemente, ad un certo punto della catena, si devono essere interrotti.
Non si spiegano altrimenti certe brutture, progettate addirittura dai medesimi ingegneri e geometri che giurano di avvalersi degli studi più all’avanguardia nel settore edile.
E così vediamo “pulieri” troppo larghi, altri senza nessuna forma e che appesantiscono le case, altri ancora talmente filiformi da far dubitare della reale natura di chi abita in quel luogo…
“Insomma – ha concluso Tommaso Santona, luminare dell’edilizia intelligente –, facendo tesoro di questi studi antropologici, capiamo perfettamente che, nonostante tutte le attenuanti del caso, queste persone presentano delle forti problematiche emotivo-sessuali. Prima di costruire, dovrebbero risolvere i propri problemi personali”.
Problemi che, ahinoi, perseguitano un numero di persone sempre maggiore in questa società moderna.

venerdì 10 aprile 2009

Risolto il mistero di S. Onofrio: era un eremita calabrese

Il piccolo centro di Pollara, meravigliosamente adagiato in una conca di origine vulcanica, si raccoglie intorno alla chiesa intitolata a S.Onofrio.
L’origine del culto di questo santo ha nel corso dei secoli alimentato tante leggende, anche per via del ritrovamento della grotta (di cui ancora sono visibili i resti) dove vuole la tradizione avrebbe vissuto l’eremita.
Ma chi era questo eremita? Quali erano le sue origini? Il mistero nascosto per più di mille anni è stato finalmente svelato.
La storia ci racconta che nell’alto medioevo molti monaci bizantini, per l’esigenza di diffondere nel mediterraneo i riti greco-ortodossi, e anche per sfuggire alle persecuzioni, si insediarono in molte zone dell’occidente. E quindi, anche in Sicilia.
Alcuni arrivarono alle isole Eolie, come S. Calogero a Lipari o Sant’Onofrio che si insediò nella piccola borgata di Pollara, probabilmente prima che la stessa venisse abitata, vivendo in una grotta e meritandosi la santità con la severità dei digiuni e la rettitudine della propria vita.
Pollara, infatti, secondo la tradizione risulta fondata intorno al XII° secolo, quando un gruppo di agricoltori calabresi colonizzo questa porzione dell’isola esposta ad ovest, portandosi dietro il culto di S. Onofrio.
Se questa ricostruzione fosse esatta, il santo patrono della piccola comunità eoliana non sarebbe, come si è sempre pensato, un monaco orientale ma un eremita calabrese della zona del vibonese, poichè il S. Onofrio venerato in Calabria è un monaco di quella regione.
Tutto ciò fa supporre che il ricordo del monaco orientale e il culto per il santo calabrese si siano sovrapposti dando origine all’attuale leggenda di S. Onofrio.
La confusione sarebbe dunque nata da un errore degli agiografi che avrebbero sovrapposto le due figure.
Il S. Onofrio raffigurato su statue e dipinti votivi è quasi sempre rappresentato nudo, coperto da un perizoma di foglie e dai suoi stessi peli o in qualche caso da pelli di animali .
Questa raffigurazione (nella foto) è rappresentata nella tela dipinta dal pittore seicentesco Giuseppe Salerno detto “lo zoppo di Gangi” ed è anche questa l’immagine simbolo del santo a cui è stato dato l’affettuoso nomignolo di “u pilusu”.

giovedì 9 aprile 2009

È tutto un movimento… di liquidi!

Ahhh, le isole… Un paradiso in terra. Un’oasi di pace, in questo mondo segnato sempre più da delle piaghe che sfuggono ad ogni controllo.
Luogo talmente paradisiaco che tanti poveri imprenditori, i quali piangono sempre la propria miseria e paventano un’immediata iscrizione al Registro dei Poveri, riescono ad andare avanti grazie a quelle piccole cose che ormai, nel resto del globo terracqueo, risultano dimenticate per sempre. Grazie a settori come l’artigianato e l’agricoltura, infatti, questi poveri ricchi del nuovo millennio riescono ad sopravvivere.
“Se non fosse per quei quattro capperi raccolti dai miei familiari…” dice ogni tanto qualcuno di loro, trattenendo a stento le lacrime.
C’è invece chi, essendo maggiormente sensibile per natura, si lascia andare a pubblici piagnistei che sfociano nel dramma greco, con tanto di capelli strappati, soprattutto quando le municipalità si ricordano di chieder loro un contributo per la comunità. Leggi: pagamenti dovuti!
Ma dovuti a chi? A cosa? Se uno sta buttando sangue, come ci si permette di andarlo a martoriare con dei ricatti che potrebbero apparire anche morali?

E così, nonostante il dolore, che affligge come un’eterna spina nel fianco, si cerca di far fruttare quei pochi spiccioli, dandosi alla costruzione edile. Un modo per dar da mangiare anche agli ancor più miseri braccianti. Una manovalanza a cui non basta più lavorare in nero tutto l’anno e percepire una cospicua disoccupazione.
I liquidi, così, vengono immessi nel sistema economico insulare e in un modo o nell’altro torneranno nuovamente nelle tasche dei soliti poveri imprenditori… che sapranno bene come meglio impiegarli, per l’ennesima volta.
Curve sfregiate, montagne sventrate… Ennesima dimostrazione di un dramma, di una sofferenza nemmeno troppo latente.
E poi, durante l’estate, come convogliare gli scarichi di quelle abitazioni che non hanno un pozzo nero? Dove far scaricare queste case, che purtroppo non sono affatto a norma di legge? Ma ovviamente nel mare, dove c’è tanto spazio e non si affligge nessuno con i cattivi odori!
Le Eolie sono un luogo a vocazione turistica? Scusate, ma chi lo dice che per essere definita “turistica”, in una determinata zona bisogna farci per forza il bagno? Non bastano ristoranti e alberghi per attirare la gente? E poi, in caso, bisogna sguazzare proprio dove scarichiamo noi?
Ma diciamocelo: è comunque roba biologica!
L’acqua è una melma, ci sono insetti enormi mai visti prima che pungono e fanno danni alle persone? Pura fantasia, tipica delle menti complottistiche ed anti-progressiste.
Comunque sia, l’ambiente muta il suo aspetto di volta in volta e bisogna accettarlo, senza allarmismi che farebbero scappare i turisti, cioè quella che si dice sia la nostra unica risorsa (ma non c’era anche l’agricoltura e l’artigianato?? Boh!).
Non c'è niente da fare: è tutto un movimento di liquidi!

Operazione Poseidonia

Si è conclusa con successo l’operazione di recupero di una parte della prateria di Poseidonia, individuata davanti al porticciolo dello Scalo Galera di Malfa.
La piccola task force messa a disposizione dall’Ass.to Regionale, coordinata dal prof. Stefano Portelli-Pucci, operando nella massima discrezione e con tecniche d’avanguardia ha portato a termine la delicata operazione di espianto di parte della prateria (nelle foto alcune fasi del recupero).
«La Poseidonia è l’unica pianta erbacea dotata di radici – ci dice il professore – che si è adattata a vivere sui fondali marini e ha la caratteristica di colonizzare grandi superfici, chiamate appunto “praterie”. Il recupero è molto delicato proprio perché deve essere espiantata e subito dopo messa a dimora in un ambiente adatto alla riproduzione».
La salvaguardia di questa prateria era una delle condizione che la Regione aveva posto come preliminare per l’inizio dei lavori del porticciolo di Malfa.
I campioni prelevati sono stati messi a dimora nei locali dell’Erbario Eoliano di Malfa, che ospita varie altre specie di piante quali l’Ocimum basilicum, il Petroselinum crispum (prezzemolo), il Rosmarinus officinalis, la Parietaria simplex (meglio conosciuta come “erba di vento”), l’Artemisia absinthium (erba bianca), ecc…
La Poseidonia è stata messa a coltura in una vasca in cui è stato ricreato l’ambiente marino originario in attesa del passo successivo, cioè il trasferimento e il trapianto nella baia di Pollara, dove si spera possa ricrescere e dar vita ad una nuova prateria.
«La scelta di questo sito – ci dice sempre il professore – non è casuale, in quanto le praterie sottomarine, attenuando il moto ondoso, proteggono i litorali dall’erosione, contribuendo così a salvaguardare il fragile ecosistema della baia di Pollara».
Il trapianto di una prateria di Poseidonia non era mai stato tentato prima e potrebbe segnare anche l’inizio di una nuova cultura ambientale, quello del trasferimento delle specie a rischio.

martedì 7 aprile 2009

Servizi di collegamento tra Milazzo e le Isole Eolie: la politica delle piccole cose.

Abbiamo letto con molto interesse la lettera appello del Presidente della Federalberghi delle Eolie, con la quale si chiedono una serie di interventi “attivabili nel medio periodo, che consentirebbero il miglioramento della qualità del servizio per visitatori e residenti”.
Certo, fa una certa impressione leggere queste richieste in un paese che per dirla in politichese si autodefinisce “a vocazione turistica”.
Ma d’altra parte noi del Cantaro lo avevamo scritto: “Le isole non sono uno spettacolo per tutti, arrivarci è una missione, una fede, bisogna crederci fino in fondo e anche oltre”.
Grandi convegni, partecipazione alle borse del turismo più importanti d’Europa saranno anche utili, ma è sull’efficienza dei servizi all’utenza che si gioca la partita, sulla scelta di un posto piuttosto che un altro.
Dovremmo arrossire un po’ tutti pensando che l’immaginario di chi legge notizie del genere và più ad un paese del terzo mondo, che sta cercando di organizzarsi, piuttosto che ad uno dei fiori all’occhiello del turismo made in Italy.
Eppure “quaggiù” è ancora necessario chiedere, pensate, che i passeggeri in transito possano essere informati sulla situazione degli aliscafi in arrivo o in partenza, oppure che si diano informazioni nel caso in cui ci sia una sospensione o una riduzione delle corse, possibilmente (udite,udite) con un annuncio anche in inglese.
Oppure chiedere di dotare gli imbarcaderi di un pannello, come avviene in tutti i posti dove interessi il turismo, che indichi gli orari di arrivo e partenza dei mezzi .
Ma chiedere che gli imbarcaderi abbiano delle pensiline in grado di riparare i passeggeri dalla pioggia e dal sole (pensa un po’) o adeguare in maniera più funzionale le passerelle anche per rendere possibile l'accesso ai disabili (perché anche loro vanno in vacanza), vi sembrano cose da fantascienza o da paese civile?
E che ne pensate se il terminal di imbarco (pronto ma ancora chiuso) possa offrire una serie di servizi quali: armadietti-deposito bagagli, servizi igienici, carrelli per bagagli?
Oppure risolvere la dolente nota della non sempre efficace gestione delle relazioni con il pubblico (per dirla con un eufemismo) da parte delle biglietterie, Siremar in testa.
Cercando di far capire agli operatori che non stanno facendo un piacere all’utente nell’emettere un biglietto o che non è colpa sua se non è italiano e dunque meritevole di essere trattato come uno scemo.
Che bisognerebbe smetterla di affiggere cartelli in stile “torno subito” oppure “oggi è in vigore il piano a due, domani quello a tre” ed aprire 15 minuti (quando va bene) prima della partenza dei mezzi.
Ecco, cari politici: questo è il quotidiano, queste sono le “piccole cose” che si potrebbero fare a costo quasi zero, ecco il caso classico in cui un’associazione di categoria si sostituisce alla politica facendosi portavoce di istanze e richieste che dovrebbero essere il pane quotidiano “della politica”, quella vera, quella che per dirla con una definizione classica si occupa dei bisogni della “polis”.
Ma a voi interessa l‘apparire piuttosto che il fare. Giustamente.

Elezioni amministrative di Leni: è giallo!

Diventa ogni giorno più intricata la situazione politica nel piccolo ed operoso comune eoliano in vista delle elezioni amministrative di giugno.
L’annunciato incontro con la cittadinanza promosso dal candidato Santisi ancora non si è concretizzato. E più i giorni passano più la cosa si tinge di giallo, anche perché lo stesso aveva affermato che entro il mese di marzo avrebbe iniziato una serie di riunioni operative per farsi conoscere e proporre il programma. Ma fino ad oggi nessuno lo ha mai visto.
I cittadini (pochi a dir la verità) che da giorni aspettavano questo incontro, previsto per il 22 marzo, sfidando il tempo incerto sono stati invitati a tornare a casa dopo 12 lunghi giorni di paziente quanto inutile attesa.
“Ma chi l’ha visto a quello la”, “Forse non gli hanno consegnato ancora l’ambulanza che ci ha promesso”…queste sono le voci che abbiamo raccolto per strada e dobbiamo dire che gli abitanti di Leni vivono questa situazione con molto disincanto.
Ma l’aria è comunque frizzante. Una fonte solitamente attendibile ci fa capire che la candidatura del gruppo di cittadini di Malfa ha sparigliato le carte in casa Santisi, inducendolo a rivedere la propria strategia. Se non addirittura a predisporre un’accorta ritirata strategica.
Per completezza di informazione, riportiamo che fonti vicine a Santisi parlano invece di una manovra abilmente orchestrato dal candidato Gullo per dissuadere eventuali altri concorrenti alla poltrona di Sindaco.
Lo stesso, secondo queste fonti, sarebbe anche dietro alla fantomatica lista di cittadini di Malfa: un vero rompicapo, insomma.
La situazione come vedete è molto fluida e può accadere di tutto.
Ma se qualcuno ha visto Santisi, lo segnali subito …a chi l’ha visto.

lunedì 6 aprile 2009

Un'esclusiva del Cantaro: varato il primo Idro-Bus

Vi mostriamo in esclusiva le foto che il Prof. Anthony Zampella ci ha concesso in esclusiva relative al varo dell’Idro-Bus.



Il primo viaggio-prova ha raggiunto le isole Eolie e come vedete abbiamo la foto del suo passaggio nella baia di Pollara.


domenica 5 aprile 2009

Progetto “INTERRAMUS”: la casa del futuro

La storia della casa, ebbe inizio con la storia dell'agricoltura, quando gli uomini diventarono sedentari.
Cominciarono infatti a sentire l'esigenza di costruirsi un'abitazione solo nell'epoca in cui impararono a coltivare la terra, poiché quando conducevano una vita nomade si limitavano a cercare rifugio nelle grotte o nei ripari naturali.
Le prime abitazioni furono delle CAPANNE, che sfruttavano un’intelaiatura di legno ricoperta di frasche ed avevano forma ovale o circolare.
Un'altra abitazione antica è la PALAFITTA, che si trovava in terreni soggetti ad allagamenti, paludosi o presso le rive dei laghi.
Quando a partire dal secolo VIII° a.C. nell'Italia meridionale si insediarono delle popolazioni provenienti dalla Grecia, LE CASE GRECHE mantennero la tecnica costruttiva d’origine, di forma quadrata con mattoni crudi.
Le CASE ROMANE erano di due tipi: la DOMUS, che era l'abitazione dei ricchi, e l'INSULA, una casa condominio in cui abitavano i borghesi e i poveri..
Le CASE MEDIEVALI erano completamente diverse: ogni classe sociale viveva in abitazioni di tipo diverso; i ricchi nobili abitavano in palazzi spesso fiancheggiati da una terra, mentre gli appartenenti alla classe sociale più povera non ne possedevano nemmeno una.
Le CASE DELL'OTTOCENTO e quelle dell’ETA MODERNA hanno seguito gli sviluppi del progresso, con modelli urbani sempre più raggruppati sulla scia della rivoluzione industriale.
Caratteristica comune per tutte queste abitazioni è quella di svilupparsi sopra il livello del terreno e dunque in altezza.

Questo breve excursus ci serve ad introdurre meglio l’argomento: LA CASA DEL FUTURO.
Diverse sono le soluzioni allo studio:quella che prendiamo in esame è il progetto “INTERRAMUS”.
Il progetto è in via avanzata di sperimentazione da diversi anni in alcune isole del basso tirreno a basso impatto amministrativo e si sta sviluppando con ottimi risultati.
L'assenza di invasività, anche amministrativa, è la base concettuale su cui a sua volta si basano queste potenziali case del futuro.
L’integrazione all'interno di un paesaggio naturale, i bassissimi consumi energetici, unitamente alla salvaguardia ambientale, sono le caratteristiche che meglio definiscono questo progetto.
Il nome “INTERRAMUS” è significativo, in quanto richiama quel senso di protezione e di nascondimento che nelle epoche antiche era proprio delle zone da proteggere.
La possibilità di far nascere questi edifici a sorpresa su ogni parte di un territorio senza che altri se ne possano accorgere rimane l’intuizione più geniale di questo progetto, la vera carta vincente.
Questo coraggioso progetto si configura come un modello perfetto per la casa di domani, adatto ad essere inserito nelle aree suburbane o di campagna, poiché permette al paesaggio naturale di rimanere in gran misura intatto ed inviolato per tre ordini di motivi:
Innanzi tutto perché a occhio nudo quasi non si vede: la costruzione è infatti quasi completamente interrata e, si accosta agli elementi naturali senza sopraffarli. In secondo luogo perché non ha bisogno di autorizzazioni preventive ma solo a posteriori, quando
terminati i lavori potrebbe essere eventualmente individuato.
In terzo luogo perché ognuno può sfruttare la conformazione naturale del terreno o in caso di una zona completamente piatta può predisporre lo stesso per la costruzione dell’interrato.

… e le altre isole stanno a guardare?

Un paio di giorni fa abbiamo discusso della tremenda crisi economica che fa sentire la propria schiacciante presenza in alcune regioni italiane, come la Puglia e la Sicilia.
Sull’esempio del sindaco delle Tremiti, che ha messo in vendita la piccola isola di Pianosa (base d’asta: 10 milioni di euro), pare che anche l'Amministrazione di Malfa abbia seria intenzione di mettere in vendita il Faraglione che si erge nella baia della frazione di Pollara.

«La scelta non è casuale – ci ha spiegato l’esperto napoletano Peppe Pirozzo, tecnico di turismo rinnovabile – visto che si parla di un luogo turistico salito alla ribalta grazie alle scene del film Il Postino di Troisi e Noiret».

Nonostante la cifra apparentemente assurda per la base d’asta (cioè almeno il doppio di Pianosa), gli amministratori di Salina si dimostrano quindi delle vecchie volpi, capaci di guardare lontano per poter appianare un bilancio deficitario che minaccia di far chiudere la Casa comunale da quasi mezzo secolo.
E subito sono nate voci sulla possibilità di edificare un interrato, per impreziosire ulteriormente questo prodigio della Natura, cavalcando così il trend locale del momento. Addirittura, tra i nostri lettori, c’è chi nei commenti ha scritto che si poteva creare una sorta di “semisommerso”, andando a rivoluzionare il concetto stesso di “seminterrato”.

«A questo punto – ha continuato Pirozzo nella sua fredda disamina –, un posto come Lipari dovrebbe guardare con ancora maggior timore alla crescita esponenziale a cui sta andando incontro Salina. Una cosa simile potrebbe diventare un progetto-pilota da esportare addirittura in un posto come il Giappone, che sicuramente migliorerebbe il modello di base… ma che farebbe vivere di rendita i salinesi per chissà quanto tempo!
«Ecco che allora Lipari potrebbe sfruttare le idee altrui e battere tutti sul tempo, buttando sul piatto della bilancia tutta una serie di bellezze naturali che, come numero, non sono seconde a nessuno.
Prendiamo quel paio di farglioni che si trovano nella sola Lipari, ad esempio: ci sarebbe da rimpolpare le casse comunali per sempre! Il problema sarebbe, casomai, adibirli sul piano edile… Qui bisognerebbe comunque spendere fior di quattrini per mettere all’opera i migliori esperti».

Ancora una volta, quindi, Salina parte nonostante tutto avvantaggiata.
Ma c’è di più. Sempre nelle edizioni precedenti, il prof. Tigna, uno dei massimi esperti nel settore della geopolitica, aveva ben schematizzato i possibili scenari che si svilupperanno in seno alle Eolie. Andando a rileggere il tutto, Salina diverrebbe detentrice dell’intero patrimonio naturale dell’arcipelago e lo farebbe fruttare a suon di milioni di euro!

Signor Pirozzo, Lipari si deve muovere immediatamente, quindi?
«Sì, ma non per quel che riguarda lo sforzo architettonico. Perché se anche operasse in questo senso, comunque il malcontento degli altri isolani porterebbe tutto verso Salina, qualora si verificasse quanto ipotizzato dal prof. Tigna… E a quel punto, oltre al danno la beffa!
«Quindi bisogna placare innanzi tutto gli animi, dare un minimo di autonomia a posti come Stromboli o Filicudi. Sfruttando un po’ il modello delle Repubbliche autonome dell’ex U.R.S.S., tanto per intenderci.
«Ma pensateci un attimo: Stromboli ha Strombolicchio, con le sue scalinate ed il suo faro. Qui i tempi sono stati precorsi e non c’è bisogno di costruire ex novo; Vulcano ha Vulcanello; Panarea, come diceva il professore di geopolitica, veleggerà verso quell’indipendenza abbondantemente foraggiata dalle lobby settentrionali e quindi metterà a frutto isolotti come Lisca Bianca, Dattilo, Panarelli e addirittura Basiluzzo. Quest’ultimo, che un tempo era un’isola, è passato alla storia per essere luogo di segregazione di una nobile Romana, che nell’antichità si distingueva per i suoi costumi di malaffare; i centurioni però sfidavano le acque a nuoto e nel più totale isolamento si lasciavano andare alle orge più sfrenate. Ecco, diventando un luogo di frontiera, e quindi scevro da leggi nazionali, Basiluzzo potrebbe essere adibito ad una sorta di gigantesco baccanale, dove si consumano gli amplessi in caratteristiche ville patrizie. Il ritorno economico, solo in pubblicità, sarebbe spaventoso! Con un certo capitale a disposizione, poi, si potrebbero proiettare ologrammi subacquei di case antiche e campanili medievali.
«Ma tornando al resto dell’arcipelago, il pensiero corre a Filicudi e alla gigantesca Canna. Un immenso patrimonio naturale che si staglia verso l’alto, che potrebbe essere traforato all’interno e quindi creare un’imponente scalinata scolpita nella pietra. Subito dopo si dovrebbero creare delle aperture sulle pareti esterne e poi allestire tutta la parte interna con ambienti la cui grandezza varierebbe a seconda delle esigenze. Insomma, qualcosa che eclisserebbe anche la Galleria di Milano! Con la potenzialità di diventare anche, magari in un prossimo futuro, il faro più grande del Mediterraneo».

Arrivati alla fine di questo itinerario, se davvero si dovessero verificare determinate coincidenze, sembra che davvero l’egemonia di Lipari possa avere i giorni, anzi i soldi, contati.

venerdì 3 aprile 2009

"Ma dove vanno i marinai?"

Il Cantaro sulla scia di Zefiro: anteprima de “Il Soffio di Eolo”, di Ulla VonTromba

Le Isole Eolie sono state meta, a partire dal 1700, di viaggiatori illustri: dal pittore Houel al famoso geologo de Dolomieu, dallo scrittore francese Guy de Maupassant all'Arciduca Luigi Salvatore d’Austria, a cui si deve il trattato più completo sulle Isole Eolie. Tutti eredi di Ulisse, primo grande viaggiatore che visitò le Eolie e che qui ricevette da Eolo l’otre contenente i venti contrari alla navigazione che lo avrebbe riportato in patria.
Già nelle origini del loro nome, le Eolie tradiscono la propria genesi mitica; è l'Odissea di Omero a raccontarci che le isole sono state la dimora del dio dei venti, Eolo.
Secondo la leggenda, Eolo e il gemello Beoto nascono dall'amore segreto di Melanippa per Poseidone (Nettuno); ma il nonno materno, per punire la figlia, consegna Melanippa a un abitante di Metaponto, che adotta i due bambini.
I due gemelli, diventati adulti, prendono il potere e uccidono la moglie del padre adottivo, per vendicarne le angherie che questa infliggeva alla madre naturale.
Costretti a fuggire, Beoto ripara in Tessaglia, mentre Eolo si rifugia nelle isole.
Molti viaggiatori sono stati affascinati dal mito di Eolo, da Ulisse e dall’otre dei venti. Una di questi fu Ulla VonTromba, studiosa tedesca di etnoantropologia ed etnopirologa di fama, che visitò le isole nel 1776; la VonTromba cercò di dare una lettura degli usi e costumi degli abitanti di queste isole, alla luce proprio dei miti.
Riportiamo qui un interessante stralcio tratto dal libro “Il soffio di Eolo” (ed. Laborea), che uscirà a breve nelle librerie, in cui la VonTromba mette in relazione il mito di Eolo con le abitudini e le tradizioni di questa gente agricola e feconda: (…) In queste popolazioni arde da tempo immemorabile il fuoco dell’ospitalità e delle antiche tradizioni: qui sostò Ulisse, l’eroe sempre teso verso l’ignoto, che convinse Eolo ad affidargli l’otre dei venti con la quale pensava di poter penetrare i segreti del mare, dominandone i capricci e amministrandone a piacimento ‘i soffi’ che quell’otre di pelle racchiudeva”(…) “Il Re Eolo, assiso altero sul suo trono incarna la figura del sovrano accogliente, intrigante e generoso soprattutto con i forestieri, disposti a trasgredire, ad andare oltre le apparenze e solo a loro è disposto a mostrare la sua ‘otre’ ed a far provare l’ebbrezza del dominio” (…) “Ancora oggi, nell’immaginario collettivo di queste popolazioni, possedere quest’otre significa essere padroni del ‘soffio’, poterne determinare l’intensità, i capricci, il ritmo, significa essere padroni di quando far increspare il mare e quando godere del suo ‘bianco spumeggiare’ ” (...) “Ancora oggi, nel regno di Eolo, ognuno possiede la sua otre ricolma di tumultuose fantasie e insondabili desideri ed è sempre disponibile sopratutto verso i forestieri ad aprirla per accender il fuoco del desiderio”.

Convegno sui trasporti: cala il sipario


Si è conclusa a Lipari la grande kermesse sui trasporti. Chi c’era, ci ha assicurato che ne è uscito più confuso e preoccupato di prima; il perché lo si può capire dalle dichiarazioni dei protagonisti di cotanto evento: le abbiamo raccolte insieme in un blob, leggete e giudicate voi cosa possiamo sperare da questo circo dell’ovvio:

Gli amministratori: “I sindaci delle isole minori siciliane vogliono avere contezza su quello che sarà il futuro dei trasporti marittimi”….come da manuale.

Quelli che ancora ci credono: “Chiediamo fatti e non parole e non siamo disposti ad abbassare la guardia”….giusto.


I rappresentanti del governo: “Non è intenzione del Governo penalizzare le isole minori, anzi annunciamo la riconvocazione a breve, da parte del Ministro, del tavolo tecnico, cosi da garantire collegamenti efficaci ed efficienti da e verso le isole minori”….ma è sempre lo stesso tavolo o ne hanno prenotato un altro?


I parlamentari europei: “ La Commissione europea ha grande considerazione per le regioni insulari”….se qualcuno spiega loro dove sono!


Le associazioni di categoria: "Abbassare la guardia adesso sarebbe un errore imperdonabile”…. altrimenti non fanno affari!


Il politico capitato per caso: “…ai cittadini delle isole non interessa se i trasporti vengono effettuati da servizi pubblici o privati…”….sbagliato, ma non sa di cosa parla.


I deputati regionali “sono attenti e impegnati sui vari problemi delle isole minori” ….. meno male che sono tutti attenti.


L’Amministratore in crisi: “Sono stanco delle parate”....però piacciono, diciamocelo!


I giornalisti riportano “come gli intervenuti, in modo bipartisan, hanno sottolineato la necessità, di garantire collegamenti efficaci ed efficienti da e verso le isole minori”….altrimenti non li invitano.


La conclusione l’affidiamo a questa dichiarazione che sintetizza tutto: “Ci auguriamo, infine, che al termine di tale inutile fatica i convegnisti abbiano almeno gradito la trasferta in aliscafo” …questa è la valutazione più sensata e anche più onesta che si può fare sul convegno sui trasporti.

giovedì 2 aprile 2009

Pesce d’aprile!

Ci sono cascati proprio tutti! Dalla stampa che ama autodefinirsi specializzata agli abitanti delle isole. Tutte le testate giornalistiche ed i relativi siti internet sono stati subissati da foto e commenti che volevano essere di arguto sarcasmo, fino ad un quasi intasamento del web.
Ed invece, sono dovuti rimanere tutti con un palmo di naso!
Alle ore 10.30 è stato lanciato l’allarme. Un aliscafo SIREMAR, il cosiddetto Platone, aveva incocciato contro l’entrata, già di per sé disastrata e martoriata, del porto di S. Marina Salina.
L’incidente, abilmente artefatto e manovrato, è stato uno scherzo che rientrerà nel guinness dei primati. Raramente, infatti, si è registrato per il primo d’aprile un tiro simile.
E per rendere ancora più verosimile lo scherzo, il porto di SMS è stato chiuso, soffocando così quello di Rinella, che finalmente ha iniziato ad ammirare un po’ di movimento turistico.
È stata inviata persino una compagnia specializzata per evitare che fuoriuscisse il carburante dall’aliscafo, pensate!
Eh sì, lo scherzo è stato architettato veramente bene. Altrimenti non sarebbe potuto durare così a lungo, tanto da far dire a qualcuno: “Ma l’aliscafo ha urtato veramente? Oppure è stato urtato dalla banchina?”
Il dubbio che si trattasse di una burla ci è venuto non appena abbiamo letto determinate dichiarazioni e certi sottotitoli, che se avessero riguardato un fatto reale, francamente, avrebbero denotato una mancanza di buongusto e professionalità.
Infatti, come si fa a dire pubblicamente che si parla di una flotta SIREMAR ormai vetusta, quando il Platone è l’ultimo arrivato da un paio d’anni a questa parte?
Come si fa a scrivere allegramente che un capitano ha “parcheggiato” sul porto? Se fosse vero, quella persona starebbe malissimo e non ci sarebbe nulla da scherzare!
Come si fa a scrivere che un allarme sembrava un pesce d’aprile… se non si era sicuri che realmente lo fosse? Ma scherziamo? C’è un minimo dubbio che un allarme possa essere in realtà una presa in giro? Lo scrivono giornalisti che si sentono super professionisti… Come potrebbe essere vero?
E allora, siccome siamo tutti convinti che la stampa italiana (e nello specifico meridionale), assieme alle persone di prestigio che ci rappresentano, siano al di sopra di qualsiasi sospetto d’eventuali “pressappochismi” o sempre alla ricerca della notizia ad effetto… salutiamo con gioia il più bel pesce d’aprile della storia!

Avere a disposizione più corse, potrebbe servire a diminuire le vittime di eventuali incidenti?

L’interrogativo a prima vista potrebbe sembrare ozioso, ma alla luce di quanto succede negli ultimi tempi, dove il numero degli incidenti in mare è decisamente aumentato, ha anche una sua logica. Nel caso dell’incidente di ieri, occorso all’aliscafo Platone proveniente da Rinella, a bordo c’era un solo passeggero che occupava un singolo posto. Ma immaginate se quel mezzo fosse stato pieno di gente: il bilancio sarebbe stato senz’altro peggiore, in quanto ci sarebbero state più possibilità che i posti nella zona dell’impatto fossero occupati.
Per fortuna, prima di quella corsa “le popolazioni eoliane” avevano potuto esercitare il loro “diritto alla mobilità” alle ore 6.30, alle 7.20, alle 8.30, alle 10.00 e alle 10.40 (se non vi fosse stato quel malaugurato incidente) e dunque, alla faccia di tutti quelli che gridano alla razionalizzazione, il numero dei viaggiatori è stato spalmato su più corse, anziché concentrato magari su una sola.
Ma occorre fare di più, perchè pare che poco prima lo stesso mezzo avesse sbarcato a Santa Marina Salina ben 32 passeggeri e risultano essere ancora troppi in caso di incidenti.
Quante volte sentiamo notizie di incidenti in mare, soprattutto nei paesi asiatici o del sub continente indiano… Traghetti pieni di gente fino all’inverosimile si rovesciano provocando vittime.
Ebbene, se anche quelle popolazioni, che hanno anche loro “il diritto alla mobilità”, avessero come noi la fortuna di usufruire di tante corse al giorno, il risultato in termini di vittime sarebbe probabilmente inferiore.
Queste considerazioni andrebbero poste con forza sul tavolo che è stato aperto a Roma o approfondite meglio in un altro tavolo che penso si possa trovare, perché a cosa serve risparmiare sul numero delle corse se poi aumentiamo la spesa sanitaria?

mercoledì 1 aprile 2009

Ode all’inviol... ATO


Là dove finisce la discarica comincia la nostra storia:
La storia tremenda di uomo a cui venne una grossa idea
Come pulire un paese senza farsene accorgere.
Non pochi ci riuscirono, ma fu lui che lo inventò.
Fu un grosso errore ma lui volle insistere e si fece male,
Si fece male pensando di poter pulire tutto
Senza avere neanche una scopa.
Quanto lavoro, quanto lavoro costò a quell’uomo
Ma lui non mollò e alla fine se le fece comprare.

Cinque anni dopo sbarcarono sull’isola
Inaspettati e di prima mattina i primi operatori.
Si sdraiarono per terra
Per farsi passare sopra i camion.
Ma non si fecero male perché avevano in tasca un portafortuna
Che gli aveva regalato l’amministratore delegato.
Una scopa di paglia caricata a pila.
Non fu un incontro ma un rastrellamento
Pulirono le strade e svuotarono i cassonetti.
Ma non li vide nessuno perchè il paese ancora dormiva
Era da poco passato il capodanno.
Il capo si chiamava: nonvengoanchesemichiami.
Non venne mai e non si fece vedere perché era un timido.
Era il primo di gennaio e faceva molto freddo
Ed era arrivato l’ATO.

E se il Comune di Malfa vendesse il Faraglione di Pollara?

Tempi di crisi: è di questi giorni la notizia che il sindaco delle Tremiti (Regione Puglia) vuole vendere l'isola di Pianosa, la più piccola dell'arcipelago, per una somma a base d’asta di 10 milioni di euro.
A prima vista non sembra un grande affare, considerato che si tratta di un'isola disabitata con una vegetazione composta da piante grasse e bulbi di cipolle selvatiche ed una fauna popolata da piccoli rettili, rospi e conigli.
Un pezzo di roccia di 700 metri per 250, alta 15 metri, che quando il tempo è brutto viene sommersa quasi per intero.
L'acqua è stupenda: è inserita nella «Zona A» della Riserva marina delle Tremiti; qui in pratica è vietato tutto, non si può pescare né immergersi, non si può attraccare e neppure avvicinarsi a meno di 500 metri. Al massimo, «previa autorizzazione», la si può visitare.
Eppure i morsi della crisi arrivano fino a concepire la vendita di questo lembo di terra, pur di far quadrare l’anemico bilancio comunale.

Cambiamo scenario e andiamo in Sicilia. Anche qua la crisi c’è e si vede. E anche qua pare che gli amministratori del piccolo Comune di Malfa, nell’isola di Salina, per far quadrare il bilancio stiano valutando la possibilità di fare la stessa cosa dei colleghi delle isole Tremiti.
Il Faraglione, testimonianza delle esplosioni vulcaniche avvenute circa 13.000 anni fa, posto nell’incantevole baia di Pollara, frazione del Comune di Malfa, potrebbe essere messo in vendita.
Uno scoglio del diametro di 70 metri, alto 20, con una flora composta dal radicchio di scogliera e dal garofano delle rupi, ospita nidi per gabbiani ma soprattutto la podargis sicula, una specie di lucertola unica al mondo.
Ancora non è dato sapere il prezzo a base d’asta, perché in questo piccolo paradiso delle Eolie i prezzi dei terreni a mq. sono arrivati alle stelle.
Pur essendo come superficie più piccolo dell’Isola di Pianosa, pare che l’amministrazione voglia ricavarne almeno il doppio della somma.
Certo, è un luogo ideale per ritirarsi in meditazione o prendere il sole, ma non sappiamo fino a che punto possa essere appetibile. A meno che… in deroga… e attendendo il piano casa… non si possa realizzare un interrato.
Allora, cambierebbe tutta la prospettiva. Forse anche per tutte le altre isole dell’arcipelago.