sabato 30 maggio 2009

Salina: allarme feromoni

“Inquinamento ambientale da eccesso di feromoni”, questo il lapidario verdetto emesso dall’Istituto superiore di studi sui feromoni sullo strano e per certi versi inspiegabile fenomeno che si è registrato nella notte del 27 maggio a Malfa e che ha costretto il direttore del Centro ad attivare il protocollo previsto in questi casi.
«La zona di emissione» ci spiega il Direttore del Centro, Prof. Pugnattone «è stata localizzata nei pressi dello Scalo Galera ed ha toccato il punto di massima criticità intorno alle 00.13(nella foto).
Il fenomeno al momento è rimasto isolato e dopo questo picco non ci sono state ulteriori “emissioni”.
Un peccato, visto che proprio in questi giorni erano state nuovamente assegnate proprio all’Isola di Salina le 5 vele, a testimonianza dell’ottima politica ambientale svolta dalle amministrazioni dell’Isola.
Queste emissioni – rassicura il professore – non sono assolutamente nocive, ma l’alta concentrazione in zone limitate può dare atto a fenomeni spiacevoli e indesiderati, quali irsutismo e prurito diffuso».
Il feromone, si sa, è volatile, fluttua nell'aria e turba le percezioni sensoriali di chi lo respira. Per di più le zaffate sono per noi inodori e dunque non sollecitano l'olfatto.
Il fatto che proprio in quelle zone era in atto una festa con musica, e dunque ampia sudorazione e allentamento dei freni inibitori, può aver concorso a determinare questo picco.
Terminata la serata il fenomeno non si è più verificato; ciò confermerebbe questa tesi.
Recenti studi confermano inoltre come spalmando il feremone su un davanzale gli insetti accorrono in gran numero; una volta il fenomeno era uguale anche per gli uomini, ma ormai per motivi d'igiene, lavando e deodorando i punti nevralgici, l’effetto è molto limitato.
Ma quando, per motivi come quelli sopra accennati, si ricreano le giuste condizioni ambientali, ecco allora esplodere gli effetti del feromone. Anche se, occorre precisare, nessuna evidenza solida ha mai dimostrato che i feromoni umani possano cambiare il comportamento di individui dell'altro sesso.

venerdì 29 maggio 2009

Le “poppe”, le prue e le banchine ammaccate

Ci voleva un po’ di pubblicità per tentare risollevare la situazione del trasporto marittimo per le Isole Eolie e in generale per la Sicilia.
Aliscafi che urtano banchine, navi che vanno a fuoco, catamarani che s’incartano mentre attraccano…
Il toccasana, avrà pensato qualcuno, può essere una campagna pubblicitaria volta alla valorizzazione delle ”poppe”.
In un momento in cui il rapporto tra utenza e società di navigazione è ai minimi storici, questa trovata potrebbe servire quantomeno a far sorridere, se non a far riprendere fiducia ai passeggeri invogliandoli a salire a bordo di questi disastrati mezzi.
E cosa c’è di meglio se alle “poppe” si associa anche una fila di belle ragazze, che con evidente malizia vanno incontro alle vacanze?
In momenti di crisi come questi dobbiamo, è proprio il caso di dirlo, remare dalla stessa parte e pazienza se qualcuno crede che salendo a bordo si incontreranno solo donne dotate di un bel sedere e di due bei seni.
L’immaginazione è un’arma potente, dunque è inutile girarci attorno: evocare le “poppe” significa trasmettere senso di protezione, di riparo e in taluni casi sicurezza, fungendo da antiurto.
Ma la polemica è sempre dietro l’angolo, non si è mai soddisfatti: se drammatizziamo una notizia si passa per dei menagramo, se la si butta in tono scherzoso si diventa superficiali.
Si scomodano anche assessori e municipalità, che spiegano come l’esposizione di questi cartelloni provocherebbe addirittura scenari da autoscontro con automobilisti, preda di improvvise “tempeste ormonali”.
Volendo sfruttare la similitudine, immaginate se le amministrazioni di Salina si inventassero una campagna pubblicitaria assimilando le cime sensuali del gentil sesso con quelle delle due montagne gemelle che formano l’isola.
Sicuramente verrebbe censurata anche questa, ma potremmo se non altro porre riparo coprendo “le cime” con qualcuna delle cinque vele, che anche quest’anno sono state assegnate all’isola verde.

giovedì 28 maggio 2009

Malfa – Sono tornati gli americani


I legami di Malfa con il popolo americano hanno una storia molto lunga che comincia nel giugno del 1957, quando un pilota della sesta flotta, ormai sfinito dopo diversi giorni passati in balia del mare, fu tratto in salvo, rifocillato e curato dai pescatori del piccolo borgo di Scalo Galera.
Quel gesto di grande umanità portò, tempo dopo, al pacifico sbarco di soldati americani sul suolo dell’isola.
In segno di riconoscenza, i commilitoni del pilota e il comandante della sesta flotta vollero ricompensare questo modesto ma fiero paese dell’Isola con doni, cioccolata, sigarette e vestiario.
Una targa ricorda ancora oggi quell’avvenimento, rimasto impresso nella memoria collettiva e tramandato nel tempo come segno indelebile del senso di ospitalità che da sempre anima gli abitanti locali.
Oggi, a distanza di 52 anni, nel quadro dell’Educational Tour organizzato dalla Provincia e da Federalberghi, numerosi operatori turistici e giornalisti specializzati americani sono nuovamente sbarcati sull’isola per promuovere queste perle del mediterraneo.
Tutto è cambiato dal quel lontano giugno 1957, ma il toccante buffet offerto a Scalo Galera proprio sui luoghi dove venne tratto in salvo l’aviatore della sesta flotta ha segnato un momento di grande commozione.
Nella quieta notte di Malfa, è stato proprio il lento e sonnacchioso sciacquio del mare ad introdurre questo prezioso simposio mangereccio a base di raffinate pietanze del luogo e innaffiato dai magnifici vini locali, che ben si sposano con i tenui aromi notturni di sale e ginestra selvatica.
Questa volta sono stati gli operatori del settore ad offrire agli ammirati ospiti americani non solo il sole e gli incantevoli paesaggi, ma anche una raffinata sintesi di cultura enogastronomica, charleston e musica popolare.

mercoledì 27 maggio 2009

Polisportiva Malfa: missione compiuta!

È salita febbrilmente l’attesa per la terza finale consecutiva. Tutti i giornali, persino la Gazzetta del Sud, hanno dato risalto a quella che era sentita dal team salinese come la partita della vita.
Il passaggio fatidico dalla terza alla Seconda categoria era solo un dettaglio. L’importante, doveva essere ed è stato il bel gioco. Anche fuori dai normali schemi.
Il primo a sentire il match pare sia stato il Mister Previtera. Scosso dal parere critico riportato nei post precedenti, ha iniziato una sorta di auto-training. I soliti bene informati ci confidano che ha passato la notte praticamente insonne, ripassando mentalmente ogni minimo dettaglio. Qualsiasi cosa. Soprattutto l’ora in cui si sarebbe disputato lo scontro. Il terrore di presentarsi a giochi fatti, sembra che lo avesse fatto sprofondare nella depressione senile.
Il mattino, comunque, lo ha visto carico fino all’inverosimile.
Il Presidente Antonello Sangiolo, cinico e pragmatico, attendeva il gruppo da lui plasmato. Un sorriso sornione si è dipinto sulle sue labbra, dopo aver passato in rassegna i giocatori.
All’urlo corale “Spezzeremo le reni al Real Gabbiano”, si accompagnava un moto d’animo collettivo, fondato sul preciso intento di gettare i cuori oltre l’ostacolo.
Sul neutro di Torregrotta, gli spalti erano “gremiti” di tifosi del Real. Ma Sangiolo, che guarda sempre con sufficiente distacco alle vicende extra-insulari, ha pensato tra sé e sé: «Tanti nemici, tanto onore!».
A quel punto, sono iniziati i giochi. Sotto il sole cocente, in un caldo dal sapore “etiopico”, i baldi esponenti della gioventù salinese hanno dato tutto quello che potevano dare.
Poco importa che un solo uomo avversario li abbia messi in difficoltà ed abbia determinato il 3-1 per il Real. Nonostante questo, il centrocampo della Polisportiva ha giganteggiato con due soli uomini, La Mancusa E. e Taranto A., quest’ultimo autore dell’unico gol, nato da un’ubriacante azione personale.
«La palla l’abbiamo sempre tenuta noi!», hanno gridato orgogliosi i dirigenti di Salina. Verissimo. Poco importa che non si è tirato in porta quando razionalmente uno se lo aspettava. E poco importa se ci si è divorati il secondo gol del pareggio. La partita poteva veramente girare in un’altra maniera.
C’era da fare la Storia e la Storia li stava a guardare… Missione compiuta. Anche quest’anno «Zero tituli». Questa è coerenza. Ma soprattutto, ironia a parte, questo è davvero un gran bel gruppo. Al prossimo anno.

martedì 26 maggio 2009

Il Cantaro-cinema: anteprima

La proposta cinematografica del Cantaro è il remake ispirato al capolavoro omonimo di Sciascia. La regista belga Danielle Gauloise dà vita ad un film farsesco e surreale, dove vengono analizzate in tutte le loro parti le tipologie umane di cui parla proprio l’autore siciliano nel suo romanzo, espresse in chiave tragicomica nella rinnovata trama che si snoda nell’arco temporale di ventiquattro ore (forse anche meno).

Salina: attracchi più sicuri.

“Regolamentare”, sembra questa ormai la parola d’ordine delle Amministrazioni dell’Isola.
Ridare “ordine” dopo anni di lassismo e indolenza, che hanno provocato non pochi guasti nel tessuto sociale dell’Isola.
Neanche i trasporti sfuggono a questa nuova linea; è in via ormai di avanzato collaudo il sistema di semafori intelligenti che regolamenterà l’entrata e l’uscita dal porto commerciale di S.Marina Salina di navi, traghetti, aliscafi e barconi vari.
Dopo l’ultimo incidente di qualche mese fa, quando un aliscafo SIREMAR ha “parcheggiato” sul molo, e gli arrivi di imbarcazioni-fantasma degli ultimi tempi, si è corso ai ripari per evitare nuovi guai.
I tempi stringono. L’estate, con il suo ribollente carico di vacanzieri pronti a tutto pur di sbarcare in questo piccolo paradiso, è praticamente arrivata.
L’apertura del porto è ormai un pertugio inadeguato a ricevere la valanga di mezzi che nei prossimi mesi si abbatterà sull’isola. Non a caso, i mancati attracchi causati da questo “restringimento” sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni.
Ma tutto questo sembra ormai appartenere al passato, dato che fra qualche giorno bisognerà attendere il via libera da un semaforo sincronizzato per entrare nel porto. Il resto dei mezzi si accoderà all’imboccatura, in attesa del proprio turno.
La sincronizzazione permetterà, attraverso l’uso di sensori posti sulla passerella d’imbarco, di monitorare il momento in cui il mezzo è pronto alla partenza. A quel punto, il segnale inviato ad una centralina darà automaticamente “luce verde” alla manovra.
I primi test sono stati incoraggianti anche se, come al solito, qualcuno ha cercato di fare il furbo passando con il giallo, ma la nuova autorità subentrata nella gestione del porto è stata inflessibile ed è subito intervenuta multando i responsabili.
La rete di semafori "intelligenti" (nella foto) sarà disposta lungo l’accesso all’imbarcadero degli aliscafi e sulla punta delle due banchine, in modo da essere visibile sia ai passeggeri che ai comandanti delle navi.

lunedì 25 maggio 2009

Cartoline eoliane.

Ancora Lui. Approfittando di queste bellissime giornate il Prof.Zampella e il suo idro-bus sono tornati alle Isole Eolie. Eccoli cercare un “parcheggio” tre le barche alla fonda davanti ai Faraglioni.

L’Arte di fare il pane… e di saperlo mangiare

Da quanto emerso dai commenti lasciati dai sempre più numerosi lettori del Cantaro, pare che saper fare il pane sia ritenuta un’Arte con la lettera maiuscola, un sapere prezioso maneggiato (purtroppo) anche da chi in realtà il suo mestiere non lo sa fare per niente.
Nell’ampio dibattito politico sul Comune di Leni, infatti, i mugugni sulla qualità di alcuni ingredienti, addirittura la scarsa presenza della farina nell’impasto o la pessima cottura del prodotto, hanno preso il posto del tema dominante.
Segno che il problema è stato sottovalutato ed oggi si presenta più grave di quanto si pensasse.
Di questo malcontento, di come fornire un buon alimento e di tanto altro, ci ha parlato il Maestro dei forni a legna Pierre La Baguette di Carcassonne, vincitore della Pala d’argento a Cannes e dello Sfilatino d’oro a Trieste, oltre ad essere stato nominato più volte Gran Mugnaio d’Europa a Bruxelles.

Monsieur La Baghette, ha letto tutti i commenti di protesta lasciati dai lettori? Che idea si è fatto in proposito?
«Ho letto, ho letto» ha detto il Maestro in perfetto italiano, con una sfumatura leggermente meridionale. «Non ho parole! Se quanto scritto è vero, parliamo di una persona priva di qualsiasi sensibilità spirituale!».

Andiamo, non le sembra di essere eccessivamente severo? Magari si tratta solo di accuse infondate.
«Forse mi sono lasciato trasportare e quindi chiedo scusa. Ma se fosse tutto vero, lasciare il pane crudo significa non “accalorarsi” per la causa che si è deciso di sposare; risparmiare sulla farina è un chiaro segno di non voler mettere qualcosa di proprio in certi buoni propositi… E così via”.

Insomma, “dimmi come fai il pane e ti dirò chi sei”.
«Mais oui! Il vantaggio di essere entrati in Europa è anche quello di avere aperto le strade più disparate ad un modo globale di affrontare i nostri atteggiamenti».

Quantomeno, ci sono dei buongustai che fanno sentire la propria voce.
«Sì, certo… Ma speriamo che non si tratti solo di Mancia pan à tradiment, come diciamo nel meridione francese».

sabato 23 maggio 2009

Malfa : convegno per una ittiologia sostenibile

Si svolgerà sabato 30 maggio alle ore 18.00 a Malfa un convegno sul tema ”Sostenibilità della pesca artigianale”.
A trattare il delicato argomento, oltre ai Sindaci di Salina, ci saranno esperti di ittiologia, biologi marini, docenti, rappresentanti politici della Provincia e pescatori locali.
La “star” di questo convegno, come ormai capita con una certa frequenza, sarà ancora una volta proprio lui: “il totano”.
Gli illustri esperti, in particolare, lo analizzeranno da più punti di vista; da quello scientifico a quello nutrizionale, dalla metodologia di pesca alla conservazione del prodotto, fino alla possibilità di liofilizzarlo per farlo “rinascere” sulle tavole degli italiani.
Ma la novità principale di questo convegno sarà la simulazione in diretta della pesca del totano con vari tipi di “ontrato”.
Nell’ampia sala convegni verrà ricostruita, in una vasca, un ambiente tipico marino con tanto di totani vivi e poi i partecipanti si cimenteranno in questo simpatico test.
La prova non sarà fine a sé stessa, in quanto il pescato verrà utilizzato per la preparazione in diretta di una tipica ricetta ispirata al totano e sarà cucinata da un noto chef .
I risultati di questo convegno saranno poi oggetto di una pubblicazione e di un DVD, che conterrà “Il gioco del totano” per PC, Mac o computer portatili.
Si tratta di un gioco abbastanza intuitivo in cui, con l’uso di freccette direzionali, bisogna catturare questi cefalopodi.
Il livello di difficoltà è progressivo, in quanto, ad ogni cattura, i totani si rimpiccioliranno sempre di più. Vince chi ne avrà catturati di più.
Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto all’Associazione “Senza Il Totano Come Faremo”, che si occupa della promozione e organizzazione di eventi legati a questo cefalopode.

venerdì 22 maggio 2009

Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli:
che la pietà non vi rimanga in tasca.
Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pietà non vi sia di vergogna.
(F.De Andrè)

Nota dell'AINTUP sulla salvaguardia ambientale.

Riceviamo e pubblichiamo una nota che l’AINTUP (Associazione Italiana Nessuno Tocchi Una Pietra) ha inviato ai media sul problema della salvaguardia ambientale.

“Ogni oggetto che noi vediamo, ogni singola pietra, rudere o luogo ha un suo senso che prescinde lo stato in cui si trova e anche se a noi questo ‘suo stato’ può apparire scalcinato, degradato, in procinto di crollare o di impedimento, rispetta comunque la logica del fluire del tempo.
Vi sono luoghi e cose che per definizione non possono essere portati alla pubblica fruizione, semplicemente perché la natura li ha voluti o resi tali.
Non dobbiamo dunque farci ingannare da queste nuove tecniche di conservazione.
In realtà tecniche quali il restauro conservativo dell’esistente o l’uso di materiali tradizionali, anche se accompagnati da assicurazioni su operazioni a impatto ambientale nullo, sono semplicemente ingannevoli.
Un esempio per capire meglio: il recupero di un muro degradato (che ricade in particolari zone), pur se eseguito con tecniche antiche, modernizza la prospettiva del tempo. In realtà, non disponendo più dei materiali originari per ricostruirlo, siamo costretti a racimolare tali materiali qua e là, ottenendo alla fine più un fac-simile dell’originale che un restauro vero e proprio.
L’AINTUP invece ritiene che in questi casi bisogna lasciare che tutto decada dignitosamente fino alla scomparsa, per non modificare nulla di ciò che la natura ha predisposto con sagace pazienza.
È dunque fuorviante la tesi dell’intervento al fine di evitare il deperimento dell’oggetto o, peggio, il voler riparare cose che ormai il tempo ha cancellato, perché si rischia di ritrovarsi a vivere in un bel presepe tutto ricostruito e dunque artificiale.
In quelle ferite, in quelle disposizioni sconnesse, in quelle pietre levigate dal vento e anche nel totale deperimento che gli elementi del tempo hanno inferto, è raccontata l’intera parabola dall’uomo, dalla pienezza della sua giovinezza fino al debolezza estrema della sua fine.
Non spetta a noi interrompere questo processo”.

giovedì 21 maggio 2009

Il Cantaro-cinema: anteprima


L’emergente regista franco-finlandese Maurice Haunnyvay confeziona questo ritratto a tutto tondo di un pugno di uomini in lotta contro la tentacolare macchina del potere e disposti a tutto pur di servire il prossimo, al di sopra di ogni interesse personale.

Una campagna del Cantaro: adotta una lucertola

La notizia era nell’aria, ma ora si è avuta l’ufficializzazione: la lucertola delle Eolie (Podarcis sicula) è nella lista delle specie “gravemente minacciate di estinzione”.
È questo quanto emerso da uno studio commissionato dalla Unione europea e reso noto dell’UICN, l’organizzazione che si occupa della conservazione della natura.
Non sono, dunque, giorni facili per questa piccola lucertola scura con striature e una lunga coda, che tante volte abbiamo visto far capolino durante le nostre passeggiate in montagna, specialmente nelle zone rocciose.
Certamente questo piccolo vertebrato non potrà usufruire di nessuna delle misure messe in atto per far fronte alla crisi e quindi dovrà arrangiarsi da sola, in un ambiente improvvisamente diventato ostile a gravido di pericoli.
Il monito dell’Europa è chiaro: «Attenzione, se non riusciamo ad arrestare la perdita di biodiversità rischiamo di perdere anche le lucertole».
Il Cantaro si è fatto promotore di questa campagna “adottiamo una lucertola” perché ritiene
importante lanciare un messaggio proprio dall’isola biodiversa per eccellenza, dove la natura è ancora intatta e dove il solo “agente” autorizzato a modificarne i tratti è l’eterna ed incessante azione degli elementi.
Alla vigilia di due importanti manifestazioni come il “Salina slow food” e la “La Sagra del Cappero” è importante sensibilizzare ogni buon amante della natura, affinché si prenda cura di questi piccoli rettili.
Non dimentichiamo che anche la Podarcis raffonei (la lucertola che vive sullo scoglio del faraglione di Pollara) è a rischio riproduzione, in quanto il maschio,che era uno dei vertebrati più longevi del mediterraneo, è morto.

mercoledì 20 maggio 2009

La pizza parla.

Ogni giorno veniamo bombardati da profezie e oroscopi da parte di maghi e cartomanti che pretendono di predire quale sarà il nostro destino, cosa ci aspetta domani o se incontreremo mai la persona dei nostri sogni.
Ma tra linguaggio del corpo, delle carte o quello dei segni il Cantaro ha scelto invece il linguaggio della pizza.
Poiché in quel semplice gesto (a prima vista banale) su quale tipo di pizza ordinare, in realtà mettiamo a nudo e riveliamo elementi nascosti e insospettati della nostra personalità.
Gli abitudinari, quelli che anche nella vita non amano scegliere per paura di sbagliare, di solito ordinano sempre la stessa pizza.
La personalità curiosa, che non vuole perdersi alcuna novità di quello che offre la vita in genere, cambia continuamente gusto e tipo di pizza.
Ma importante è anche il modo in cui la si consuma: una pizza divorata, mangiata con le mani, magari piegata in quattro, indica una persona che vuole possedere tutto e subito.
Chi la mangia con coltello e forchetta, preparando piccoli bocconi da gustare lentamente, è un metodico che ama i piaceri della buona tavola e se li vuole godere fino in fondo.
Non fatevi ingannare da chi mangia solo il centro della pizza e lascia i bordi, perché in quel caso siete di fronte a dei pigri.
Il tipo di pizza scelta svela molto:
La Napoletana è per chi ama i sapori forti e decisi, sensazioni intense e veraci, gioia di vivere e rivela anche una certa sensualità;
La Margherita è la pizza dei semplici, di chi ama, la tradizione e le tavole piene di amici;
La Quattro stagioni o la Capricciosa, che abbinano gusti differenti, sono per chi non disdegna nella vita di assaggiare un po’di tutto;
La pizza alle verdure è tipica di chi vuole rilassarsi, è attento alla propria linea e mostra una ferrea volontà di autocontrollo;
La pizza bianca è per l’uomo che non accetta compromessi o mezze misure;
La cosiddetta “pizza della casa”, invece, è la scelta dell’uomo sempre alla ricerca di emozioni nuove e sempre teso verso il successo.
Dunque, quando vi siederete in pizzeria, sappiate che quel gesto banale di ordinare una pizza può rivelare molto di voi.

martedì 19 maggio 2009

Polisportiva Malfa: anche quest’anno «zero tituli»?

La Polisportiva Malfa, squadra di Salina che gioca in Terza categoria, nonostante gli alti e bassi è riuscita a ritagliarsi un posto d’onore ai play-off.
Grazie anche al favore dei risultati provenienti da altri campi, il gruppo del Presidente Antonio Sangiolo e dell’allenatore Antonio Previtera si è qualificato al quarto posto. Battuto poi lo Stromboli per 2-1, ora attende di affrontare,in finale, il temibile (fin dal nome) Real Gabbiano.
La terza finalissima consecutiva. Sarà la volta buona? Ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti del settore calcistico, durante i festeggiamenti avvenuti a S. Siro, in contemporanea con la vittoria della Polisportiva.

E allora, mentre voi festeggiate lo scudetto, la Polisportiva Malfa festeggia la sua terza finale consecutiva…
«Sì, ma ora toccherà all’allenatore controllare che domani mattina la birra sia diventata acqua! Non ha senso gioire la sera per poi non sapere vincere l’indomani. Queste tre finali non avrebbero senso se anche quest’anno, alla fine della stagione, la Polisportiva portasse a casa zero tituli. Certo, tanti grandi allenatori non hanno mai vinto una Champions. Un grosso esempio non è lontano da noi (chiaramente riferito a Previtera – N.d.A.). Ma se io stessi tre anni senza vincere, non credo che avrei un lavoro!».

C’è chi dice che il Presidente Sangiolo vorrebbe mantenere la squadra ad un livello “amatoriale”, ad uno stadio ancora giocoso. Cosa ne pensa Lei, in quanto vincente?
«Io non conosco nessun San Giuolo, a Salina» dice l’intervistato con distacco. «Io conosco San Lorenzo, San Bartolo, Santa Marina… ma nessun santo con questo nome».

Cosa ne pensa dei giocatori della Polisportiva?
«Ho sempre detto che i miei giocatori sono i migliori del mondo. Ora, i migliori del mondo devono essere i calciatori della Polisportiva».

Ci sono parecchi giovani di qualità, anche secondo gli avversari.
«I giovani giocatori sono come i meloni. Solo quando li apri e li assaggi puoi capire se sono davvero buoni al cento per cento».

L’anno scorso c’è mancato poco. La squadra ha perso il passaggio di categoria nei minuti di recupero.
«Non importa, alla fine sono sempre “zero tituli”! Nella storia della Champions c’è un solo club e un solo allenatore che erano sul tre a zero e hanno perso la finale. Spero che il Mister della Polisportiva non commetta gli stessi errori».

Crede che alla fine i giocatori, grazie anche alla fama raggiunta in una piccola isola, possano pagare la grande pressione psicologica?
«Non so cosa sia la pressione nello sport. Mi spaventa di più un'influenza. La pressione ce l'ha la povera gente che non riesce a sfamare la sua famiglia».

Chiudiamo con questa frase asciutta e lapidaria, ricordando quali sono in realtà le vere cose importanti nella vita e comunque facendo tanti auguri al team eoliano.

lunedì 18 maggio 2009

Salina – Pulizia a fondo dell’ATO.

Operai dell’Ato 5 (sub-Ato) in azione mentre tagliano le alghe, sotto gli occhi di una turista alquanto divertita dall’insolita operazione.

21 dicembre 2012: il vero sconvolgimento sarà l’energia solare?

Secondo il calendario Maya l’attuale Era terminerà il 21.12.2012, quando un’inversione del campo magnetico dovuto ad uno spostamento dell’asse del pianeta porterà, secondo alcuni studiosi, immani sconvolgimenti ambientali.
Ovviamente non tutti sono d’accordo su queste fosche previsioni, anzi alcuni azzardano l’ipotesi che la nuova era segnerà l’inizio, al contrario, di un periodo globale di pace e profonda evoluzione spirituale.
I sostenitori di questa tesi vanno oltre, affermando che proprio da alcune “illuminazioni”, che avranno luogo nella nostra regione, la Sicilia, scaturiranno cambiamenti epocali.
Se ne possono già scorgere i primi segni nella grande campagna di informazione dedicata interamente all’energia solare e alle fonti rinnovabili che farà tappa a Messina.
Il piano ha un nome ben preciso: PEARS (Piano Energetico A Rapido Scrocco).
Questo piano energetico ambientale, “benedetto” dalla Giunta regionale, permetterà ad ogni siciliano di prodursi la propria energia sfruttando il sole e lo renderà protagonista del proprio destino.
La visione, dunque, di una terza rivoluzione industriale che inizi dal basso e non da dietro, sarebbe uno dei segni premonitori che portano questi studiosi a parlare di fenomeni di “pre-illuminazione”.
Per dirla con il protagonista del fim Bladerunner: «Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi; sistemi eolici di piccola taglia per le famiglie e comunità di reti elettriche intelligenti. Sistemi di accumulo e trasporto a idrogeno e sistemi solari termodinamici per interagire con la Giunta regionale».
In questo modo tutti i cittadini siciliani potranno adottare e installare le più moderne tecnologie disponibili sul mercato, salpando verso un destino di indipendenza energetica, sfruttando in modo nuovo la fonte più vecchia di tutte: il sole. La sola fonte energetica che non si esaurirà mai e di cui la Sicilia dispone in abbondanza.
Da questa millenaria Isola si irradieranno nel mondo “ I Giorni del Sole” e l’avvento di una nuova era. Se sarà così, che questo tanto temuto 21 dicembre 2012 arrivi presto .

sabato 16 maggio 2009

Salina: esiste un problema di “egemonia”?

Si cominciano a delineare i temi della prossima campagna elettorale nel piccolo Comune di Leni ed il dibattito si è subito acceso.
Alle dichiarazioni programmatiche della battagliera Rosselli e dei suoi “Lenoi” e al sempre più palese nervosismo dell’equipe “medica” di Santisi , fà da contraltare l’aplomb ieratico sfoggiato dal Presidente Gullo. Ma l’argomento che vogliamo approfondire, emerso in questi giorni sui media e siti web, è se esiste a Salina un problema di egemonia. A questo proposito il Cantaro ha sentito il parere di uno dei massimi esperti di geopolitica,già ospite di queste colonne,il Prof.Alfio Tigna.

Dunque Prof. Tigna esiste sull’isola un problema di “egemonia”?
Guardi Salina per la sua composizione amministrativa è un microcosmo particolare che negli anni si è retto su un delicato equilibro di pesi e contrappesi che ne hanno garantito la sostanziale immobilità.
Mi spiego: storicamente i tre comuni si sono trovati, su importanti temi di interesse generale, a prendere delle decisioni a maggioranza. Tuttavia l’amministrazione “battuta”,di solito, riusciva a neutralizzare gli effetti della decisione presa offrendosi come sponda agli “interessi” dell’isola più grande,Lipari.
A questo punto lo stallo era inevitabile. Un pò quello che in passato avveniva a livello nazionale quando il potere di interdizione esercitato da piccole formazioni impediva il corretto funzionamento del sistema.
In geopolitica questa tecnica si chiama “conciliare la simultaneità del salire e dello scendere”
Dunque,a mio parere,non è nel DNA di quest’isola il problema dell’egemonia anche se, come ricordavo in un precedente articolo, si cominciano a intravedere passi verso altre soluzioni.

Come mai c’è tanta esposizione mediatica per una elezione locale?
Oggi niente è più locale basta un colpo di tosse in un paese remoto per avere effetti anche da noi.
Le elezioni di Leni, per quanto piccola realtà, non sfuggono a queste regole.
Bisogna creare l’avvenimento, la notizia, il pettegolezzo ed i media e le testate giornalistiche diventano luogo ideale dove semplificare tutto, dove indovinare un slogan che buca può essere decisivo.
Da questa semplificazione nasce “l’egemone”, “la civetta”,il “battaglione straniero” dissertazioni politiche che terminano il giorno dopo le elezioni, ma che fanno vivere momenti di notorietà ai protagonisti.

Cosa cambieranno,se cambieranno,queste elezioni?
Dal mio punto di vista,quello geopolitico, il dato che più mi interessa sarà capire come l’Isola nel suo insieme “digerirà” la probabile elezione di Gullo.
Penso che, come minimo, ci sarà un riposizionamento generale e per restare in tema sanitario credo anche che quest’ansia da “egemonia” possa dissolversi con una ”buona digestione”.

venerdì 15 maggio 2009

Pubblicizza la tua attività sul Cantaro.

Hotel Residence Alberghiero “Risorto alle Eolie” adagiato su un luogo ameno a picco sul mare, a due passi dal centro storico, immerso nel verde della natura; elegante e raffinato, regala emozioni in ambienti romantici e privè.
Le camere e gli appartamenti si affacciano su panorami mozzafiato ma senza alcun pericolo.
Distante quanto basta; centrale ma non troppo; si raggiunge con facilità rispetto a dove vi trovate senza muovervi più di tanto.
Punto di partenza per l’arrivo delle escursioni, porta a tavola i sapori mediterranei di una cucina genuina a base di pesce vero, pescato senza lische o all’acquapazza.
Ideale per due cuori e una coperta ma anche con una sala scoperta per banchetti e cerimonie.
Trattamento “superior” con pulizia giornaliera, biancheria a letto, al bagno e prima colazione servita nel bel mezzo della campagna a dieci metri dal mare e a un battito dal tramonto.
Per Info@odiquaodilà.it

Isole minori scomparse dalle cartine-meteo. I network: «Colpa vostra!».

Scoppia un vero e proprio caso per la questione delle Isole minori scomparse dalla cartina delle previsioni del tempo.
I vertici dei network coinvolti hanno risposto per le rime alla denuncia dei Sindaci, ricordando come la decisione di “cancellarle” dalle mappe per inglobarle nella più ampia previsione sull’Isola maggiore fu una soluzione obbligata.
«Ricordo – ci dice un ex dirigente di un noto network televisivo – che una volta ricevemmo una telefonata, subito dopo una previsione del tempo, nella quale uno dei Sindaci si lamentava del fatto che erano stati collocati simboli con nuvole con fulmini sulla sua isola, mentre sulle altre, sebbene a poca distanza era stato apposto il simbolo del sole splendente.
«L’episodio non restò isolato, tanto che cominciarono ad arrivare pressioni in redazione per far sì che i simboli del brutto tempo venissero allontanati dalle isole, per favorire, si diceva, il turismo e l’approvvigionamento idrico che spesso non veniva effettuato dalle navi con la scusa del cattivo tempo. Ricordo di colleghi che partivano per week-end alle Eolie, viaggiando gratis con tanto di cabina prenotata, ma su questo non voglio dare giudizi.
«Poi la situazione è precipitata, soprattutto nell’Arcipelago delle Eolie, perché la scontro si è trasferito anche all’interno delle singole isole che sono ben sette.
Ognuno voleva, è il caso di dire, “un posto al sole” e non gradiva che l’isola vicina fosse avvantaggiata da previsioni-meteo favorevoli. «Questo fu il vero motivo per cui alla fine, per non scontentare nessuno, si decise di adottare la formula ormai famosa “il tempo sulle isole maggiori”».
Dunque, in base a questa ricostruzione comunque tutta da verificare, furono le Amministrazioni, a causa della loro continua litigiosità e delle loro gelosie, ad avere determinato questo increscioso disservizio.

giovedì 14 maggio 2009

Lo strano caso della motonave “Lady M”

Un paio di giorni fa, come riportato sulle pagine di alcuni illustri quotidiani provinciali, sembra che una turista francese che viaggiava a bordo della motonave “Lady M” (Lady Mary) diretta a Palermo, si sia improvvisamente spogliata e come se ciò non fosse bastato, l’improvvisata spogliarellista, avrebbe gettato i propri indumenti in mare rimanendo irrimediabilmente come mamma l’aveva fatta.
Ad un certo punto, avrebbe tentato persino di gettarsi dal mezzo in corsa.
Immediato l’intervento dei marinai, che hanno fatto di tutto per coprirla, come si suol dire, a mani nude.
Ma in realtà pare che la turista avesse sbagliato battello. Quello di giusto, infatti, doveva essere il “Lady G”(Lady Godiva), sul quale avrebbe avuto modo di mettersi a proprio agio.
A quanto pare, il “Lady G” è di sovente frequentato da esponenti politici, insospettabili e non.
La linea era la medesima del “Lady M”: quella per il capoluogo siciliano. Ma a fare la differenza, era una piccola lettera dell’alfabeto! Ecco spiegato l’errore marchiano dell’avvenente francese.
Una volta capito di aver sbagliato, la turista ha tentato di buttarsi a mare e di fare ritorno con le proprie forze, avvertendo una inevitabile sensazione di disagio.
Ma trattenuta dalle amorevoli cure dei marinai, la donna ha comunque deciso di raggiungere la propria meta. O Palermo o morte!
La turista, al suo arrivo al porto di Palermo, è stata accolta da una folla di curiosi che ha cercato di raggiungerla, costringendo le forze dell’ordine ad usare le maniere forti per riportare la calma in una folla ormai in preda all’eccitazione.
Questo episodio conferma come questo fenomeno dei “festini” sia ormai una pratica consolidata in determinati “ambienti”, ma dimostra anche come, frequentando certi giri, alla fine si rischi di ritrovarsi senza mutande.

mercoledì 13 maggio 2009

Il Cantaro-cinema: anteprima











ULTIM’ORA: Leni – Una corazzata contro due dragamine

Saranno tre le squadre che si contenderanno la vittoria alle prossime elezioni nel comune di Leni.
La sorpresa dell’ultimo momento è stata la presentazione dalla squadra di “apparentati” denominata “ Lenoi ”, guidata dalla battagliera Rosselli. La scelta di chiamarsi “Lenoi” (N.d.R. – tinozze per la pigiatura dell’uva), che era l’antico nome dato dai greci, rappresenta anche un colpo di coda per riaffermare le proprie radici e l’orgoglio di essere lenesi, ultimamente un po’ offuscato.
Una mossa a sorpresa, tesa probabilmente a neutralizzare gli effetti del battaglione straniero dell’M.P.A. (Movimento per l’Ambulanza), capitanato da Santisi e composto per ben 11/12 da persone residenti fuori dall’isola. Il rischio a questo punto di perdere anche la medaglia d’argento è concreto.
La lista di “apparentati” è indubbiamente una mossa da manuale della politica e può avere come controindicazione solo eventuali baruffe o egoismi sulle preferenze, ma poiché il team di Gullo è molto ben attrezzato, navigato e ben coordinato dal presidente stesso, alla fine crediamo che anche questi problemi verranno “democraticamente” risolti.
È stato comunque un finale degno dei migliori western, un vero “mezzogiorno di fuoco”, con i contendenti che hanno aspettato fino all’ultimo istante prima di sparare il colpo decisivo.
Ora la lunga e snervante preparazione è terminata. Da oggi si fa sul serio e con un solo obiettivo: vincere la finale del 6 giugno.

martedì 12 maggio 2009

Sindaci Isole minori: “Ora basta, siamo scomparsi anche dalle cartine-meteo!”

La misura è colma: oltre ai “tagli” sui trasporti, al problema dei rifiuti, alla sanità, ora ci si mettono pure le previsioni del tempo.
I sindaci delle Isole hanno dichiarato che inoltreranno una protesta scritta ai vari network televisivi, per denunciare la mancata presenza delle isole minori nelle cartine delle previsioni del tempo.
«Possiamo capire che in un momento di crisi come quella che stiamo attraversando si chiedano sacrifici, ma questa esclusione è inaccettabile, perché aggiungere le isole minori su una cartina meteo non costa nulla».
In effetti tutto sembra congiurare contro queste isole. In un mondo sempre più globalizzato e ad alto impatto mediatico, non trovare le isole sulla cartina meteo è un danno non trascurabile.
Contestato anche il modo in cui i meteorologi fanno le previsioni: parlano sempre di come sarà il tempo sulle Isole maggiori, dimenticando questi isolotti così già provati dalla natura.
Ed allora si cominci a dare un segno, un piccolo segno di presenza. Almeno sulle mappe.

Salina – Concluso l’incontro dei Sindaci delle Isole minori

Il “colpo a sorpresa” preannunciato dal Cantaro ed accuratamente preparato dai sindaci in quel di Valdichiesa, c’è stato ed avrà ripercussioni clamorose.
Dalle primissime indiscrezioni che siamo in grado di anticiparvi, al termine dalla riunione tenutasi a Santa Marina Salina i sindaci delle isole minori hanno approvato un documento nel quale chiedono al Governo l’adozione di “leggi speciali per queste isolette”, confermando, ove mai ce ne fosse bisogno, che in Italia tutto è “speciale” e nulla è normale.
Vi avevamo detto dell’atmosfera carica di tensione che si respirava nei giorni del ritiro e si capiva che ormai “l’ora delle decisioni irrevocabili” era arrivata.
Le richieste rendono appieno la convinzione che questi piccoli “isolotti”, disseminati casualmente nel basso Tirreno, più che di una politica seria di sviluppo hanno bisogno di ulteriori “leggi speciali” per renderle ancora più diverse.
A far pendere la bilancia verso questa clamorosa decisione è stata anche la scoperta di non essere solo Isole (fatto che agli occhi del profano può sembrare banale), ma "isole nell'Isola" ed è questa una realtà che non ha riscontro a livello nazionale e regionale.
Raggiunto l’accordo sul documento i riflettori si spostano ora a Palermo, dove l’agguerrita pattuglia di “ribelli” si recherà a breve per recapitare il pacco delle proposte (ATO – SIREMAR – AUSL - DUPIM) e chiarire una volta per tutte che è vero che questi sono posti divini, ma è altrettanto vero che se il paradiso c’è, deve esserci per tutto l’anno e dunque anche d’inverno.

lunedì 11 maggio 2009

Slow food – “Modello Salina, l’isola biodiversa”

L’isola di Salina ha tutte le carte in regola per diventare l’emblema della filosofia “slow” in Sicilia, in quanto integra al meglio la vocazione marina, quella agricola e quella della pesca tradizionale.
Queste caratteristiche fanno sì che questa incantevole Isola del basso Tirreno sia l’espressione più avanzata della biodiversità.
Parafrasando una vecchia pubblicità, potremmo dire che contro il logorio della vita moderna una volta bastava un amaro… Oggi, basta arrivare a Salina!
L’isola slow, com’è ormai conosciuta, ha dato origine al “Modello Salina”, in cui la varietà delle Amministrazioni ben si sposa con le bellezze paesaggistiche e l’estro imprenditoriale locale coniuga perfettamente l’agricoltura sostenibile con le radicate tradizioni enogastronomiche.
Essere “slow” è dare senso al moto lento, dare giusta importanza al piacere legato al quieto ed inutile fluire delle parole, godere nella multiforme varietà amministrativa, riconoscendo nel pigro fare una risorsa e non un limite.
Rispettare il ritmo delle stagioni e del convivio senza fretta, adeguando il passo, frenando il ritmo di vita.
Osservare, ascoltare, pensare e godere delle piccole gioie altrimenti sfuggenti… ma sempre slow.
Qui tutto è slow: i trasporti sono slow; il turismo è slow; l’azione amministrativa è slow; le regole sono slow; i servizi sono slow; lavorare è slow; il sesso è slow.; la crisi è slow e……. anche lo stress è slow.

Il Cantaro-tendenze: l’aperitivo.

Fin dall'antichità molti popoli usavano far precedere la cena da una bevanda aromatica, più o meno alcolica. Lo scopo era quello di stuzzicare l'appetito, una funzione questa che si intuisce anche nell'etimologia della parola "aperitivo", che in latino vuol dire: “aprire, iniziare”.
Nel tempo questa abitudine si è adeguata ai tempi, ma rimanendo comunque una situazione confinata in ambienti bene o propria di artisti e personaggi eccentrici.
Ma dalla metà degli anni novanta l’aperitivo è diventato un fenomeno molto amato dai giovani e non solo. Momento di incontro, occasione per socializzare mangiando e sorseggiando qualcosa di gustoso, dove ci si conosce in un clima informale.
Oggì è diventato qualcosa di più: un vero e proprio rito sociale che coinvolge trasversalmente un po’ tutti, dai “fighetti” alle “squinzie”, dai “very fashion” ai “no global”, dai “rasta” a “giovani pasionarie”, tutti uniti nello “Spritz” che abbatte ogni diversità sociale.
Così, anche “ingredienti poveri” come i classici salatini, ma anche verdure sott'olio e sott'aceto, bruschette e focaccine, o tartine tanto bistrattate ai tempi in cui ce le offrivano le nostre nonne, sono diventate “trendy”, sono “cool”, sono così “lounge” da rendere questo momento socializzante ormai un'abitudine costosa.
Tra una pacca sulla spalla, un’occhiata alla vicina sexy e un leggero filosofare, ci si racconta la giornata, si scherza e si tira tardi.
Ma alla fine un dubbio resta: l’aperitivo è di destra o di sinistra?

domenica 10 maggio 2009

Salina – Dopo le 5 vele arriva Aquaphone

Dopo la consegna delle 5 vele, massimo riconoscimento assegnato ai Sindaci dell’Isola Salina
per le politiche di attenzione, valorizzazione del territorio e della costa, il palmares ambientale si arricchisce di un altro prestigioso riconoscimento con la consegna, a breve, del primo Aquaphone (nella foto).
Una centralina subacquea a disposizione di chiunque voglia segnalare in diretta e da un luogo di osservazione inedito la qualità dell’acqua o l’eventuale presenza di colibatteri inquinanti.
Aquaphone può essere anche un prezioso aiuto per sub o nuotatori in difficoltà e sarà segnalato in superficie da una boa audio-lampeggiante.
I primi tre esemplari verranno installati nelle acque prospicienti i Comuni dell’Isola.
Un ulteriore passo in avanti per tutto l’ecosistema marino, insomma.
“Una sperimentazione virtuosa è possibile in questi luoghi dove il globale si traduce in agire locale e dove con una semplice sub-card è possibile telefonare senza neanche uscire dall’acqua” afferma raggiante il Presidente di “Gozzo Blu”, che insieme alla compagnia telefonica spagnola Menaphone sponsorizza l’iniziativa.
Da queste parti il modello di sviluppo turistico è stato gestito come una risorsa intelligente e non come mero sfruttamento commerciale del fenomeno; ciò ha garantito alla selezionata clientela che raggiunge quest’Isola di sviluppare una sensibilità mirata alla tutela dell'ambiente.
Il prossimo passo sarà l’istituzione di aree marine protette, contro l'abusivismo marino e i "pirati del mare", che quando il maltempo si avvicina portano via l’antico vaso con l’aiuto degli amici.

Premiata pizzeria “ 'Nto bagghiu ‘a criesia”

I lettori che immaginavano la nascita di una pizzeria nella parte laterale della chiesa di S. Lorenzo, hanno dimostrato di capire certe dinamiche socio-economiche.
A quanto pare, vista l’indifferenza dei fedeli, i Sacri palazzi hanno concesso l’area per la costruzione di un’attività commerciale che coniughi libero mercato e valori sacri.
“Perché far nascere un chiostro… quando si può costruire un chiosco?” si sono chiesti i massimi esponenti ecumenici.
La chiesa del patrono di Malfa diventa così il banco di una inedita sfida da tramandare ai libri di Storia.
Le travi poste sui “pulera a cono mozzo” già ci sono. Adesso, sotto con il pergolato che terrà freschi i visitatori durante la canicola d’agosto! E se l’afa augustea verrà definitivamente sconfitta, il progetto potrà decollare definitivamente.
La sera, tra una pizza e l’altra, gli avventori potranno deliziarsi con proiezioni cinematografiche che affrontano in maniera originale tematiche religiose.
Tra i film in programma: la commedia brillante “Dalila, perché mi hai tagliato i capelli?”, ispirato alla celebre storia di Sansone; il sequel “Gomorra contro Sodoma”; l’avventuroso “Un’arca per Noè”; il dramma familiare “Giuseppe venduto dai fratelli” ed il documentario “I lavoratori della vigna”.
Insomma i tempi cambiano e tutti, ma proprio tutti, si devono adeguare.

sabato 9 maggio 2009

Lista Santisi: è caccia alla mossa vincente

Dopo la presentazione della prima finalista dell’incontro che si giocherà a Leni ai primi di giugno, gli esperti del settore si domandano quale potrebbe essere la risposta tattica di Santisi.
Se dalle dichiarazioni iniziali sembrava che la nuova compagine avrebbe tenuto un atteggiamento di attacco tout court, passando da uno spregiudicato “tridente” ad un ben più sbilanciato “zappone a quattro corna”, col tempo il Mago dell’ultim’ora ha dovuto rivedere la propria formazione.
E così, alla stregua di un trainer che si accinge a vincere clamorosamente un Mondiale, Santisi consegnerà l’undici titolare all’ultimo momento. Motivazione? In questa maniera l’avversario non può approntare comode contromosse.
Ma come si può ovviare alla vera e propria onda d’urto messa su dal presidente Gullo, costruita unicamente per vincere (al di là dello spettacolo)? Come frenare questa potentissima corazzata, ben messa in campo dal Team Manger Saltalamacchia con un rombo che pressa alto già sulla trequarti per soffocare il gioco sul nascere?
A Santisi non resta che ridisegnare tutto, mirare ad adattarsi ai giochi e cucire addosso ai propri componenti uno schema appropriato… Se solo sapesse chi sono!
Urge una campagna acquisti di prim’ordine mirata a spaccare in due il team rivale per poi attaccarlo negli spazi, magari ricorrendo al mercato di riparazione. In questi casi bisogna affidarsi a quegli esponenti capaci di fare un gioco “oscuro” e di interdizione, nascondendo il pallino del gioco all’avversario.
Oppure, se tutto dovesse andare male, affidarsi ad uno spaventoso catenaccio, buttare la palla avanti… e sperare che Dio la mandi buona!

venerdì 8 maggio 2009

ULTIM’ORA

È “Uniti per Leni” la prima squadra ammessa alla finale che scatterà sabato 6 giugno alle ore 15.00, per aggiudicarsi la competizione elettorale nel Comune di Leni.
La squadra schiererà: Baldanza in porta; la linea difensiva sarà composta da Cincotta – Donato e Argentaro; i tre esterni Bartolone - Giardinello – La Mancusa; in mezzo al campo il playmaker Rando; in attacco De Fina e Lo Po. A disposizione Chiofalo.
La dirigenza, oltre al Presidente Gullo e all’Amministratore delegato Pollicino, si avvarrà del Team Manager Saltalamacchia e del Responsabile risorse umane Montecristo, mentre i rapporti con l’esterno saranno tenuti da A. Donato.

Il Cantaro-cultura: “Il rutto del ciclope Polifemo” il nuovo libro di Felice Deimaroni

Il vino era per i greci una bevanda sacra, alla quale attribuivano un’importanza tale da riconoscervi perfino un Dio: Dioniso, che rivelò agli uomini i segreti della produzione della bevanda.
In onore di Dioniso si celebravano le cosiddette “orge dionisiache”, delle vere e proprie feste dedicate proprio al nettare d’uva.
Nei poemi di Omero la vite ed il vino sono stati solennemente celebrati come dono speciale delle divinità ed anche Ulisse, l’eroe “che va sempre oltre”, ospite di Alcinoo re dei Feaci, durante un banchetto in suo onore ne fu vittima prendendosi una colossale sbornia.
Gli studiosi hanno a lungo indagato sulle tipologie e sugli effetti di questi vini e si sono soffermati in particolare sul cosiddetto “nettare degli dei”, la Malvasia, prodotto da un vitigno originario di un promontorio della Grecia meridionale.
Questo vino ebbe subito grande fama come attestano alcune monete liparesi nelle quali, tra tralci e grappoli d’uva, è raffigurato Efesto, dio dei Vulcani che porge agli dei un Kantaro colmo del biondo nettare.
E fu proprio questo vino a tirare fuori dai guai Ulisse nel terribile incontro con il ciclope Polifemo, che lo tenne prigioniero nella sua grotta cibandosi di tanto in tanto dei suoi compagni.
Ulisse gli offrì una ciotola ricolma di questo “zampillo di nettare d’ambrosia”, che piacque cosi tanto al ciclope da invogliarlo a chiederne ancora e poi ancora, fino a quando cadde all’indietro, supino, con l’enorme testa piegata ed emise un rutto così forte da vomitare vino e bocconi di carne umana.
Fuggito da Polifemo Ulisse e i suoi compagni fecero tappa proprio a Salina, ai tempi chiamata Dydime (“la gemella”), dove per ringraziare gli Dei dello scampato pericolo, piantarono un tralcio di questo prezioso vitigno che tenevano in serbo sulla loro nave.
Tutto questo e altro è raccontato nel volume “Il rutto del ciclope Polifemo” di Felice Deimaroni,
a breve in libreria, che ripercorre fin dai primordi la storia di questo mitico vino che oggi a Salina, e precisamente a Malfa, ha la sua patria di elezione.
Ancora oggi, infatti, viene prodotto con gli stessi antichi metodi tradizionali, da uomini capaci di perseguire un ideale di perfezione, con lo stesso lungo e paziente procedimento utilizzato per secoli.

Inter club “Massimo Moratti”: punto di riferimento nerazzurro

Lo scorso fine settimana l’isola di Salina è stata letteralmente invasa da una quantità innumerevole di tifosi nerazzurri. Il Presidente Claudio Saltalamacchia (personaggio pubblico degno del Cantaro), infatti, ha pensato bene di fare dell’isola il punto di ritrovo di numerosi Inter clubs.
Il satanasso di un Presidente ha in questi anni operato un’azione lenta e costante, che si potrebbe definire anche “sotterranea”, cementando una vera e propria fratellanza con gli altri siculi di fede interista.
Tutto questo, dicono i maligni, è stato fatto per raccogliere i futuri consensi per un’eventuale avventura politica. Ma c’è un dato di fatto: Salina non ha mai visto in bassa stagione tanta gente come negli ultimi giorni. L’economia isolana si è improvvisamente impennata, per poi riabbassarsi dolorosamente al momento della partenza dei vari associati.
Tutti hanno dovuto riflettere di fronte a quella desolazione, anche chi giurava fede ad altri colori. Adesso si rimpiangono quei visitatori vocianti, ai quali si guardava con superiore scherno.
E allora ben venga un personaggio come il caro Presidente, capace di sovvertire qualsiasi pronostico e farlo girare a proprio favore.
C’è da scommetterci: dopo questa esperienza, per l’anno prossimo l’Inter club “Massimo Moratti” avrà molti più iscritti.

giovedì 7 maggio 2009

Trasporti: “tagliato” il collegamento con Napoli?

Giornata convulsa quella di ieri sul fronte dei trasporti, per le voci di un imminente “taglio” del traghetto SIREMAR che collega le Eolie a Napoli.
Se così fosse, sarebbe questo il primo vero tangibile risultato dei vari tavoli che in questi mesi si sono susseguiti al Ministero.
Ma andiamo con ordine: appena si è sparsa la notizia, i soliti irriducibili (quelli che “se non gli dicono NO si arrabbiano”) sono saliti a bordo della Laurana appena arrivata a Lipari, chiedendo conferma delle indiscrezioni a marinai , sottufficiali e infine al comandante.
Dalle prime notizie frammentarie il comandante della nave, malgrado la giornata primaverile, si mostrava molto abbottonato dicendo, in sostanza, che ancora non c’èra nulla di deciso.
Poi il colpo di scena: tutto ruoterebbe attorno al contenuto di un fax che la società TIRRENIA avrebbe inviato agli alti comandi di bordo e nel quale si preannunciavano i tagli.
Scattano le ricerche del fax, perquisite varie sedi ed agenzie anche in Parlamento, sono stati immediatamente attivati senatori e deputati, ma del prezioso foglio non c’era traccia.
Intanto, anche sulla Laurana cominciavano le ricerche con i soliti facinorosi che minacciavano di non far partire la nave se prima non si fosse trovato il fax.
Ma la serenità delle Amministrazioni lasciava comunque fiduciosi sull’esito finale della vicenda: lavorare in silenzio alla fine paga sempre.
Correva voce, infatti, che la soluzione di ricambio fosse già pronta, ovvero un traghetto privato che 3-4 volte la settimana collegherebbe Milazzo-Lipari e Napoli. Le altre isole non toccate si sarebbero arrangiate organizzandosi con le barche.
La soluzione pensata era quella di raggruppare sulla secca del Capo i barconi con i passeggeri delle altre Isole per poi imbarcarli.
A tal fine, il Ministero dell’Interno avrebbe emanato una circolare nella quale, in deroga alle attuali leggi sull’immigrazione clandestina, consentiva a questi barconi di sostare in mare aperto senza per questo essere soccorsi e scortati al CPT di Lampedusa per il riconoscimento e il rimpatrio.
In nottata il colpo di scena finale. La Tirrenia smentiva tutto: “non c’è alcun fax, andiamo avanti così come previsto fino alla fine”.

martedì 5 maggio 2009

Amministrative Leni: la situazione

Mancano ormai pochi giorni alla presentazione delle liste nel piccolo ed operoso comune di Leni.
Sarà gara a due oppure a tre? Questo, in sintesi, sembra essere l’ultimo nodo da sciogliere.
Le novità degli ultimi giorni sono essenzialmente due: la prima è che la cordata di cittadini di Malfa si è ufficialmente ritirata in quanto, come detto in un comunicato, “non esistono più le condizioni per salvare il paese”.
La seconda è che la traversata nel deserto del candidato-medico Santisi è terminata.
Stremato, ma non ancora domo, è arrivato nottetempo nel Comune di Leni ed anche se in notevole ritardo sulla tabella di marcia, ha iniziato subito i contatti per la formazione di una lista.
“Avrei fatto prima se fossi venuto via mare” si è lasciato sfuggire, “se non altro avrei evitato di bucare le ruote dell’ambulanza”.
Intanto, in paese qualcuno ha manifestato più di un mal di pancia per le decisioni sulla composizione della squadra amministrativa e minaccia di raccogliere una ciurma di irriducibili che non vuole arrendersi allo “straniero”.
La linea della lista Gullo resta invariata: coniugare pluralismo di opinioni e decisionismo.
Nel frattempo abbiamo le prime indiscrezioni sui nomi delle liste. I più gettonati sono: “W Leni” – “Forza Leni”– “Leni dei malori” – “Voglia di Leni” – “Un cerotto per Leni” – “So-corso per Leni”.
Quest’ultimo sarebbe il nome scelto dalla lista di Santisi ed in effetti per un medico sembra proprio azzeccata.
La gente sembra tranquilla, partecipa, si informa e si accalora sperando che passato questo fiume di parole resti qualcosa anche per loro.

Tolleranza zero: i malfitani si spaccano!

Dopo il gravissimo episodio che aveva visto una donna marocchina picchiata in pubblica piazza da chissà quanti connazionali,il popolo di Malfa si è improvvisamente destato.
La gente ha subito pensato cosa sarebbe potuto accadere se il fatto fosse avvenuto durante l’estate… cosa avrebbero pensato di noi, i turisti? Una fortuna, quindi, che lo scempio sia avvenuto a stagione estiva ancora lontana. Le parvenze sono quantomeno cautelate.
Ma i malfitani, gente da sempre ligia alle regole, al buongusto ed alla compenetrazione sociale, hanno detto basta! Tolleranza zero! In poche parole: questi extracomunitari hanno rotto! Ma cosa fanno i nostri politici, oltre a mangiarsi lo stipendio? Non lo sanno che siamo noi a pagare le tasse?
Un vero e proprio sconcio, che fino ad oggi non era stato notato da nessuno. Un po’ come i rifiuti in Campania, diciamo… Ma ora che i fatti sono sotto gli occhi di tutti, se necessario, bisogna far intervenire anche l’esercito!
Quindi, è stata approntata una petizione. Con questa raccolta di firme, da presentare al sindaco, i cittadini pongono un fermo veto sull’indifferenza e sull'illegalità. Altrimenti, succede il quarantotto!
Ma di colpo, il paese si è trovato spaccato in più parti:

Gli Intransigenti, che da tempo mormorano: “Te l’avevo detto che succedeva ed è successo! Dovevamo pensarci prima, ma a modo nostro!”;

I Buonisti, che non hanno il polso sufficiente per fronteggiare la situazione;

Gli Opportunisti riflessivi, cioé quelli che hanno comunque firmato e che poi hanno dovuto fare delle considerazioni, pronunciate ad alta voce:”Innanzi tutto, molti extracomunitari campano ammassati in pochi metri quadrati, senza servizi igienici e pagano un discreto affitto”, “poi, parecchi di loro lavorano in nero e senza alcuna assicurazione”, “e se Tolleranza zero deve essere, deve valere per tutti… Insomma…, bisognerebbe guardarsi attorno e farsi qualche giro per il paese…”. “Ma allora, forse, sarebbe meglio cancellare il proprio nome dalla petizione, perché siamo stati troppo affrettati”;

I Coerenti: quelli che sostengono che se bisogna picchiare una donna lo si fa in casa propria, che un’aggressione tra compaesani è meno grave che tra extracomunitari e che se proprio bisogna prostituirsi, beh, che almeno si favorisca gente del posto!

Una situazione difficile da decifrare? No. Basta solo appartenere ad una di queste categorie.

lunedì 4 maggio 2009

Se son fiori fioriranno

Un giovane figlio dei fiori malfitano degli anni Settanta, diceva che : “A littera va zappata, perché è l’anello di congiunzione fra l’uomo e la natura: stato intermedio, cioè, fra l’aspetto naturale, spontaneo del mondo naturale terrestre e la creazione umana. La natura (o parti di essa) addomesticata, in altri termini”.
Ed ecco, dopo tanti anni, che per magia le strade del Comune di Malfa ritornano a fiorire come in quei magnifici anni settanta di cui tutti ne parlano ma nessuno più si ricorda.
E così una mattina, armati di buona volontà, tutti gli operatori comunali abili a disposizione hanno iniziato a zappare lungo tutte le strade del proprio comune e poi, non soddisfatti, hanno continuato pure con le strade provinciali.
E così, “... sistema un’arginella di qua”, “... metti ancora un po’ di terra di là…” è avvenuto il miracolo.
A questo punto le scelte effettuate, specie vegetali da impiegare, densità e posizione delle piante, potranno risultare efficaci solo se sarà stato appropriato anche l’accoppiamento pianta – piantatore.
Infatti, chi mette a dimora la pianta raggiunge in quell’attimo il potere divino dell’amore per la creazione e la vita. Allora, in quell’ istante, il giardiniere deve essere tutt’uno con la natura, deve plasmare con le mani la terra, poi ci deve sudare sopra e solo alla fine poserà il suo sguardo sulla sua creazione e sarà vita… se pur vegetale.
Ora, questo povero operaio, che altro non è che il padre putativo della pianta, deve prendersi le sue responsabilità, e deve intervenire sulle fasi della crescita naturale ed emotiva della sua creatura.
Infatti le piante sono come gli esseri umani, devono essere accudite con tanto amore ed affetto. Hanno bisogno di nutrirsi e crescere serene con la tenerezza di chi le circonda, quindi bisogna evitare di calpestarle, di fargli frequentare brutte erbacce e curarle quando si ammalano.
Alla fine chiudiamo con la speranza che i “padri” si prendano cura di tutte queste giovani piante che un giorno cresceranno. Come si suole dire : se son fiori fioriranno.

sabato 2 maggio 2009

Chiesa di S.Lorenzo: ultimati i lavori

Sono di fatto terminati i lavori di restauro e risanamento conservativo della Chiesa madre di San Lorenzo in Malfa, assieme a quelli dell’attigua terrazza esterna.
I lavori, nel complesso architettonico che risale al 1926, cominciati due anni fa, sono stati particolarmente difficili per lo stato di abbandono di alcune parti dell’edificio.
Particolare difficoltà ha presentato il rifacimento (in pratica la “re-invenzione”) dell’area della terrazza esterna lato est, in quanto il degrado del tempo ne aveva cancellato i tratti stilistici e compromesso la fruizione.
Ma oggi, grazie ad ardite suggestioni progettuali neo-eoliche, non prive di originalità, quest’area risplende di nuova luce
Non era semplice concepire, ricostruire ed armonizzare accanto ad una Chiesa l’antico “bagghiu eoliano”, con pulera a “cono mozzo” che si innalzano fino a sostenere robuste travi di castagno, destinate ad ospitare tralicci di canne, o un bel pergolato di vite per dare ombra di giorno e per proteggere dall’umidità la sera.
Lungo il “bagghiu” sfila un rialzo (o “bisola”) che fa da sedile, mentre nel centro è stata restaurata l’antica cisterna e la corona esterna in ferro battuto che ospita “u sicciu”, il secchio per prendere l’acqua.
La solarità dei colori immerge tutto il complesso nel disegno colorato del paesaggio.
L' architettura religiosa costituisce un aspetto fondamentale della cultura e della società eoliana. L'eterogeneità dei modelli offre un ventaglio di soluzioni superiori a quelle dell' architettura religiosa classica, in quanto la varietà delle forme e l’invenzione di nuovi tratti (pulera a “cono mozzo”) rispecchia non solo l'evoluzione storica degli stili, ma anche inventiva progettuale svincolata da ogni limite e controllo.
In questa ottica il restauro del terrazzo esterno è un esempio di architettura-rurale religiosa coerente con l’uso familiare e conviviale, che si inserisce nell’ambiente con assordante silenzio.