
I primi segnali, che arrivano all’indomani delle elezioni amministrative di Leni, sembrano dare subito una brusca accelerazione alla ridefinizione dei rapporti di forza interisolani.
Anche se tutti sono d’accordo che i tavoli debbano continuare a mantenere i quattro piedi, è la loro grandezza e la redistribuzione degli spazi che rischia di far saltare i consolidati equilibri raggiunti in questi anni.
Fino ad oggi, il Comune dell’isola più grande aveva anche un tavolo più grande e così via per gli altri Comuni, ma con la nuova “par condicio” questo concetto dovrà essere quantomeno rivisto.
I tavoli e gli spazi dovranno essere uguali per tutti e non essere precostituiti; si può solo accettare un diverso tipo di legno, ma sulla forma e la superficie non si discute.
La mossa ha spiazzato un po’ tutti, specie il Comune di Lipari, che da sempre siede in un tavolo più grande e che in talune occasioni ha accolto nel proprio spazio anche gli amministratori della vicina Isola di Salina.
La reazione ufficiale degli altri due Comuni ancora non c’è stata, ma pare che le posizioni siano contrastanti: una possibilista e l’altra decisamente contraria a cambiare lo status quo.
La problematica posta non è di facile soluzione, ove si pensi a quanti sono i tavoli aperti a tutti i livelli.
Le istituzioni gettano acqua sul fuoco, assicurando che una squadra è già all’opera per verificarne la grandezza e si dicono anche disposte a mediare per trovare una via d’uscita.
Nel caso di un mancato accordo si potrebbe addirittura arrivare alla paradossale situazione che ogni amministrazione si porti da casa il proprio tavolo.
Ne deriverebbe, a quel punto, che il costo verrebbe scaricato sui contribuenti e in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando questa scappatoia sarebbe quantomeno inopportuna.
Comunque il sasso è stata lanciato e l’acqua, che da tempo era stagnante, si è improvvisamente agitata.
Un aspetto trascurato, mi dispiace dirlo, è la robustezza del tavolo.
RispondiEliminaIn quanto lo stesso sarà messo a dura prova nel caso in cui le discussioni degenerassero e si giungesse alla famosa fase " di battere i pugni sul tavolo".
A questo punto suggerisco di insitallare sotto il tavolo una scatola nera, che in caso di rottura del tavolo durante la discussione possa servire alla ricostruzione fatti.
RispondiEliminaLa rivendicazione di tavoli uguali per tutti mi sembra assolutamente legittima. Aggiungerei la regola di utilizzare ripiani in legno non troppo duro, come quelli dei pub londinesi, dove le persone che si siedono possano scolpire il proprio nome (o i cuoricini con le frecce) con la punta di un coltellino.
RispondiEliminabisogna adeguare anche le sedie?? M.L.S.
RispondiEliminaIl tavolo è importante ma....
RispondiEliminacari amici mi pare che dimenticate che le poltrone sono più importanti e lo scontro si svolge da sempre su dove posare comodamente le proprie natiche...
NATT
come siete ironici ....fate quasi sorridere per l'inutilita delle battute , che nn graffiano , nnurtano nessuno e vi fanno sentire intelligenti. SCUSATE MA SIETE PATETICI.....ROSSODISERA ( QUALKUNO MI CONOSCE)
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