
Sopra i maggiori network eoliani, la cui fruizione è possibile on line, si possono leggere simpatici articoli sui gabbiani, chiamati in dialetto locale “cavazze”.
Questi uccelli marini (tipici quindi dell’arcipelago delle Eolie), rivestono una figura temibile nell’immaginario collettivo, soprattutto a causa del famoso regista Alfred Hitchcock (1899-1900). Quest’ultimo, nel film “Gli Uccelli”, li rendeva protagonisti di efferate incursioni ai danni degli umani. Dopo quella pellicola, la gente ha sempre guardato con timore verso il cielo.
Ma le sempre interessanti ed importanti notizie eoliane pubblicate sul web, invece, dipingono di ben altri colori e con differenti contorni queste figure pennute, che con il loro canto sono diventate una delle principali attrazioni di Lipari.
Le “cavazze”, infatti, hanno imparato a convivere con l’uomo, in una sorta di patto
do ut des. Patto in cui la gente si è ben rispecchiata e che, di conseguenza, è stata subito lieta di sottoscrivere.
Queste informazioni, degne di essere riportate alla grande platea di internet, ci dicono che le “cavazze” arrivano fino a terra, si affollano sui porti, cantano ilari sulle acque… ma tutto questo perché aspettano i ridenti pescherecci carichi di pesce, pronto per essere smerciato ai consumatori in tutta la sua freschezza.
“Meno male che i gabbiani sono praticamente a terra perché aspettano il pesce!” diciamo noi, perché qualcuno in mala fede potrebbe sparlare dicendo che il territorio è impestato di spazzatura (in dialetto eoliano: “munnizza”) e che quindi le “cavazze” fanno ormai parte dell’abitato civile proprio per questo!
Ma invece non è così. Sarebbe impensabile in un’ambita meta turistica, nonché sede di un prestigioso museo internazionale.
Ci piace dire, inoltre, che la terminologia eoliana racchiude dei significati da interpretare come autentiche metafore. Avete presente quando un gruppo di ragazzi gira attorno ad una bella donna, cercando di circuirla con la propria aitante presenza e confondendola tra dolci parole? Avete ben presenti queste componenti, che sono le basi del corteggiamento in qualsiasi specie animale? Bene, in gergo eoliano, questi esemplari di maschi locali vengono per l’appunto definiti come delle autentiche “cavazze”!
Vogliamo concludere, sempre rimanendo nel campo degli idiomi, che gli individui possono essere anche definiti “arpazzi”, cioè poiane. Vengono chiamati in ballo questi rapaci quando ci sono soggetti che, pur girando anche loro attorno la “preda”, presentano ben altri intenti: il loro unico scopo, infatti, è quello di “ghermire” in base a dei veri e propri interessi materiali! Logico volgere il pensiero ad ipotetici scenari politici, infestati dall’arpazza politica, mutazione genetica dell’originale. Evoluzione o involuzione?
Ben vengano le “cavazze”, allora, sperando che personaggi stile “arpazzi” non facciano mai la propria comparsa, con i propri sorrisi ammiccanti, in questi immacolati orizzonti.