
Come al solito, innovatori e conservatori si fronteggiano senza esclusioni di colpi e non ci pensano proprio a rivedere le proprie posizioni.
Il discorso, com’era prevedibile, tocca anche lo stile architettonico. Ci sono quelli che vorrebbero finalmente evolversi, dare un calcio definitivo alle zavorre che non permettono all’arcipelago di crescere (e quindi fruttare economicamente), guardando alle strutture più alla moda come quelle presenti a Milano o altre prestigiose città; di contro, continua a permanere lo zoccolo duro di chi vuole preservare l’ “eolianità” e perciò desidera tutelare a tutti i costi la tradizionale architettura isolana, osteggiando qualsiasi possibile “contaminazione”.

Il problema si pone non solo per le utenze commerciali in cui diventa sempre più difficile far convivere l’alluminio anodizzato con il marmo e le maioliche eoliane, ma anche per l’edilizia abitativa.
A tal proposito abbiamo sentito il parere dell’architetto polacco Dimitri Kaucynaskij, un profondo conoscitore della realtà isolana da noi raggiunto mentre prendeva il sole nella splendida caletta “U Pirciateddu” tra Pollara e Rinella.
«In tempi brevi, l’unica opera che possa coniugare l’innovazione e la tradizione, l’utilità e la salvaguardia del paesaggio, a mio modesto parere, è il cosiddetto “interrato”. Ma ora occorre andare oltre, bisogna anticipare il futuro e cominciare a pensare alla naturale evoluzione del prototipo originale ed in questo senso l’idea di “seminterrato ad uso agricolo” potrebbe rivelarsi la scelta più adatta.
Nel campo delle attività commerciali, la strada maestra è il modello proposto nella ristrutturazione della Banca di Malfa.
Apertura al design moderno e alle novità nel solco della più profonda eolianità ed ai motivi ad essa sì riconducibili: punteggiature di travi, cannizzi, pietre di mare levigate, inserti di muro a calce ed elementi ad arco».
Insomma, per Kaucynaskij questa è la strada maestra da seguire per non svuotare completamente “lo stile eoliano” e preservarne il suo tratto peculiare: la casualità.
Il workshop, che in autunno dovrebbe riunire attorno a un tavolo architetti del calibro di Jonny Brick, Nikita Chiodianu, Pedro Uccello e lo stesso Kaucynaskij, dovrebbe portare ulteriori elementi di chiarezza su quale dovrà essere lo sviluppo di questo paradiso naturale, dichiarato non a torto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Queridos amigos do blog "o Cantaro" nos queremos vos agradecer para as noticias sobre a nossa isla perdida da Salina.
RispondiEliminaNos somos emigrantes da Salina na grande terra do Brasil e um pouco nos esquecimos a lingua italiana e assim vos queremos que voces pudesse escrever no dialeto siciliano que ainda nos lembramos. Muitos obrigados e esperamos saber outras noticias, beijos
Os Cariocas da Salina
Dichiarazione sull’ambiente umano
RispondiEliminaLa presente dichiarazione è stata approvata il 16 giugno 1972 dai capi delle 110 delegazioni che
hanno partecipato alla Conferenza dell'ONU tenutasi a Stoccolma.
Nel preambolo la Dichiarazione afferma che siamo ormai giunti ad un punto della storia in cui “noi
dobbiamo condurre le nostre azioni in tutto il mondo con più prudente attenzione per le loro
conseguenze sull'ambiente”. La difesa e il miglioramento dell'ambiente sono divenuti “uno scopo
imperativo per tutta l'umanità”, da perseguire insieme a quelli fondamentali della pace e dello
sviluppo economico e sociale mondiale.
I 26 PRINCIPI
1. L'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'eguaglianza e a condizioni di vita
soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è
altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell'ambiente davanti alle
generazioni future. Per questo le politiche che promuovono e perpetuano l'apartheid, la
segregazione razziale, la discriminazione, il colonialismo ed altre forme di oppressione e di
dominanza straniera, vanno condannate ed eliminate.
2. Le risorse naturali della Terra, ivi incluse l'aria, l'acqua, la flora, la fauna e particolarmente il
sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e
future, mediante una programmazione accurata o una appropriata amministrazione.
3. La capacità della Terra di produrre risorse naturali rinnovabili deve essere mantenuta e, ove ciò
sia possibile, ripristinata e migliorata.
4. L'uomo ha la responsabilità specifica di salvaguardare e amministrare saggiamente la vita
selvaggia e il suo habitat, messi ora in pericolo dalla combinazione di fattori avversi. La
conservazione della natura, ivi compresa la vita selvaggia, deve perciò avere particolare
considerazione nella pianificazione dello sviluppo economico.
5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo da evitarne l'esaurimento
futuro e da assicurare che i benefici del loro sfruttamento siano condivisi da tutta l'umanità.
7. Gli Stati devono prendere tutte le misure possibili per prevenire l'inquinamento dei mari con
sostanze che possano mettere a repentaglio la salute umana, danneggiare le risorse organiche
marine, distruggere valori estetici o disturbare altri usi legittimi dei mari..
10. Per i Paesi in via di sviluppo, la stabilità dei prezzi, adeguati guadagni per i beni di prima
necessità e materie prime, sono essenziali ai fini della tutela dell'ambiente, poiché i fattori
economici devono essere presi in considerazione, così come i processi ecologici.
15. Nella pianificazione edile e urbana occorre evitare gli effetti negativi sull'ambiente, ricavandone
i massimi vantaggi sociali, economici ed ecologici per tutti. In considerazione di ciò, i progetti
destinati a favorire il colonialismo e la dominazione razziale devono essere abbandonati.
essi devono diffondere informazioni educative sulla
necessità di proteggere e migliorare l'ambiente, in modo da mettere in grado l'uomo di evolversi
e progredire sotto ogni aspetto.
20. La ricerca scientifica e lo sviluppo, visti nel contesto dei problemi ecologici nazionali o
multinazionali, devono essere incoraggiati in tutti i Paesi, specialmente in quelli in via di
sviluppo. A questo riguardo, deve essere appoggiato e incoraggiato il libero scambio delle
informazioni scientifiche e delle esperienze, per facilitare la soluzione dei problemi ecologici.
Inoltre, occorre che le tecnologie ambientali siano rese disponibili per i Paesi in via di sviluppo
in termini tali da incoraggiare la loro larga diffusione, senza costituire per detti Paesi un onere
economico.