mercoledì 1 luglio 2009

Malfa: presentata la relazione sui disservizi idrici.

Presentata la relazione sui disservizi idrici nel comune di Malfa.
La Commissione era stata incaricata di scoprire il motivo per cui ad alcune utenze l’acqua arriva normalmente mentre ad altre, poste anche a pochi metri, i rubinetti rimangono a secco.
Il gruppo di lavoro nella sue conclusioni ha evidenziato come le difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento all’utenza sono dovute essenzialmente a due fattori: la prima è legata alla formazione di bolle d’aria all’interno dei tubi; la seconda ai differenti diametri dei tubi di allaccio.
In particolare è stato evidenziato che l’attuale assetto idrico, come concezione, si richiama ai principi degli antichi acquedotti romani risalenti a circa venti secoli fa.
L’acqua pompata e raccolta in grossi invasi, posti a monte dell’abitato, viene immessa nei tubi per caduta a seguito dell’apertura di opportune saracinesche.
I tubi collegati a questi invasi sono ancora disposti a “pectinis” (pettine), ma anticamente tutti i dentelli di questo "pettine" erano delle stesse dimensioni e dunque il quantitativo d’acqua era sostanzialmente uguale per tutti.
La Commissione ha accertato che le bolle si formano nel momento in cui l’acqua, percorrendo il tubo, spinge in avanti l’aria, che forma un vero e proprio tappo. Quest’ultimo elemento va ad otturare l’ingresso degli allacci.
A questo si aggiunge che l’allaccio provvisto di un tubo più grande assorbe la quasi totalità dell’acqua, mentre gli allacci seguenti (come evidenziato nel grafico) hanno a disposizione meno pressione e meno portata.
Se il tubo è molto grande la bolla passa ma può diventare pericolosa, in quanto, dovendo poi fuoriuscire, può creare dei pericolosi soffioni.
Il fenomeno è stato osservato, in particolare, in allacci collegati a piscine o a grosse cisterne, dove le bolle al momento della fuoriuscita hanno formato delle vere e proprie campane d’acqua.
Le soluzioni proposte non sono semplici, in quanto occorrerebbe rivedere l’intero impianto idrico; anche perché, nel caso tutta l’utenza aumentasse il diametro dei tubi, pur risolvendo, probabilmente, il problema delle bolle d’aria, si rischierebbero pesanti conseguenze sul consumo e anche sulla sicurezza degli utenti.
Immaginate infatti di far fuoriuscire una bolla d’aria di quelle dimensioni da un rubinetto di cucina o da uno scarico del bagno.
La relazione, che è costata due anni di lavoro, ha avuto comunque il pregio di fare finalmente piena luce su questo fenomeno, che specialmente nel periodo estivo crea gravi disagi sia all’utenza domestica che a quella commerciale.

3 commenti:

  1. Ma dell'imianto nuovo fatto 3 anni fa sotto la strada con le pietre ?
    Come è andta a finire ?
    Quando si metterà in uso ?
    Oppure sarà orma vecchio e pieno di bolle ?
    E l'altro tratto di strada dal conad in sù ?
    Ma dice che c'erano i soldi, comìè fnita, si sono persi ?
    E almeno sistemare il raccordo davanti al conad che da 3 anni mi fa saltare i c... in bocca ogni volta che ci passo ?
    Però le margherite secche sono bellissime !!!!!!
    Miiiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!

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  2. chi tocca il conad muore....

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  3. la rete idrica è vecchia di 50 anni. sotto la strada del centro ci sono solo i cavi telecom e enel.

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