
Le prese di posizione sull’argomento si susseguono e ognuno, nel tentativo di portare acqua al proprio mulino, non si fa scrupolo di lanciarsi in ardite disamine socio-turistico-culturali da fare invidia anche agli esperti del settore.
Il Cantaro, che non si è mai sottratto a dire la propria su questi argomenti, vorrebbe provare a riportare il dibattito su binari più razionali.
Iniziamo col dire che il problema “dello sviluppo sostenibile dell’ecosistema “ è vecchio quanto il mondo, ove si pensi che i primi insediamenti in queste terre si perdono nella notte dei tempi.
Se così non fosse, dovremmo ammettere che i nostri antenati non salvaguardavano la natura, non fossero degli ecologisti e che soprattutto non si ponevano il problema di un turismo sostenibile: e questo non è vero.
Chi mastica appena un po’ di archeologia sa che uno dei villaggi turistici più famosi di questo arcipelago (e non solo) fu quello di Capo Milazzese, riportato alla luce nell’isola di Panarea, che risale addirittura al II millennio a.C.
Un “moderno” ed attrezzato complesso composto da 23 capanne, con muri di pietra a secco di forma ovale e qualcuna di forma rettangolare posto sulla sommità pianeggiante di un pianoro che domina la baia di Calaiunco.
Una posizione invidiabile, con panorami mozzafiato, che nel corso della sua lunga attività ha attratto visitatori dalle vicine coste della Sicilia. Senza dimenticare i contatti con l’Egeo e la Grecia micenea, fino ad arrivare in piena età imperiale romana.
Ebbene, voi pensate che in quel posto l’ecosistema sia stato sconvolto o no?
L’Homo Panarienses si rendeva conto degli scarichi a mare delle “barche” che anche allora che vi sostavano? E lo “smaltimento” dei rifiuti era controllato o no?
La verità è che anche allora si era capito che per garantire la sopravvivenza di quelle popolazioni, non bastava solo scegliere siti facilmente difendibile dagli attacchi dei nemici.
L’intuizione di prospettiva è stata quella di capire che era necessario proporre un nuovo modello di sviluppo fruibile ed economicamente sostenibile.
Il complesso di “Capo Milazzese” resta un punto di partenza fondamentale per progettare e coniugare nello spirito e nella lettera lo sviluppo nonché la salvaguardia dell’ambiente.
Se oggi possiamo permetterci il lusso di parlare di questi argomenti lo dobbiamo anche all’eredità lasciataci da questi remoti antenati, che con grande lungimiranza costruirono un villaggio turistico profondamente rispettoso non solo dell’ecosistema ma anche del territorio.
In questo senso, la scoperta del villaggio turistico ante litteram resta un esempio da imitare per evitare che tra qualche millennio altri scavi portino alla luce non già insediamenti di una civiltà in espansione, bensì di popolazioni avviate all’autodistruzione.
Cari amici,
RispondiEliminaprendiamo il caso dei magazzini al mare a Pollara. Sono stati scelti per girare un film importante come testimonianza di un modo di vivere dei pescatori di un tempo.
Sono stati costruiti in contesto sociale e per esigenze particolari.
Adesso tutto questo sarebbe inconcepibile, la costruzione sul mare di una struttura pubblica o privata sarebbe assolutamente e giustamente vietata.
Il contesto storico e sociale cambia cari amici e dobbiamo prima di tutto salvaguardare, conservare e proteggere. La grande sfida è farlo con intelligenza e farlo diventare una occasione di sviluppo turistico ed economico.
Non per niente siamo "Patrimonio dell'Unesco" e spesso questo riconoscimento viene ingiustamente dimenticato.
Si può e si deve fare ricchezza anche con la cultura e non con le colate di cemento e i voli di elicotteri.
NATT
D'accordo con tutto questo salvaguardare ma se anche l'isola di Marlon Brando dove è stato girato il film "Gli ammutinati del Bounty" sta diventando un resort
RispondiEliminaChe dobbiamo restare arretrati pagando il prezzo di un mancato sviluppo per tutti questi vincoli ambientali?
Bravo, caro anonimo delle 20,18, sono perfettamente daccordo con te. Il mondo va avanti e si evolve, mentre noi stiamo rimanendo indietro, e questa estate povera e desolata ci sta dando la prova che le Eolie stanno morendo.
RispondiEliminaE quando muore l'economia di un paese muore un paese intero......
Beati voi che "usate" le Eolie solo x farvi le vostre vacanze, criticare e giudicare. Finita la vostra settimana di relax ve ne tornate nelle vostre belle città, e le Eolie diventano un bel ricordo...
...sento dire sempre le medesime cose ogni anno: " quest'anno c'è meno gente degli altri anni".
RispondiEliminaMa che palle ragazzi. Ci sono 3 problemi fondamentali per un turismo che non riesce a decollare in termini di destagionalizzazione:
1) Soldi ne restano pochi nelle tasche degli italiani, fenomeno di crisi generalizzata a livello nazionale;
2) I trasporti costano troppo e danno solo disservizi (ritardi, corse che saltano etc etc). Per esempio: se parti alle 6 del mattino da Malpensa arrivi a salina dopo 12 ore se ti va bene;
3) Infine il turista è scontento dei servizi dell'isola. Diciamocela tutta; fare la spesa a Salina oppure andare al ristorante significa farsi spennare come un pollo.
Non sempre il sorriso degli addetti ai lavori, che è sempre ben gradito dai clienti, è impresso sul loro volto.
E questo per voi è fare turismo?
Carissimi abbiamo tutti ragione
RispondiEliminaLa verità è che si deve lavorare per più tempo durante l'anno, sono solo per 30-40 giorni d'estate.
E allora che cosa serve??
Serve più professionalità più programmazione più capacità di attrazione anche di un turismo meno ricco e più vicino all'isola.
Non solo Milano o l'Europa
Dove sono i siciliani?
Dove vanno in vacanza le famiglie messinesi?
Dobbiamo lavorare tutti meglio e di più
A Presto
NATT (Nuova Associazione Tramonti e Tramontati)
Ma quali belle città ma l'hai mai vista una città??? (caro anonimo del 04 agosto ore 8,59) forse non hai capito e sei anche in buona compagnia!!! che i turisti vengono alle eolie (affrontando disagi di viaggio) perchè sono dei posti incantevoli DOVE SI PUO' STARE IN PACE E GODERE DI UNA NATURA INCONTAMINATA... forse ancora per poco vista le bestialità dilagante che anche qui a Salina dobbiamo avere tutto incementato perchè così si investono soldi (anche e sopratutto di gente MAFIOSA) e si fa i moderni senza vincoli e aperti all'innovazione anzi perchè nò.... SPALANCATI!!!!
RispondiEliminasenza capire che con questa mentalità ROVINIAMO E DISTRUGGIAMO L'UNICA RICCHEZZA CHE ABBIAMO ..... e allora sì ... addio turismo!!!!
Il solito tuirista sapientono che crede di sapere tutto! "L'hai mai vista una citta?" ahahah.
RispondiEliminaNo, in effetti noi viviamo in grotte, ci cibiamo del pescato e della selvaggina, e di solito non ci facciamo vedere in giro duante il periodo estivo (sai il caos ci intimorisce).
Io personalmente riesco a scrivere discretamente bene perchè ho avuto la fortuna sin da piccolo da essere stato "adottato" dai turisti nel periodo estivo.
Ah dimentichiamo, una cosa curiosa e peculiare di questa Isola, noi abbiamo tutti lo stesso nome "VENERDI'", caro Robinson Crusoe
Bravo, caro anonimo delle 9,45!!!! Ti sei dimenticato che nel periodo estivo, noi (poveri disgraziati) abitanti di Salina, andiamo in giro con il gonnellino e la clava, e facciamo da attrazione a tutti questi turisti, ci facciamo la foto insieme a loro cosicchè quando ritornano nelle loro belle città, che noi non abbiamo mai avuto il piacere di visitare (ahimè), le mostrano a parenti ed amici.......
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