venerdì 31 luglio 2009

Isole eolie – Sviluppo e salvaguardia ambientale: il dibattito si fà incandescente.

Corsi e ricorsi della storia. Il dibattito sullo sviluppo sostenibile dell’arcipelago infiamma la già calda estate eoliana.
Le prese di posizione sull’argomento si susseguono e ognuno, nel tentativo di portare acqua al proprio mulino, non si fa scrupolo di lanciarsi in ardite disamine socio-turistico-culturali da fare invidia anche agli esperti del settore.
Il Cantaro, che non si è mai sottratto a dire la propria su questi argomenti, vorrebbe provare a riportare il dibattito su binari più razionali.
Iniziamo col dire che il problema “dello sviluppo sostenibile dell’ecosistema “ è vecchio quanto il mondo, ove si pensi che i primi insediamenti in queste terre si perdono nella notte dei tempi.
Se così non fosse, dovremmo ammettere che i nostri antenati non salvaguardavano la natura, non fossero degli ecologisti e che soprattutto non si ponevano il problema di un turismo sostenibile: e questo non è vero.
Chi mastica appena un po’ di archeologia sa che uno dei villaggi turistici più famosi di questo arcipelago (e non solo) fu quello di Capo Milazzese, riportato alla luce nell’isola di Panarea, che risale addirittura al II millennio a.C.
Un “moderno” ed attrezzato complesso composto da 23 capanne, con muri di pietra a secco di forma ovale e qualcuna di forma rettangolare posto sulla sommità pianeggiante di un pianoro che domina la baia di Calaiunco.
Una posizione invidiabile, con panorami mozzafiato, che nel corso della sua lunga attività ha attratto visitatori dalle vicine coste della Sicilia. Senza dimenticare i contatti con l’Egeo e la Grecia micenea, fino ad arrivare in piena età imperiale romana.
Ebbene, voi pensate che in quel posto l’ecosistema sia stato sconvolto o no?
L’Homo Panarienses si rendeva conto degli scarichi a mare delle “barche” che anche allora che vi sostavano? E lo “smaltimento” dei rifiuti era controllato o no?
La verità è che anche allora si era capito che per garantire la sopravvivenza di quelle popolazioni, non bastava solo scegliere siti facilmente difendibile dagli attacchi dei nemici.
L’intuizione di prospettiva è stata quella di capire che era necessario proporre un nuovo modello di sviluppo fruibile ed economicamente sostenibile.
Il complesso di “Capo Milazzese” resta un punto di partenza fondamentale per progettare e coniugare nello spirito e nella lettera lo sviluppo nonché la salvaguardia dell’ambiente.
Se oggi possiamo permetterci il lusso di parlare di questi argomenti lo dobbiamo anche all’eredità lasciataci da questi remoti antenati, che con grande lungimiranza costruirono un villaggio turistico profondamente rispettoso non solo dell’ecosistema ma anche del territorio.
In questo senso, la scoperta del villaggio turistico ante litteram resta un esempio da imitare per evitare che tra qualche millennio altri scavi portino alla luce non già insediamenti di una civiltà in espansione, bensì di popolazioni avviate all’autodistruzione.

giovedì 30 luglio 2009

Cantaro-cultura: vernissage della mostra sui vulcani: “Eruzioni ed erezioni intorno all’Io”.

L’unico modo per far fronte alle esigenze dell’estate sembra essere quello di “inventarsi” nuove proposte alternative.
Il Comune di Malfa, concentrato sul segmento culturale del settore turistico, ha iniziato un’autentica campagna di mostre ed audizioni, che si spera possano intrattenere degnamente i propri visitatori.
È il caso della mostra di immagini e pensieri del vulcanologo prof. Pierfrancesco Ingrifato, dal titolo: Eruzioni ed erezioni intorno all’Io..
L’evento è un viaggio onirico nei momenti più intensi vissuti dallo studioso in varie parti del mondo, con una particolare attenzione per le esperienze provate sulle vette vulcaniche delle Eolie.
«Un’esperienza tanto mistica da diventare quasi orgasmica» ha detto il professore durante la presentazione, scatenando scrosci impetuosi di applausi.
Oltre a splendide foto, che ben presentano l’argomento, è stato possibile visionare delle opere d’arte ispirate proprio dal fenomeno vulcanologico.
Particolare attenzione meritano i “tavulazzi” multicolorati con cromature “liquide”, create dal docente durante i primi anni di vita e già influenzate da quella che sarebbe poi diventata la passione di una vita.
Le opere sono state sviluppate con una particolare tecnica denominata “orinamento a fontana”, capace di ricreare il vulcano nella sua incontinente ed infantile potenza.
Foto,immagini e stati d’animo tradotti in suggestivi versi, “come sangue ribollente scorre sotterraneo il magma, cercando la via per sfogare il suo piroclastico zampillo ed abbeverare il mio assetato Io”, accompagnano il visitatore in questa passerella di immagini ed emozioni.
Ma non andiamo oltre e lasciamo che ognuno, visitando la mostra, viva personalmente tali versi ed emozioni.

mercoledì 29 luglio 2009

Isole Eolie – Presentata la nuova associazione sullo sviluppo delle Eolie: “S.O.S.”

L’aria è di uno che sa il fatto suo: giacca di lino, camicia azzurra, cravatta colore acqua marina. Il dinamico Presidente di S.O.S (Sviluppo Ora Subito), Agatino Ciaramella, presenta la nuova associazione che si propone di rompere il teatrino paludato e cerchiobottista sui grandi temi che interessano lo sviluppo di queste Isole.

Presidente è d’accordo sulla linea di coniugare sviluppo e salvaguardia ambientale?
«È la solita querelle fatta di aria fritta: senza sviluppo non c’è speranza per questi posti. Occorre liberalizzare, tagliare lacci e lacciuoli che ci impediscono di decollare.
Anche gli operatori del settore debbono essere coerenti, perché non si possono contemporaneamente sposare politiche che sono in contrasto tra di loro. Ho letto le loro posizioni sul problema degli elicotteri e mi sono sembrate francamente imbarazzanti. Decidessero una volta per tutte cosa vogliono fare da grandi».

Quindi lei è d’accordo all’introduzione di un servizio elicotteri.
«Non solo con gli elicotteri, ma con ogni mezzo che porti turisti.
Oggi si lavora con il turismo, dunque cosa vuole che m’importi come arrivano i nostri ospiti? L’importante è che vengano. Dobbiamo incentivare chi può farlo, non deprimerlo.
Guardi, l’altro giorno ero ad un convegno a Santa Eufemia d’Aspromonte e mi hanno chiamato degli amici per prendere un caffè a Panarea. Bene, ho fatto una telefonata ed in venti minuti ero già sull’isola.
Questo è solo un esempio, ma siamo noi che dobbiamo essere pronti a soddisfare le esigenze dei nostri ospiti. No pretendere il contrario, come avviene oggi».

Ma i vincoli comunque ci sono, dunque bisogna rispettarli.
«I vincoli non sono eterni. Come dice qualcuno: “Solo i cretini non cambiano mai idea”. Il ragionamento è semplice. Abbiamo tutti questi vincoli… Aboliamoli!
Esempio: non si possono sorvolare le zone protette. Aboliamo le riserve naturali, così tutti potranno godere delle bellezze della nostre isole.
State sicuri che Madre natura provvederà da sé alla propria salvaguardia, come è sempre avvenuto nei secoli. Se la fauna si sentirà minacciata, si sposterà in altro luogo».

Ma non rischiamo di perdere le nostre peculiarità?
«Le nostre peculiarità si debbono valorizzare, altrimenti è inutile averle.
Dobbiamo rendere tutto fruibile, solo così queste isole decolleranno veramente.
Sento discorsi assurdi di salvaguardia, ma cosa bisogna salvaguardare? Se volessimo veramente proteggere le nostre bellezze, faremmo qualcosa.
Penso a Pollara o alle cave di pomice rese ormai inutilizzabili per via di certo ambientalismo autolesionista. Deve essere chiaro a tutti questi Soloni: che le particolarità ambientali del territorio li studino pure senza problemi, ma sullo sviluppo sostenibile nessuno deve metterci becco».

martedì 28 luglio 2009

Malfa: iniziativa degli operatori locali pubblici.


Certamente ai più giovani il nome Ninì Rosso non dirà assolutamente nulla, ma nel 1964 una sua versione del “Silenzio fuori ordinanza” vendette milioni di copie in Italia ed anche all’estero.
La famosa canzone torna alla ribalta 45 anni dopo, grazie ad una inusuale iniziativa lanciata da alcuni gestori di locali pubblici. L’idea è stata concepita per venire incontro alle esigenze di tranquillità e quiete (da sempre fiore all’occhiello dell’isola) ed evitare che il protrarsi della diffusione di musica dei propri locali, oltre una certa ora, possa disturbare la quiete pubblica.
Gli autori di questa originale iniziativa hanno pensato bene di auto-regolamentarsi con rigidi orari, prevedendo differenti modalità di diffusione (acustica, amplificata, a cappella, ecc.) e con l’obbligo di eseguire “Il Silenzio” alla scadenza dell’orario utile.
La cosa più simpatica ed originale è che i promotori dell’iniziativa hanno consegnato a tutti i loro colleghi operatori di locali che vorranno aderire all’iniziativa un CD contenente il famoso pezzo, con l’avvertenza di programmarlo all’orario indicato.
L’impatto sonoro sarà suggestivo e creerà sicuramente una certa atmosfera, perché dopo l’esecuzione del pezzo sul paese calerà, è proprio il caso di dirlo, “Il silenzio”.
L’iniziativa dimostra, ove ce ne fosse bisogno, come il “Progetto Salina” sia ormai diventato una vera mentalità, tanto è vero che mentre in altri posti turistici ci si accapiglia su orari e disturbo alla quiete, qui sono gli operatori stessi ad invitare tutti al silenzio (almeno oltre una certa ora).

lunedì 27 luglio 2009

Malfa: prediche e campane.

In un momento in cui esplodono insofferenze sociali troppo a lungo represse, anche il potere spirituale ha deciso di scendere in campo per far sentire la propria voce sdegnata.
Il paese, reo di essersi allontanato dagli Insegnamenti celesti, sarà letteralmente “ri-catechizzato” tramite una cura costante nel tempo.
Concentrati solo a perseguire intenti materiali, i paesani verranno finalmente riconvertiti.
«Se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane!» sembrano aver detto al balcone di S. Lorenzo i diretti responsabili di questa evangelizzazione, come in una sorta di Angelus malfitano.
La mattina alle sette in punto, infatti, suonano sette colpi che chiamano i fedeli a destarsi con solerzia. I successivi quarti d’ora, con i loro inesorabili rintocchi, stanno lì a ricordare che bisogna scuotersi e che quella dei turisti bisognosi di riposo è una falsa parabola da aborrire.
Poco prima delle cinque del pomeriggio, mentre la calura raggiunge il suo acme e la gente riposa nei propri letti, suonano le campane a festa con un suono pre-registrato che invita all’attività ilare e timorosa allo stesso tempo.
Tutto questo perché il popolo, dopo il laborium, deve orare. “Ora et labora” diceva un antico adagio…
Così, negli attimi in cui la luce scompare e l’imbrunire cede il passo all’oscurità, mentre le prime stelle fanno la loro comparsa in cielo, risuonano i suoni del Vespro. Le alate parole ecclesiastiche viaggiano soavi nell’etere, sopra le dolci note dell’ Ave Maria di Schubert.
Tutti in strada o alla finestra a pregare, ascoltando prediche che risuonano rassicuranti e temibili allo stesso tempo, rammentando sempre cosa attende a chi non osserva certi precetti.
Ed i soliti turisti? Ormai solo ricettacolo di perdizione! I pochi buoni che ci sono farebbero meglio a tornare a casa, prima di essere contaminati dal peccato.
Sembra che, dopo i primi imbarazzi, il messaggio sia stato totalmente recepito.
Tanto che, esattamente alle ore due ed alle ore cinque del mattino, per rispettare un’antica tradizione monastica, i fedeli trasmetteranno delle orazioni mattutine con un gigantesco amplificatore puntato a pochi centimetri dalle finestre della canonica!
Anche questa iniziativa, comunque, sembra il preludio all’ennesima gran confusione.

sabato 25 luglio 2009

Isole eolie: voli in elicottero è ora di aprire un tavolo.

Basta con i voli a nido di uccello e i tour panoramici sulle Isole Eolie effettuati da elicotteri.
I voli in questi ultimi anni erano aumentati in maniera esponenziale e, malgrado tutti i tentativi da parte dei piloti di passare inosservati con acrobazie e piroette da funamboli, la misura era ormai colma.
La clamorosa protesta ha visto come inusuali protagonisti colonie di Falchi della Regina, Berte maggiori, Berte minori, una nutrita rappresentanza di Passeri eoliani e delegazioni di Poiane, Barbagianni e Corvi imperiali.
Gli uccelli hanno occupato un’area utilizzata per l’atterraggio degli elicotteri che di questi tempi fanno la spola tra le eolie ed i maggiori aeroporti del sud, trasportando VIP ma anche turisti che possono permettersi di pagare il costo del biglietto.
Gli increduli piloti hanno dovuto rinunciare all’atterraggio, in quanto la precaria superficie a ciò preposta era completamente ricoperta di uccelli che hanno accolto l’elicottero con impressionanti starnazzi e minacciose trattorie di volo.
In un primo momento i piloti hanno pensato bene di cambiare zona, ma gli uccelli si sono prontamente spostati impedendo anche questa manovra. A questo punto il comandante ha avvertito i passeggeri che per motivi tecnici non era possibile fare scalo a Salina.
Appena si è sparsa la notizia sono subito giunti sul posto rappresentanti del WWF e ambientalisti vari che hanno solidarizzato con gli uccelli, unendosi alla protesta.
Nella concitazione si era sparsa la voce che gruppi di Merli, Cinciallegre, Fringuelli e Cardellini avessero occupato il tetto della Provincia di Messina, ma la notizia è stata smentita dal Falco pellegrino, portavoce della singolare protesta.
Un bellissimo esemplare di Passera d’Italia ha cercato di far capire come anche la loro intimità sia messa in pericolo da questi voli a nido d’uccello.
Evoluzioni a bassa quota che disturbano la privacy, i siti di riproduzione ed il nutrimento dei piccoli che spesso rigettano il cibo per lo spavento causato dal rumore fortissimo.
«Non c’è solo il disturbo alla quiete pubblica che bisogna tutelare» incalza un accanito ambientalista «ma anche il disturbo alla fauna locale.
La cosa è ancora più grave, ove si pensi che gli uccelli non possono essere oggetto di ordinanze che ne salvaguardino il riposo».
Le istituzioni si sono subito attivate, convocando una conferenza dei servizi per risolvere il problema cercando, al solito, una soluzione che non scontenti nessuno.
Attorno al solito tavolo siederanno tutte le istituzioni interessate, meno che i protagonisti di questa vicenda: gli uccelli.

venerdì 24 luglio 2009

Salina : manifestazioni estive in economia.

Tempo di tirare la cinghia, in questo periodo di profonda crisi economica.
I bilanci comunali, non fanno eccezione.
E così, mentre ci si domanda come mai la Regione stanzi finanziamenti milionari per dei convegni ed invece non preveda nulla per i fabbisogni comunali di prima necessità, le Amministrazioni devono ridisegnare i propri progetti per l’estate.
I Ragionieri ed i Segretari comunali non vogliono sentire ragioni, tirando così le briglie ad amministratori fin troppo entusiasti che, a suo tempo, avevano promesso programmi estivi d’allegria. Tutto da rifare, si diceva.
Dovendo fare di necessità virtù, i comuni di Salina si sono chiusi ancor più in loro stessi ed hanno approntato dei programmi di intrattenimento estremamente economici e per pochi intimi.
Il Comune di Leni, operoso ed ancorato ai valori religiosi, ha piazzato degli addetti comunali di fronte ai portoni delle chiese; al termine di ogni funzione, i fedeli ricevono all’uscita un volantino su cui c’è scritto cosa è stato approntato estemporaneamente per quella sera. Dalla corsa coi sacchi organizzata al momento dall’Assessore allo Sport alla presentazione di libri sulla preparazione in 1001 modi del cappero in umido, ideata dagli esperti culturali.
Il Comune di S. Marina, che da sempre pensa in grande, ha deciso di fornire un programma a tutti coloro che si recano sul proprio territorio. Fuori dall’abitato, il foglio dell’estate santamarinese non esce ed il contenuto è top secret! Verrà calata la sbarra nella zona di Vallone Colomba verso le 21.45; chi c’è, c’è… e chi non c’è, non c’è. In tal maniera, si eviterà anche un sovraffollamento, da sempre piaga dell’industrioso Comune.
A Malfa ancora tutto tace. Ma sembra che il deficit monetario possa essere aggirato concentrando tutti gli sforzi sul programma della Biblioteca comunale, dove viene data voce soprattutto alla rivendicazione delle radici eoliane nel mondo. È prevista la proiezione di film-documentari d’autore come “Le felci eoliane sul Fujiama” e “La vera storia di un operatore ecologico eoliano in Amazzonia”, oltre alla presentazione di testi impegnativi tipo “A dorso d’asino ad Alicudi – memorie dall’altopiano”.
Un’ultima voce vorrebbe che i tre comuni, almeno una volta d’accordo su qualcosa, avrebbero stanziato un budget minimo per affittare dei film in DVD. Ogni titolo verrà così proiettato, a giro, in ciascuno dei comuni.
Tempi duri per chi si vuole divertire…

mercoledì 22 luglio 2009

Arrivano i Servizi segreti a Malfa.

Il popolo di Malfa, da sempre portato alla libertà di pensiero e di azione, incomincia a sentire stretta ed ingombrante la presenza dei componenti aggiunti della Polizia municipale, provenienti da Palermo.
In poche parole, la gente non si sente più padrona del proprio territorio. Ci mancherà poco, ma presto non saremo nemmeno più liberi di buttare la carta a terra!
Ma il malumore aumenta perché, secondo alcune segnalazioni giunte dai lettori del blog, questi nuovi vigili starebbero inziando a vivere la missione in maniera irreprensibile e noncurante allo stesso tempo, dispensando cioé multe rimanendo in abiti quasi borghesi.
Sono in pochi in sapere che questo, in realtà, è l'ultimo stadio di un'esercitazione di Polizia che prevede un drastico colpo all'illegalità urbana.
I graduati in divisa che presto si vedranno per le strade, saranno un autentico specchietto per le allodole; i veri agenti pattuglieranno in borghese per i vicoli di Malfa. A qualsiasi ora del giorno e della notte.
Se quindi girate senza casco e siete tranquilli perché di fronte a Voi c'è solo un anziano che legge il giornale su una panchina oppure parcheggiate in sosta vietata perché nei paraggi c'è esclusivamente una madre con la carrozzina, fate attenzione... Potreste avere qualche brutta sorpresa.
Stessa cosa dicasi per chi passa coi due ruote nelle stradine pedonali, soprattutto la notte, sperando di farla franca. Quell'uomo solitario ed insonne che porta a spasso il cane potrebbe rivelarsi il peggiore dei nemici.
Tutto questo affinché il paese possa finalmente definirsi "blindato" e quindi sicuro.
Una rete di 007, insomma, che sorveglia la gente nell'ombra, ricalcando un po' le orme di alcuni agenti dei servizi segreti. Delle figure classiche ed anche romanticamente letterarie, se vogliamo, con un loro indiscutibile fascino.
Però, laddove non potranno arrivare questi novelli "James Bond", il Comune provvederà con la tecnologia; sono arrivati i dispositivi da ubicare, opportunamente mimetizzati, ad ogni incrocio secondario. Saranno composti da una telecamere che invierà i dati direttamente agli uffici comunali e da una voce pre-registrata che ricorda al reo i propri diritti... tra cui quello di rimanere in silenzio!
Dopo queste voci di corridoio, c'è già chi si prepara a girare di notte col volto coperto.

martedì 21 luglio 2009

Comunicato stampa: L'O.L.E. proclama l'armistizio estivo!

Negli uffici della Redazione arriva a sorpresa un comunicato stampa che lascia basiti: l'O.L.E. (Organizzazione Liberazione Eolie), gruppo militante che si prefigge di far tornare le Eolie al proprio arcaico splendere sfruttando qualsiasi mezzo a disposizione, annuncia una temporanea tregua estiva.
«L'O.L.E. comunica ufficialmente un "cessate il fuoco" dal primo agosto al 15 settembre.
L'ordine di deporre le armi non vuole essere un segnale di "distensione", perché questo gruppo attivista non scenderà mai a compromessi. Fino a quando le Eolie non torneranno com'erano un tempo, noi non avremo pace.
Per quel che ci riguarda rompiamo le righe in vista del forte calore estivo, consapevoli che gli eoliani, infiacchiti ed annoiati, non abbiano la capacità di rovinare ulteriormente l'arcipelago.
Ci è bastato leggere le comunicazioni dei relativi Uffici Stampa, con tanto di programmi estivi, per capire che i comuni isolani non si muoveranno di un millimetro e che, anzi, rischieranno di implodere su loro stessi!
Andiamo a goderci il mare tranquilli, dove ancora è rimasto incontaminato.
Con l'arrivo di settembre, quando si inizieranno i soliti progetti aleatori sul "presunto" progresso da portare nelle isole, torneremo a far sentire la nostra presenza.
Ma avvisiamo che fino al primo agosto rimaniamo attivi! Quindi, in questi giorni potrebbe capitare di tutto. Come, ad esempio, far sparire tutte le imbarcazioni che infestano la baia di Pollara. Ve lo diamo noi il tramonto!».
Il comunicato si chiude con questa frase che non promette nulla di buono, dopo che buona parte del documento faceva ben sperare.
Ma nonostante la tanto decantata "linea dura", il gruppo aveva già comunicato, come riportato in queste pagine, una sorta di appoggio alComune di Leni, in quanto portatore di antichi valori che si contrapponevano ad un certo gusto per la mondanità presente in altri luoghi.
Già quel giorno avevamo parlato delle capacità di mediazione dell'Assessore al Tempo libero, abile nel portare a termine trattative complicate e spinose.
Nulla di strano che dietro a questo temporaneo armistizio, ci sia ancora una volta il suo zampino.

sabato 18 luglio 2009

Uffici Stampa Salina: un'isola "da bere"

Quest’anno, come non mai, i servizi degli Uffici Stampa si stanno dimostrando sempre più determinanti per le sorti turistiche dei singoli comuni isolani.
Come dimostrano certi comunicati, buttati su carta e trasferiti telematicamente a tempo di record, sta diventando basilare creare notizie che accrescano il prestigio di questa o quella municipalità e quindi consegnarla ai mezzi d’informazione, battendo sul tempo la concorrenza.
I tre Uffici Stampa dell’isola di Salina, quindi, si stanno dando battaglia senza esclusione di colpi, rischiando di intasare una risorsa apparentemente illimitata come il web.
Le notizie diramate dai mass-media sui vari programmi che verranno sviluppati nei comuni salinesi durante i week-end stanno lì a dimostrarlo.
Vengono ricercati termini ad effetto, studiati vocaboli che al momento fanno maggiormente presa sul pubblico di estrazione giovanile. Parole come “fashion”, “trendy”, “drink” o il nostrano “aperitivo” accendono la fantasia di chi sogna di diventar protagonista delle realtà a lungo pubblicizzate in televisione. Realtà che finalmente possono essere vissute.
Ma se a S. Marina viene diramato che si terrà una serata di “Burago sotto le stelle”, il gioco di carte cioè più “fashion” del momento (letteralmente riportato), Leni risponde con la tradizionale “Canasta al lume di candela”; Malfa, che da sempre tenta una mediazione tra i due emisferi, diramerà un comunicato in cui pubblicizzerà il classico dei classici: “Briscola & Tresette”. A scopa o scopone, ormai, non ci gioca più nessuno!
Tutto questo nell’attesa di consorziarsi e lanciare una sfida collettiva al resto dell’arcipelago in “Patruni e sutta”. Un comunicato stampa firmato a protocollo unico, infatti, comunica che saranno tra poco indette le selezioni per i rappresentanti della compagine salinese, equamente distribuita tra i tre comuni e relative frazioni.
Come se non bastasse, il programma “È-Moscio(n)” di questa estate prevede selezioni provinciali di varie Miss. A S. Marina Salina andrà il ben più “trendy” “Miss Italia”, mentre a Malfa “Miss Pergolato” e a Leni “Miss Bagghiu”. Madrina della serata sarà la sempre affascinante Tammy Lafissa.
Tra musiche particolari, sfileranno bellezze nostrane ed esotiche, con la partecipazione di presentatori e cantanti di grido come il grande talento femminile July Slip. A turnazione, nei comuni si esibirà un illusionista campano che farà sparire di volta in volta, come per magia, tutti i portafogli al pubblico in sala. Il nome è top secret, probabilmente per una questione di sicurezza.
Insomma, occhio alla notizia!

venerdì 17 luglio 2009

Lettera aperta di un Consigliere comunale al proprio Sindaco

Il Cantaro pubblica una lettera scritta quasi "a cuore aperto" da un Consigliere al proprio Sindaco.
Il documento è stato riportato già a suo tempo, integralmente, dai principali network eoliani.
Ci sembrava giusto darne anche noi la giusta rilevanza, ospitandone il contenuto su queste degne pagine.
Buona lettura


Oggetto: Progetto Gladius - Ovvero il mistero del totano “mascherato”

Signor sindaco,

recentemente è stato risolto brillantemente dai cittadini il mistero del cassonetto fantasma di Piazza Mazzini; dopo l’ennesima denuncia il cassonetto ha deciso di ritornare alla sua vita normale ed ha preso il suo posto insieme agli altri contenitori per i rifiuti.

Ma quello del cassonetto fantasma non è il solo mistero che aleggia nel nostro territorio, da qualche mese mi sono fatto convinto che esiste un altro enigma, signor sindaco, quello del “totano mascherato”.

La pesca del totano, sindaco, per chi la pratica, sia per motivi economici, sia per motivi di svago, è particolare, si conduce di notte, preferibilmente senza luna, al buio quindi, con attrezzi particolari che nascondono la trappola, di per sé quasi una pesca misteriosa.

Quando il totano, sindaco, viene catturato, inizia una battaglia di velocità mentre il pescatore lo vuole portare a galla, lui si dimena, si gonfia, resiste, espelle l’acqua nel tentativo di divincolarsi anche a costo di perdere qualche arto ed infine, prova a beffare il pescatore, bagnandolo al momento dell’uscita dall’acqua, nel vano tentativo di evitare la padella.

Ho la netta sensazione che nel caso del progetto Gradius ci troviamo di fronte ad un caso analogo, io cerco di portarlo a galla, e qualcuno resiste, si dimena, si gonfia per sfuggire alla cattura, come non interpretare così la Sua nota del 6 febbraio che delega il dirigente a rispondermi e la nota del 25 febbraio a firma del dirigente che si conclude con l’affermazione “relativamente agli atti richiesti, questi saranno forniti al più presto, compatibilmente ai gravosi impegni a cui che questo dirigente deve continuamente far fronte”.

Sono trascorsi 130 giorni e non sono stati consegnati gli atti richiesti, mi chiedo chi “resiste”?, chi è che non vuole consegnare le carte? forse nella vana speranza di stancare il consigliere comunale/pescatore dal portare a galla i dati di questo progetto e soprattutto di poter far luce sui misteri che lo circondano.

Il mistero, intanto, si infittisce ulteriormente, nel Paese circolano voci incontrollate, come quella che parla di un “catering” per il convegno conclusivo, alla fine di aprile, del progetto di oltre 19 mila euro, per circa 30 partecipanti, alla presenza dello stesso dirigente Russo; mi sono ignoti, tuttavia, il menù e la società che ha predisposto tali leccornie. Quantificato in totani possiamo parlare di circa 2 tonnellate del cefalopode, sessantasei chili a partecipante.

Io mi auguro che né Lei né il dirigente Russo vogliate passare per quelli che “resistono” nel consegnare i documenti allo scrivente, documenti che le ribadisco, sono stati richiesti sin dal 4 febbraio u.s., nel tentativo di risolvere il mistero su come i soldi pubblici vengono spesi all’interno della nostra comunità.

Distinti Saluti



Il consigliere Comunale

Bartolo Lauria


(fonte: http://www.lipari.biz/)

giovedì 16 luglio 2009

Salina: in linea il Presidente dell’UNISTAI, Ninni Bugnetta

Abbiamo raggiunto a Lingua, mentre consumava un’abbondante porzione di “Pani Cunzatu”, il Presidente Delegato dell’U.N.I.S.T.A.I. (Unione Nazionale Italiana Selezione Turista Agiato Idealmente), il Prof. Ninni Bugnetta, il quale, tra un pomodorino e un cappero, ci ha fatto un quadro della situazione turistica:

Buongiorno Prof. Bugnetta, come va?
«Salve ragazzi, è una gioia incontrarvi in questo luogo pieno di turisti soddisfatti. Il target giusto del turista giusto, predisposto in modo giusto al piacere giusto.
Non posso nasconderlo, il fatto che si sia confermato il trend positivo che avevo pronosticato mi rende felice, ma vorrei ricordare che tuto ciò è figlio dello sforzo promozionale nelle giuste borse turistiche invernali».

Cosa intende, si spieghi meglio.
«Il fatto che Salina riesca a risentire in modo minore della congiuntura economica negativa, è dovuto principalmente ad una specifica e valida politica turistica, che usufruendo della coincidenza tra le politiche istituzionali e gli enti preposti , è riuscita ad offrire nuove opportunità di sviluppo valorizzando al meglio le risorse presenti. La novità principale registrata è l’appeal che Salina suscita nei confronti del mondo dei vacanzieri “mordi e resta”, nostro cavallo di battaglia» .

Quindi, giudizio positivo?
«È delizioso osservare che i risultati di una buona politica si possano toccare con mano, che le vie del centro siano colme di turisti, che le chiese, musei e biblioteche si riempiano di gruppi di visitatori, che le strutture ricettive e indotti lavorino con eccellenti risultati.
Certamente il nostro territorio possiede ancora ampi margini di miglioramento e c’è bisogno di intervenire ancora su alcuni punti critici, ma l’Isola è pulita, attraente e sicuramente accogliente».

Allora, possiamo stare tranquilli?
«Tranquillissimi, i comuni isolani si presenteranno pronti all’estate, godendo e beneficiando, tra l’altro, di attività culturali e di spettacolo di rilevanza nazionale e di importanti incontri istituzionali internazionali, a conferma che l’Isola è pronta per un turismo congressuale ad alto livello.
Il mio auspicio è quello che gli amministratori possano massimizzare gli sforzi per incrementare un turismo di charme, non perdendo però di vista i criteri di sostenibilità ambientale e gli standard qualitativi che da sempre ci contraddistinguono».

Quale futuro per Salina?
«L’obiettivo è quello di fare di Salina , una delle mete di punta del turismo di Sicilia, ed in prospettiva lavorare per un progetto molto ambizioso ma non impossibile: rendere Salina una delle mete più ambite in Italia e nel mondo».

Ringraziamo e lasciamo il nostro ospite che dopo essersi goduto il “Pani cunzatu” ha fretta di ordinare una mezza granita abbondante.

mercoledì 15 luglio 2009

Isole Eolie – Programma Regionale per “l’imboscamento”.

Così come prevede il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013, saranno finanziati quanto prima impianti di imboschimenti e di arboricoltura in tutta la zona provinciale.
L’attento studio finanziario dell’intero progetto è stato ampiamente riportato sui vari network: la dotazione finanziaria per l’intero periodo 2007-2013 destinata alla misura 221, che riguarda l'imboschimento di terreni agricoli, ammonta a poco meno di 187 milioni di euro; la dotazione, che attiene invece alla misura 223 per il primo imboschimento delle superfici non agricole, è pari a quasi 75 milioni di euro.
A questo lodevole sforzo economico di “imboschimento”, alcuni rappresentanti politici eoliani avrebbero deciso di abbinare un piano di “imboscamento”.
Conti alla mano, si potrebbe benissimo far rientrare il tutto nelle spese preventivate all’inizio.
Questa variante sarebbe stata pensata dai nostalgici dei vecchi tempi, quando le coppie si potevano incontrare in quel sottile piacere della clandestinità, celati agli occhi dei più.
La sempre più recente cementificazione del territorio, invece, pare che abbia eliminato qualsiasi complicità e quindi qualsiasi piacere all’incontro di coppia. Un inaridimento tale che il settore delle natività sarebbe in crisi per mancanza di… interessamento reciproco.
Creare delle apposite zone di “imboscamento”, invece, potrebbe addirittura far risvegliare certi piaceri anche ai non più giovanissimi.
Ma sono subito nate delle resistenze da parte di quelle Amministrazioni che portano avanti un messaggio politico di natura squisitamente catto-centrista.
La fornicazione al di fuori del talamo matrimoniale, e per giunta col rischio che assecondi solo il piacere della carne, è visto come un qualcosa da osteggiare. Un loro appoggio sarebbe un controsenso e rischierebbe di far perdere una nutrita fetta di elettorato.
Ma gli altri schieramenti, destroidi o sinistroidi che siano, non intendono deflettere dalla strada intrapresa. L’accordo sembra lontano anche se uno spiraglio alla mediazione si è aperto con la nomina di una commissione che studiando a fondo le Sacre scritture possa giustificare la legittimità di fabbisogni sociali ben precisi.

martedì 14 luglio 2009

Malfa-Scalo Galera: tutto pronto per l’inizio dei lavori

Il conto alla rovescia è iniziato. Ormai è questione di giorni, forse anche di ore, poi prenderanno il via i lavori di riqualificazione ed adeguamento delle opere foranee delle banchine, dello scalo di alaggio e dei fondali dell’approdo di Scalo Galera a Malfa.
Sono passati 30 lunghi anni da quella terribile notte di Capodanno del 1979, quando una “tempesta perfetta” spazzò via il vecchio porticciolo rifugio.
Nel sito di Capo d’Orlando si lavora a pieno regime per preparare i cassoni ed i massi di protezione ad impatto mimetico, che una volta terminati verranno trasportati via mare a Malfa.
Il pontone “Torricella”, abilitato al carico in coperta e al trasporto di mezzi pesanti, gommati e cingolati è pronto a salpare in qualsiasi momento.
Date le difficoltà per i mezzi pesanti di raggiungere il sito via terra (in quanto la strada è molto angusta), è stata minuziosamente pianificata un’operazione aereo-navale per dislocare tutto il materiale occorrente ai lavori.
Allertato anche il servizio meteo che dovrà monitorare il tempo sull’area interessata, segnalando il momento opportuno in cui dare il via alle operazioni.
Gli enormi elicotteri da trasporto CH-47C, capaci di trasportare due Silos alti 10 m., sono pronti a decollare dall’aeroporto di Pratica di Mare, mentre le unità marine da sbarco classe “Tarawa” sono alla fonda al largo del porto di Capo d’Orlando.
Nel clima di euforia che si respira da giorni nel centro salinaro non manca qualche mugugno; se ne fanno portatori i membri dell’Associazione “Salviamo la banchina vecchia”, che da anni si batte affinché questo esclusivo sito per fare il bagno non scompaia.
«Finora non abbiamo potuto sapere nulla dei lavori, non si parla degli effetti sul paesaggio, dell’impatto sul “poseidonieto” (piantagione di Poseidonia – N.d.R.) e su quanto tempo l’acqua resterà torbida. Pertanto, non escludiamo azioni di protesta. Di sicuro non potremo più fare il bagno in santa pace e rimpiangeremo perfino la vecchia scaletta scassata che ci faceva scendere in acqua».
Ma ormai non è più tempo di rimpianti: non resta che scrutare l’orizzonte ed aspettare.

lunedì 13 luglio 2009

Leni – La strana giornata del sindaco operaio

La popolazione di Leni era da giorni in “ebollizione”.
Dopo aver fin troppe volte constatato lo stato in cui versavano le strade provinciali, hanno aperto gli occhi e, forti del nuovo spirito progressista vigente nell’operoso Comune, hanno urlato il proprio disappunto contro le Istituzioni.
«Non abbiamo bisogno dei loro soldi» pare abbiano detto in coro, ad alta voce. «Che li destinino pure ad altre attività. Casa nostra ce la ripuliamo da soli!».
Abbagliato, quasi commosso, da cotanto ardore, il neo sindaco di Leni si è subito adeguato alla situazione. Svestiti i panni impegnati del leader culturale, ha indossato quelli ben più umili dell’operaio, per non dire del cantoniere. Anche la sua schiena si è piegata, anche le sue mani si sono graffiate, anche la sua cervice ha bruciato.
Ognuno è stato travolto dall’entusiasmo collettivo e si è ritrovato, suo malgrado, sotto il sole cocente per il bene del paese, contestando col proprio lavoro l’indifferenza provinciale.
Ma dopo che tutti, sindaco compreso, avevano ripulito le strade col sudore della propria fronte, la sorpresa: a mezzogiorno spaccato, melonata per tutti!
E subito sono nate proteste tra chi è sempre pronto a vedere del marcio dietro ogni azione. Si è infatti detto che l’operazione di ripulimento doveva essere del tutto disinteressata; il fatto di essersi satollati di quei frutti, starebbe ad indicare che invece c’era un fine ed era, per l’appunto, quello di riempirsi la pancia (tanto per combinazione!). Senza l’anguria, ci si chiede, sarebbe cambiato qualcosa?
Alla luce di queste considerazioni, come accogliere, allora, questa iniziativa?
Bisogna finalmente parlarne bene o non parlare per niente di un qualcosa che in realtà ha meno rilevanza di quanto si voglia fare apparire? Non ci sarà il problema di omaggiare ancora una volta sempre le solite figure?
E soprattutto, le Istituzioni avranno capito il senso dell’iniziativa oppure ringrazieranno sentitamente i volenterosi per aver tolto loro le castagne dal fuoco?

sabato 11 luglio 2009

Salina: una targa ed una speranza.

La targa è di quelle pesanti (kg.120) ed anche l’artista cui è stata commissionata ha un nome molto impegnativo e di difficile pronuncia: Pio Warliderlingherlinghandengherli. L’opera ricorderà per sempre, al viaggiator distratto, che questo suolo è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.
Un sito dunque che è di tutta l’umanità, dove ogni barriera non ha più motivo di esistere, dove le rivalità territoriali devono essere superate ed ogni scelta deve tendere al fine supremo della salvaguardia di questo paradiso, per non uscire un giorno da questa ristrettissima lista di eletti.
Un piccolo segno, in definitiva, che possa nei secoli futuri permettere ai nostri figli di poter dire con orgoglio : “Noi siamo Patrimonio dell’Umanità”.
Quando la targa verrà scoperta sicuramente tratterremo il respiro, immaginando la solennità delle parole che immortaleranno questo momento.
Non è semplice per un artista compendiare tutte le emozioni che un evento di questo tipo scatena e sintetizzarle in una singola opera, ma la riconosciuta creatività di Pio Warliderlingherlinghandengherli riuscirà in questa impresa.
Finita la solenne cerimonia le amministrazioni faranno gli onori di casa, offrendo alla delegazione politica, da sempre vicina alle esigenze di questo territorio, un informale giro in motorino fino a Rinella.
Sarà questo il modo migliore per poter mostrare loro l’incontaminata bellezza della natura che regna sovrana sulle strade. In alcune zone gli ospiti potranno direttamente sentire sulla propria pelle “il delicato solletico di un cardo selvatico o la piacevole graffiatina di un rovo”.
Al tramonto è prevista una suggestiva sosta nella splendida frazione di Pollara.
Una scelta obbligata, quella del tramonto, visto che l’erosione marina impedisce ormai la fruizione del mare.
Qui gli ospiti potranno rendersi conto del lento ed inesorabile declino di uno dei luoghi simbolo di questo bellissimo arcipelago.
Per l’occasione la delegazione, commossa davanti a tanta bellezza, si impegnerà a trovare un POR, un PIST, un DUPIM, un’Agenda di qualche tipo che possa scongiurare la scomparsa della famosa spiaggia immortalata nel film “Il Postino” e dell’altrettanto famosa zona delle balate.
Una targa ed una speranza, insomma, per non dimenticare.

venerdì 10 luglio 2009

Isole Eolie: un party finito male.

Isole Eolie, meta di turisti che vogliono svestire i pesanti panni della morale, che tanto li tedia nel conformismo di città, per volare liberi e leggeri sulle ali della libertà.
Poco importa se, forzatamente, si fa coincidere “libertà” con “libertinaggio”.
Una volta abbandonate le vecchie identità in favore di quelle nuove, bisogna divertirsi e basta!
La prova la si rintraccia facilmente in quei comportamenti di chi scende dall’aliscafo e già respira aria diversa. La metamorfosi è completa: il risultato è un soggetto possibilmente più nevrotico degli isolani stessi.
Ma c’è anche un’altra categoria, quella cioè che detiene un consistente capitale e che preferisce guardare le Eolie dal mare, a bordo di qualche imbarcazione di lusso.
E quindi via ai festini! Vengono invitati gli amici, si beve, le ragazze vivono finalmente l’ebbrezza di una apparente parità dei sessi. Il resto, lo si può ben immaginare. Poi, col finire dell’estate, si ritorna tristemente al grigiore del quotidiano, quasi dimenticando le emozioni che sono penetrate fin sotto la pelle.
Ma non sempre le carte girano nel modo giusto. È infatti giunta notizia di uno scandalo avvenuto a bordo di uno di questi lussuosi yacht che per prudenza non aveva issato alcuna bandiera.
Un copione visto e rivisto ma che evidentemente non ha insegnato nulla.
Pare che uno o più uomini, dopo che alcune ragazze invitate avevano tracannato direttamente dalle bottiglie di whisky della cambusa, abbia abusato di loro. Le poverette, inconsapevoli di quanto poteva capitare al momento di accettare l’invito, hanno subito denunciato la violenza.
Ma la cosa non è affatto apparsa chiara agli inquirenti. «Troppe cose non quadrano in questa faccenda» ha detto ai nostri microfoni lo psicologo Arturo Peretta «e la precisa sensazione è che anche i presunti colpevoli non la contino giusta. Secondo me hanno dato una versione troppo particolareggiata dei fatti. I medici non hanno riscontrato segni di violenza sulle ragazze, contrariamente a delle abrasioni rilevate sui corpi dei presunti aggressori.
Ci siamo fatti l’idea che sia avvenuto qualcosa di strano e di incofessabile probabilmente un perverso gioco delle parti dove i ruoli si sono mischiati più volte.
Il fatto ha coinvolto stimati professionisti con una reputazione da difendere, che probabilmente pur di chiudere il caso, avrebbero quindi accettato anche colpe non loro.
Le ragazze» ha concluso lo psicologo «sono apparse abbastanza tranquille, presentando una lucidità che nemmeno i superalcolici (tracce del loro DNA sono state rinvenute sulle bottiglie – N.d.R.) hanno fatto vacillare».
Un argomento scottante, quasi bollente. Vedremo se le prossime perizie faranno luce su cosa sia realmente accaduto su quello yacht placidamente ancorato in una magica caletta eoliana.
Nel frattempo un consiglio che si può dare quando ci si ritrova fuori sede, soprattutto in vacanza, è quello di guardarsi le spalle!

giovedì 9 luglio 2009

Il Cantaro-interviste: in linea il prof. Alfio Tigna.

Il prof. Alfio Tigna, uno dei massimi esperti di geopolitica, si è concesso una breve vacanza a Salina e Il Cantaro non si è fatto sfuggire l’occasione per andare a trovarlo e fare il punto della situazione.
Incontriamo il professore mentre sorseggia un drink sotto una fresca loggia, ospite di amici nella esclusiva zona di “Pozzo d’Agnello” nel Comune di Santa Marina Salina.

Dunque professore, è passato un mese dal nostro ultimo incontro. Cosa possiamo dire?
«Intanto che le linee di fondo che avevamo previsto sono state sostanzialmente rispettate. A Salina è in corso una fase di riequilibrio all’interno dei tre comuni.
In sintesi: si conferma che S. Marina prosegue dritta per la sua strada in questa politica che cura molto l’apparire e l’immagine, ma che comunque ha anche una sua efficacia pratica. Si accredita sempre più come Comune ecologico, si è praticamente intestato le 5 vele, si inventa poli museali, persegue al di là delle dichiarazioni ufficiali sulla via dell’autosufficienza.
Leni e Malfa si confermano come realtà molto vicine che a mio avviso presto potranno consorziare dei servizi, dando vita ad un asse alternativo rispetto alle traettorie di sviluppo di S. Marina. Malfa è in fase di stallo assoluto».

Professore, cosa intende per riequilibrio?
«Il riequilibrio, a mio avviso, passa attraverso la proposizione di un modello di sviluppo alternativo a quello di S. Marina (anche se all’interno di una collaborazione tra comuni), che punti su un turismo meno aggressivo e commerciale.
Il porto, sia quello commerciale che turistico, garantisce certamente S.Marina dal punto di vista economico, ma produce anche un indotto che rischia di collidere con quel segmento di mercato che aveva scelto questo posto per stare tranquillo».

In quest’ottica di sviluppo come si colloca Lipari?
«Ma debbo dire che Lipari a mio modesto avviso ha fatto evidenti passi indietro. Un realtà sempre più segnata da egoismi che ne stanno condizionando fortemente l’operatività.
Anche l’ultimo rimpasto della Giunta, più che risultati operativi, ha prodotto molti gossip ed esibizionismi di personalità francamente inadeguate a gestire una realtà politica importante come quella di Lipari.
Da non sottovalutare i malesseri della periferia “dell’impero”, isole come Filicudi ed Alicudi manifestano evidenti problemi di ordine pubblico e di sviluppo incontrollato, Panarea grossi problemi di pulizia del territorio.
Non credo francamente che l’Isola madre possa fornire, in questo momento, risposte risolutive. Pertanto le lamentele non potranno che aumentare».

Concludiamo con una previsione.
«La previsione è che da un certo punto di vista Salina ha una specificità sempre più definita, con un modello di sviluppo più in sintonia con le tendenza del momento: ecologia, turismo meno aggressivo, recupero delle tradizioni.
Nel breve periodo credo che i poli saranno due: S. Marina da un lato, cui farà da contraltare una mini unione Leni-Malfa.
Ampi margini di sviluppo, soprattutto a Leni, che può contare su un potenziale ancora inespresso.
Il rischio di S. Marina è quello di diventare una realtà esclusivamente turistica e, dunque, con una marcata differenziazione di vivibilità tra stagione turistica ed il resto dell’anno; prova ne sia che ancora oggi, nell’arco dei dodici mesi, Malfa resta la realtà più vivibile dell’Isola».

mercoledì 8 luglio 2009

Sviluppo Eolie: tra modernità e tradizione.

Diventano accese le discussioni sullo sviluppo sostenibile di questo splendido arcipelago.
Come al solito, innovatori e conservatori si fronteggiano senza esclusioni di colpi e non ci pensano proprio a rivedere le proprie posizioni.
Il discorso, com’era prevedibile, tocca anche lo stile architettonico. Ci sono quelli che vorrebbero finalmente evolversi, dare un calcio definitivo alle zavorre che non permettono all’arcipelago di crescere (e quindi fruttare economicamente), guardando alle strutture più alla moda come quelle presenti a Milano o altre prestigiose città; di contro, continua a permanere lo zoccolo duro di chi vuole preservare l’ “eolianità” e perciò desidera tutelare a tutti i costi la tradizionale architettura isolana, osteggiando qualsiasi possibile “contaminazione”.
Il problema si pone non solo per le utenze commerciali in cui diventa sempre più difficile far convivere l’alluminio anodizzato con il marmo e le maioliche eoliane, ma anche per l’edilizia abitativa.
A tal proposito abbiamo sentito il parere dell’architetto polacco Dimitri Kaucynaskij, un profondo conoscitore della realtà isolana da noi raggiunto mentre prendeva il sole nella splendida caletta “U Pirciateddu” tra Pollara e Rinella.
«In tempi brevi, l’unica opera che possa coniugare l’innovazione e la tradizione, l’utilità e la salvaguardia del paesaggio, a mio modesto parere, è il cosiddetto “interrato”. Ma ora occorre andare oltre, bisogna anticipare il futuro e cominciare a pensare alla naturale evoluzione del prototipo originale ed in questo senso l’idea di “seminterrato ad uso agricolo” potrebbe rivelarsi la scelta più adatta.
Nel campo delle attività commerciali, la strada maestra è il modello proposto nella ristrutturazione della Banca di Malfa.
Apertura al design moderno e alle novità nel solco della più profonda eolianità ed ai motivi ad essa sì riconducibili: punteggiature di travi, cannizzi, pietre di mare levigate, inserti di muro a calce ed elementi ad arco».
Insomma, per Kaucynaskij questa è la strada maestra da seguire per non svuotare completamente “lo stile eoliano” e preservarne il suo tratto peculiare: la casualità.
Il workshop, che in autunno dovrebbe riunire attorno a un tavolo architetti del calibro di Jonny Brick, Nikita Chiodianu, Pedro Uccello e lo stesso Kaucynaskij, dovrebbe portare ulteriori elementi di chiarezza su quale dovrà essere lo sviluppo di questo paradiso naturale, dichiarato non a torto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

martedì 7 luglio 2009

Eolie vippaiole.

Sarà la crisi, sarà per via dei fatti accaduti recentemente a livello nazionale, ma questo gossip da buco della serratura su vip (o presunti tali) sta diventando francamente insopportabile.
Anche il più sperduto notiziario locale farebbe follie pur di poter annunciare il solo avvistamento di un vip.
Gli “acchiappavip” sguinzagliati sui porti, binocoli e macchine fotografiche pronte, scrutano il mare alla ricerca di una un barca sospetta, di uno yacht da sogno.
Lo aspettano all’ormeggio, poi iniziano la ricerca di informazioni sul proprietario, sul tipo di motore, sulla lunghezza, sui comfort, in modo da poter lanciare la notizia che il libero mare delle Eolie ha come ospite il miliardario tizio, l’attrice o l’attore, il magnate o l’emiro.
Il linguaggio usato è tipico del cronista da tiro: «Continua il pellegrinaggio dei vip…ha raggiunto la “sua” Lipari (o altra Isola) a bordo di un panfilo da sogno …. ha fatto colazione nel “suo” bar preferito….a bordo di questa splendida goletta ci sarebbe la famosa modella…». Insomma, trattiamo questo vip come se fosse ormai di casa, un habituè, anche se tra le righe c’è un pizzico d’invidia.
Poi si passa ai locali frequentati, ai ristoranti che ovviamente sono i preferiti in assoluto dal vip in questione, che passa tutto l’anno pensando al momento in cui arriverà alle Eolie per gustarsi le fettuccine allo scoglio che l’anno prima lo avevano stregato.
Tappa obbligata il giro dell’isola a bordo di taxi, e da quel momento, il fortunato conducente, può fregiarsi dell’ambito titolo di tassista dei vip, suggellato dalla tradizionale foto scattata con vista panoramica e sorriso di circostanza.
Poi il momento topico: entra in scena il cronista, che con aria da marpione consumato cerca di avvicinare il vip per scambiare due battute ed avere anche da lui la conferma che questo è un vero paradiso, che una volta arrivati non se ne può fare a meno, che solo qui si possono gustare certi sapori. Una dichiarazione, insomma, che per ovvia cortesia il vip di turno rilascia con grande disponibilità e gentilezza.
Ma non c’è nulla da scandalizzarsi ovviamente, questo è il gioco delle parti; solo che sarebbe meglio farli passare il più possibile inosservati, in modo da poter concedere anche a questi “sfortunati” l’opportunità di potersi godere in maniera anonima una vacanza nel libero mare delle Eolie.

lunedì 6 luglio 2009

Schiamazzi notturni: lotta senza quartiere.

Torna l’estate e puntuale come una puntura di zanzara arriva il suo inseparabile e fedele alleato: lo schiamazzo notturno.
Lo schiamazzo notturno è definito come quell’insieme di rumori, suoni, grida scomposte e fastidiose prodotte contemporaneamente da più persone che pensano di far partecipe il mondo della propria goduria estiva.
Lo schiamazzo accompagna spesso le insonni notti di villeggianti e residenti, ne accentua la sudorazione, ne sollecita il sistema nervoso (già duramente provato dalla calura e delle zanzare).
È un mix esplosivo che porta il tasso di irascibilità a livelli parossistici e spesso spinge i malcapitati a comportamenti inconsulti e poco urbani.
È una patologia cresciuta a dismisura, che ha trovato terreno fertile in quel perverso intrigo tra interressi commerciali e certa cultura del “faccio quello che voglio, tanto pago” risulta pertanto difficile da debellare. Per cui, bisogna imparare a conviverci.
L’esercito dei vacanzieri ha con questa patologia un rapporto contraddittorio: da una parte ci sono quelli che vivono per lo schiamazzo ed il piacere notturno; altri che, una volta in vacanza, invece, vorrebbero godere solo del silenzio e dei tenui rumori della natura.
L’amministrazione pubblica, sommersa dalle proteste spesso “si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità …” (F. De Andrè), stretta com’è tra esigenze dei gestori dei locali e quelli dei turisti e dei residenti.
Al momento l’unica arma che si possiede, per cercare di contrastare questa pandemia acustica, è l’Ordinanza. Uno strumento amministrativo che spesso è una vera e propria dichiarazione di guerra agli schiamazzi notturni e a chi disturba la quiete pubblica, prevede sanzioni severissime e pene inenarrabili per i locali “tiratardi”.
Nei casi più gravi, quando cioè si configura lo schiamazzo selvaggio, si può arrivare al coprifuoco e ad inibire totalmente la diffusione di musica in tutta le sue forme, nonché a redarguire ed allontanare i clienti che arrecano disturbo nei locali, facendo intervenire, se il caso lo richiede, le Forze dell'Ordine.
Ma i più realisti, quelli che di ordinanze, slogan e proclami ne hanno visti tanti, si aggrappano al vecchio adagio siciliano: “Càlati juncu ca passa la china” (Càlati giunco perché passa la piena).
In fondo, sostengono con una certa rassegnazione, si tratta solo di qualche mese, il tempo di far passare l’orda dei vacanzieri e poi tutto ritornerà come e più di prima nel silenzio più assordante.

sabato 4 luglio 2009

Salina: Tango, Sirtaki & altre danze

Il guanto di sfida è stato lanciato.
L’altro ieri si è ufficialmente aperto il confronto Leni-S. Marina nel campo degli spettacoli.
Un match che ha tutte le premesse di durare ben più di cinque anni.
Le due amministrazioni, in contemporanea, hanno dato sfoggio di quale sia la propria vocazione turistica e quale sia il target a cui fare riferimento.
Sul versante occidentale di Leni, da sempre più conservatore, ha avuto luogo uno spettacolo di danze greche, un richiamo dunque all’antica tradizione che, se pur modernizzata, ha ancora movenze che si richiamano all’epoca classica.
Un omaggio dunque all’antica Grecia ed alla sua danza simbolo: il “sirtaki”.
Questa danza, che si balla in cerchio e aumenta il ritmo passo dopo passo, ha sempre rappresentato, in quel braccio che lega i partecipanti alla danza, l’unità d’intenti di una comunità e quindi un inno alla vita ed alla gioia.
Metaforicamente, la scelta del “sirtaki” può rappresentare per questo piccolo centro un invito all’unione e ad una rinnovata voglia di fare.
Nel settore orientale di S. Marina invece, più in sintonia con le tendenze del momento, si è deliziata la platea con un ben più glamour tango argentino.
Una scelta che strizza l'occhio alla moda del latino-americano in versione da spiaggia. Il tango è un ballo intenso, sensuale, dell’intesa fugace e irripetibile; il ballo di uno sguardo malandrino scambiato in un lampo.
È una danza ideale per un turismo in cerca di seduzioni e tangueri, che vuole appagare il desiderio caliente di una milonga sul porto, magari in pareo.
Insomma, due visioni diverse che anche nella scelta delle danze emergono plasticamente rappresentate.
In questo inizio d’estate manca il comune di Malfa, che ancora non si è schierato.
Ma questo è un paese di antiche tradizioni popolari ed agricole e non potrà fare a meno di rendere omaggio alle proprie radici.
E per non scontentare nessuno, la tarantella siciliana potrebbe essere la danza ideale, capace di coniugare tradizione e modernità.

venerdì 3 luglio 2009

Il Cantaro in linea diretta con l’America

La storia della mia famiglia ha già passato centocinquanta anni e quattro generazioni da quando Johnny Imperdonato è partito da Malfa dove che abitava vicino a Ramignazzi per andare all’America a Nova York..
Di quando era giovane non si sa niente ma la sua vita da grande quà a Brukkulino è canusciuta da tutta la comunità italiana, che c’è pure il circolo dei “Brother of Italy” che ogni anno fanno il ricevimento.
E quest’anno Jack Lasalata che è Presidente dei “Brother of Italy” ha ricordato a mio trisavolo Johnny Imperdonato, e raccontato che ha combattuto con la cavalleria americana contro gli indiani e hanno inseguito a Toro seduto che non voleva andare nella riserva fino all’Arizona.
All’Arizona c’era però tutto deserto, tanto caldo e senza acqua e dice che Toro seduto guardava e rideva, così che alla fine per disgrazia è ritornato a New Jersey a piedi perché l’unico cavallo che c’era ci aveva sparato per cercare di farlo correre più forte.
Prima di lasciare la cavalleria americana si è sposato con Doroty Ciccione, che era figlia di uno che ci aveva un ranch giù nel Dakota.
Siccome al nonno Johnny ci piacevano i cavalli, suo suocero Frank Ciccione ci regalò due belli cavalli come a quelli che una volta ci aveva sparato.
Il mio bisnonno era Antonino Imperdonato, e poi c’era la bis-nonna, Concetta Mangiaracina, con due figli (Sal e Jimmy) che è venuta a Nova York per Natale nel 1909 con il vapore “L’Audace d’Italia”, che poi sono sbarcati con la barca del rollo americano e gli hanno fatto pure la visita medica a Ellis Island.
Siccome la mia famiglia dopo che arrivò non aveva soldi, Antonino ha cominciato a lavorare nel frutshop di Tanino Mendolia a Belmont Avenue a Brukkulino .
Poi quando era giovanotto ha lavorato nella pipeline in Rhode Island per la “Petrol, Travel & Trucks e ha incominciato un business con la gasolina.
Viaggiava per l’America sopra questi grandi camii e ha fatto business con tanti indiani che però non lo conoscevano e si compravano la gasolina per riscaldare le capanne.
Dopo un tempo si stancò della vita pericolosa sulla strada con sempre la pistola pronta e si mise nel business del whiskey, ma durante la great depression ha perso tutte le bottiglie e la famiglia lo abbandonò.
Ma mio bisnonno era molto affezzionato alla figlia Lona che aveva sposato un minatore del Nevada, e andò a trovarla anche senza soldi perché la moglie si era portata via tutto.
Vicino a dove abitava Lona c’era un grande casinò e mio bisnonno si fece molti soldi con slot machine, ma un giorno i bandidos entrarono nel casinò è ci rubarono tutti i soldi.
Nella vecchiaia si ritirò a New Jersey e passava il tempo a passeggiare sul fiume di fronte a Nova York, fumando il sigaro fino a quando il sole non tramontava dietro Manhattan .
Ma però il destino lo aspettava e mentre un giorno camminava verso la sua casa vicino al Ristorante da Angelo’s a Columbus Drive, un ubriaco lo investì con il carro e lo uccise.

giovedì 2 luglio 2009

Isola pedonale: l’isola che non c’è, l’arcipelago che verrà.

Non se ne è ancora parlato, ma presto l’argomento si farà sentire prepotente in tutti i comuni salinesi.
L’isola pedonale, da sempre, è stato elemento di scontro tra la popolazione indigena ed i loro amministratori.
Da un lato i politici, che vorrebbero garantire una maggiore vivibilità del paese durante il periodo estivo, consegnare ai turisti un territorio da ammirare e quindi adeguare i centri urbani alle aspettative di chi viene alle Eolie per il relax e l’aria salubre; dall’altra il popolo (già tediato da sensi unici e carenza di parcheggi), che denuncia l’illegittimità di limitare la circolazione stradale dei paesani e accusa le amministrazioni di fare solo gli interessi dei turisti.
In questo scontro ideologico, i negozianti si ergono ad ago della bilancia.
Si dichiarano parte lesa, pronti a costituirsi addirittura parte civile, in quanto una limitazione drastica delle auto metterebbe in ginocchio i loro affari. Se proprio isola pedonale deve essere, che lo sia dopo l’ora di chiusura!
A questo punto i cittadini prendono puntualmente la palla al balzo e di colpo scoprono che non è possibile fare acquisti senza autovettura e sposano, pertanto, la giusta causa dei negozianti.
Gli amministratori, dal canto loro, cercano ogni anno un dignitoso compromesso cambiando continuamente l’ordinanza di istituzione dell’isola pedonale, fino al punto da renderla praticamente inutile..
Ma quest’anno sembra che le cose andranno diversamente.
Le amministrazioni hanno una carta importante da giocare che potrebbe spiazzare tutti: l’Arcipelago pedonale.
Una soluzione che taglierebbe la testa al toro, accontentando tutti.
L’ambizioso progetto prevede la nascita di un arcipelago pedonale collegato da una rete di itinerari riservati, ciclabili e di ristoro che unifichi tante piccole isole pedonali sparse sul territorio.
Piccole isole che coprono anche zone non strategiche per il traffico e che servano da punti di aggregazione; in definitiva, si agevolerebbe una maggiore mobilità pedonale e ciclabile.
Offrire insomma un percorso salutare e senza stress, non solo in riferimento al centro storico ma interessando e valorizzando tutto il territorio comunale, in modo da consentire a bambini ed anziani di potersi muovere in piena sicurezza.
I giochi sono conclusi, quindi? Neanche per idea!
Certamente si alzeranno nuovi lamenti, ma stavolta potrebbe bastare che anche uno solo dei sindaci si tappi le orecchie ed usi le maniere forti per far si che anche gli altri colleghi possano sempre dire a chi protesta: “Anche nell’altro Comune hanno fatto così…”

mercoledì 1 luglio 2009

Cantaro-cultura: “I culti religiosi a Salina: Il Monaco sordo ed altri misteri” di Tullio Campanaccio.

In questi ultimi tempi si sprecano le pubblicazioni sull’isola di Salina. Dopo tanti anni di sudditanza psicologica verso Meligunis (Lipari), finalmente vedono la luce importanti studi sull’antica Didyme.
Tra le opere più interessanti bisogna sicuramente registrare l’ultima fatica del prof. Tullio Campanaccio, docente di teologia ed esperto di tradizioni religiose.
Dopo mesi di ricerche ha messo insieme dati raccolti con fatica, riuscendo a vincere anche la diffidenza della gente anziana. Un insieme di testimonianze e di documenti poco conosciuti quindi, che finalmente è stato dato alle stampe pochi giorni fa.
«La tradizione religiosa a Salina è sempre stata molto forte» ha detto Campanaccio durante la presentazione del libro. «Il motivo è da rintracciare in un passato ancestrale molto antico, in cui i vecchi riti pagani derivati dall’antica Grecia sono stati sostituti nel tempo da cerimonie a carattere prettamente “spirituale”».
Il docente ha messo in risalto come questo “continuum” tra paganesimo e spiritualità sia stato garantito nei secoli bui dalla presenza sull’isola di figure e congregazioni religiose sconosciute ai più.
«Frugando tra gli archivi vescovili, adesso, sappiamo con certezza della presenza, in piena Controriforma, di ordini religiosi definiti “eretici” nella sperduta isola del basso Tirreno.
Salina, essendo molto isolata, ha continuato a dare rifugio ai perseguitati (vedi il monaco calabrese che diede origine al culto di S. Onofrio a Pollara) e quindi perpetuato certi rituali. Uno di questi ordini» ha svelato in anteprima Campanaccio «era quello fondato dal cosiddetto Monaco sordo. Si trattava di un personaggio proveniente presumibilmente dall’Anatolia e secondo i documenti presentava una eccellente prestanza fisica, dote necessaria per vivere in quell’epoca arcaica. Molto scuro di carnagione, era difficile persino riconoscere la sua presenza al buio. Il monaco sordo viveva solitario nelle vallate che portano a Valdichiesa; a causa della sua menomazione e dell’aspetto poco rassicurante, fu sempre evitato dalle popolazioni locali.
Le testimonianze raccolte parlano dell’abitudine che aveva di salire sugli alberi e sui tetti delle abitazioni rurali, da dove iniziava prediche sconnesse soprattutto all’indirizzo delle donne, viste come viatico del peccato.
Le voci di protesta di tutti i Fedeli, ormai impediti al culto tradizionale, giunsero alla Sacra Romana Chiesa, che inviò immediatamente dei propri emissari, fece sciogliere l’ordine e provvide a far insediare un gruppo di pie donne che si occupasse degli anziani e dei diseredati».

Malfa: presentata la relazione sui disservizi idrici.

Presentata la relazione sui disservizi idrici nel comune di Malfa.
La Commissione era stata incaricata di scoprire il motivo per cui ad alcune utenze l’acqua arriva normalmente mentre ad altre, poste anche a pochi metri, i rubinetti rimangono a secco.
Il gruppo di lavoro nella sue conclusioni ha evidenziato come le difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento all’utenza sono dovute essenzialmente a due fattori: la prima è legata alla formazione di bolle d’aria all’interno dei tubi; la seconda ai differenti diametri dei tubi di allaccio.
In particolare è stato evidenziato che l’attuale assetto idrico, come concezione, si richiama ai principi degli antichi acquedotti romani risalenti a circa venti secoli fa.
L’acqua pompata e raccolta in grossi invasi, posti a monte dell’abitato, viene immessa nei tubi per caduta a seguito dell’apertura di opportune saracinesche.
I tubi collegati a questi invasi sono ancora disposti a “pectinis” (pettine), ma anticamente tutti i dentelli di questo "pettine" erano delle stesse dimensioni e dunque il quantitativo d’acqua era sostanzialmente uguale per tutti.
La Commissione ha accertato che le bolle si formano nel momento in cui l’acqua, percorrendo il tubo, spinge in avanti l’aria, che forma un vero e proprio tappo. Quest’ultimo elemento va ad otturare l’ingresso degli allacci.
A questo si aggiunge che l’allaccio provvisto di un tubo più grande assorbe la quasi totalità dell’acqua, mentre gli allacci seguenti (come evidenziato nel grafico) hanno a disposizione meno pressione e meno portata.
Se il tubo è molto grande la bolla passa ma può diventare pericolosa, in quanto, dovendo poi fuoriuscire, può creare dei pericolosi soffioni.
Il fenomeno è stato osservato, in particolare, in allacci collegati a piscine o a grosse cisterne, dove le bolle al momento della fuoriuscita hanno formato delle vere e proprie campane d’acqua.
Le soluzioni proposte non sono semplici, in quanto occorrerebbe rivedere l’intero impianto idrico; anche perché, nel caso tutta l’utenza aumentasse il diametro dei tubi, pur risolvendo, probabilmente, il problema delle bolle d’aria, si rischierebbero pesanti conseguenze sul consumo e anche sulla sicurezza degli utenti.
Immaginate infatti di far fuoriuscire una bolla d’aria di quelle dimensioni da un rubinetto di cucina o da uno scarico del bagno.
La relazione, che è costata due anni di lavoro, ha avuto comunque il pregio di fare finalmente piena luce su questo fenomeno, che specialmente nel periodo estivo crea gravi disagi sia all’utenza domestica che a quella commerciale.