mercoledì 30 settembre 2009

Salina: apre i battenti il “Centro sociale”


Il “welfare” diventa anch’esso patrimonio del lessico eoliano. Poco importa che non se ne conosca il significato.
Nell’ambito del Piano di Zona della prima triennalità, il Distretto socio-sanitario 25 formato dai quattro comuni eoliani, ha infatti programmato una serie di iniziative finalizzate all’integrazione dei servizi sociali e per la realizzazione di un sistema di welfare atto a migliorare la qualità di vita della comunità.
Una delle prime iniziative è stata la realizzazione di un centro sociale nell’isola di Salina, avviato a maggio. Dopo attente riflessioni e ponderazioni, è stata individuata come struttura consona allo scopo l’ex scuola materna ed elementare di Lingua, splendida e splendente frazione di S. Marina.
Ci si è infatti accorti che sul territorio sono presenti soggetti sovversivi per natura, che disattendono chiaramente lo spirito del progetto che le Eolie si sono preposte di sviluppare e cioè l’omologazione omogeneizzata del pensiero.
Creare un centro sociale, per inserire queste persone di ogni età e poi re-immetterle nella società civile, risulta essere un ottimo piano per migliorare il benessere collettivo e raggiungere gli obiettivi di cui sopra..
Ecco quindi che per portare avanti la struttura ci si avvale della collaborazione di operatori qualificati, tra cui uno psicologo, un assistente sociale, un educatore ed un animatore.Le iniziative prevedono, tra l’altro, attività di sostegno scolastico sviluppato per individui di tutte le età, attività sportive e socio-ricreative.
Dovendo costruire dei nuovi modelli inter-personali, si ritornerà ai più elementari rudimenti educativi. Gli incontri, infatti, prevedono attività “manuali”, da praticare prima da soli e poi da sviluppare in giochi di gruppo, dando così la possibilità di esprimere la propria creatività, confrontarsi con gli altri ed imparare divertendosi.
Una volta aperte le porte della vita quotidiana, gli ospiti del centro sociale salinese potranno rendere testimonianza a tutta la comunità del loro effettivo cambiamento.
La struttura tesa al miglioramento del welfare, a quel punto, potrà avvalersi di queste persone, finalmente allineate al modello pensato in partenza, per la trasmissione di esperienze e competenze alle nuove generazioni.

giovedì 24 settembre 2009

L’analisi: disagio giovanile e carenze motivazionali.

Il disagio giovanile è un fenomeno ormai generalizzato in tutte le aree sviluppate del nostro pianeta e non risparmia nemmeno posti in apparenza non così fortemente aggrediti dal benessere come l’arcipelago delle Eolie.
La questione fino ad oggi è stata quasi sempre affrontata mettendo in risalto come la mancanza di una politica sociale da parte delle amministrazioni, la mancanza di iniziative, di figure riferimento, costringa questi ragazzi all’ozio ed alla noia sfogata in passeggiate sul corso o in attività poco produttive.
In poche parole si attribuisce ad una causa terza, una forza potente quanto misteriosa, la responsabilità oggettiva che impedisce la costruzione di un futuro di successo ai nostri giovani.
Tuttavia, forse, è arrivato il momento di rivoltare l’analisi e chiedere loro di trasformare generiche richieste di iniziative e confuse prospettive in obiettivi chiari, concreti e soprattutto far capire il legame esistente tra convinzione e risultati.
Occorrerebbe motivare e spingere i giovani che vivono in queste terre di confine (dove i problemi nascono ad ogni piè sospinto) a trasformare questi momenti di difficoltà in opportunità.
Oggi succede proprio il contrario: se una cosa va storta ci si ferma ad imprecare, cercando il colpevole, non capendo che in ultima analisi i “colpevoli” sono loro che non riescono a sprigionare il potere che risiede in loro stessi.
Lo stesso ragionamento si applica alla politica; questi giovani si sentono vittime di una voluta e programmata assenza di progettualità che li renderebbero più facilmente ricattabili e pronti ad essere fagocitati all’interno di questo perverso sistema.
Ma proviamo a chiedere loro qual è il tipo di esistenza che intendono condurre? Cosa sarebbero disposti a sacrificare per realizzare le loro passioni e le loro aspirazioni? Perché se questo sistema non va bene, basta solo sprigionare il potere che risiede in ognuno di loro per cambiare questa situazione.
Ultimo esempio è la posizione di chi “coltiva il proprio orticello cercando di non pestare i piedi all’altro”, posizione negativa ed egoistica che tanti danni continua a produrre. Occorre far capire che questo atteggiamento non è un rimedio, bensì un male che impedisce di costruire relazioni durature con tutti e diminuisce la capacità di gestire le diverse opinioni con pacatezza.
Per migliorare anche questo aspetto non occorre aspettare grandi sconvolgimenti politici o l’avvento di figure provvidenziali, basterebbe solo sprigionare il potere che risiede in ognuno di loro per realizzare questi obiettivi.

mercoledì 23 settembre 2009

Salina: Al via il Salina DocFest.

La rassegna internazionale cinematografica del SalinaDocFest è giunta alla terza edizione ed è già operativa da un paio di giorni.
Contrastanti le reazioni della gente. C’è soprattutto chi accusa le amministrazioni di prestare esclusivamente attenzione ad avvenimenti fini a sé stessi invece di concentrarsi sui problemi veri delle comunità isolane.
Ma è fuori da ogni dubbio che Salina torni alla ribalta dei vari mass-media e degli addetti ai lavori, diventando per una settimana la capitale mondiale del documentario narrativo.
Una campagna di informazione che fa da gran cassa ad un turismo settembrino, il quale, a sua volta, si spera possa incrementare la quantità e la qualità delle presenze umane sull’isola.
Per capire meglio la natura di questo evento abbiamo avvicinato il critico cinematografico Nino Panzuto, che sarà uno dei testimonial d’eccezione nella votazione finale.

Signor Panzuto, vuole spiegare in due parole il leit-motiv della manifestazione?
«Credo che il messaggio sia chiaro: dare voce agli “invisibili” e queste splendide isole si prestano meravigliosamente a lanciare questo grido disperato.
In realtà attraverso il documentario si vogliono gemellare gli “invisibili” di tutto il mondo. Il tutto coniugando sapientemente il glamour che spesso accompagna queste manifestazioni con le crude immagini di grigie periferie che lasciano scoprire il male che si annida in queste aree urbane degradate.
È chiaro che le tematiche proposte non sono di facile assimilazione e dunque ecco spiegata la difficoltà di rendere partecipi tutti.

Sarebbe quindi questo il motivo della scarsa pubblicità dell’evento e della continua realizzazione all’ultimo momento?
«Praticamente, sì. Sarebbe uno sfacelo se partecipassero anche le frange più “popolari”, si sovvertirebbe quell’equilibrio che una certa politica sta faticosamente costruendo. A Salina come nel resto d’Italia. Il festival del cinema e del documentario è uno strumento che non fa eccezione. Anzi».

Un suo giudizio critico sulla scelta dei documenti visivi.
«Mah, purtroppo non siamo ancora scevri da censure. Molti film sono stati esclusi perché si teme di turbare o la sensibilità politica o il comune senso del pudore.
Bisognerebbe superare questa fase di stallo, perché esistono tanti documentari che andrebbero visionati. Penso alla filmografia inedita sull’eros italiano, dal secondo dopoguerra ad oggi, che ancora sopravvive in un sottobosco conosciuto esclusivamente dagli appassionati del genere.
Penso al Brasile, con cui il SalinaDocFest è gemellato e con il quale ogni anno c’è uno scambio di film… Quanti di voi sapevano che a San Paolo era stato girato un film-choc dalle profonde implicazioni economico sociali come Fave e favelas? Nessuno, infatti».

Un pronostico sul possibile vincitore?
«Niente pronostici. Ci sentiremo la sera della premiazione.
Una cosa però posso dirla: non è detto che vinca sempre il migliore».

martedì 22 settembre 2009

Cantaro-cultura: Il duro prezzo dell’Arte.

Il fantasioso Comune di Malfa si distingue ancora una volta per le sue iniziative culturali.
Una stagione di intrattenimento a lunga scadenza, potremmo dire, dove la Biblioteca fa la parte del leone con un programma fitto anche durante il periodo di bassa stagione.
Stavolta è stato il turno di una seduta di “teatro sperimentale”, dove cioè gli spettatori sperimentano sulla propria pelle cosa realmente siano le rappresentazioni d’avanguardia!
Ciò che deve essere messo sulla scena deve scavare dentro lo spettatore, lo deve costringere ad interrogarsi, lo deve rivoltare come un calzino all’interno di una cornice drammatica, dove il mescolarsi delle emozioni è tale che il pubblico non sa se piangere o mettersi a ridere.
L’ “Otello” di Shakespeare, così, è diventato stavolta oggetto di una surreale e sulfurea trasposizione artistica che, forse, nemmeno il suo autore avrebbe potuto concepire!
Insomma, questo è il vero teatro dell’anima e dunque è impensabile potere accettare (nel caso remoto che ciò accadesse) la presenza di quelle folle imponenti che si accalcano per delle semplici e culturalmente volgari commedie farsesche.
Di qui la scelta di riservare questa esperienza sensoriale ad un esiguo (quasi a sfiorare l’avvilimento) numero di fortunati spettatori.
Tutti i potenziali fruitori del prodotto sono prima stati contatta a domicilio e poi annotati su un apposito registro. Per eventuali fuori lista bisognava richiedere un permesso speciale almeno due ore prima dello spettacolo e controfirmare all’entrata una dichiarazione in cui si sollevavano gli organizzatori da eventuali effetti collaterali.
L’iniziativa ha riscosso il meritato successo, tant’è vero che sulla soglia della Bibilioteca comunale è stato esposto un eloquente biglietto con su scritto: “Siamo esauriti, si prega di non insistere!”.
Un evento che sicuramente farà riflettere in molti, soprattutto i giovani che spesso sono distratti da banalità. Questa arte, non è per tutti!

lunedì 21 settembre 2009

L’analisi del prof. Tigna: Salina, gli equilibri scricchiolano.

Il prof. Alfio Tigna, esperto di geopolitica, è tornato a Salina per la vendemmia. Ospite nella splendida villa del Duca Alfredo Nuciddara di ‘Ramignazzi, lo abbiamo incontrato per fare il punto sulla situazione dell’Arcipelago.

Dunque professore, passata la buriana estiva i nostri politici tornano ad occuparsi a tempo piena dell’agenda politica. Cosa possiamo dire?
«Possiamo dire che tutto in apparenza sembra fermo, ma appena sotto la superficie le tensioni, ampiamente previste con l’elezione del sindaco Gullo, si fanno di giorno in giorno sempre più forti.
E’ chiaro che gli equilibri precedenti alla sua elezione sono ormai superati e dunque credo che il Sindaco di Leni sia avviato a proporsi sempre più come interlocutore privilegiato dell’isola e, in prospettiva, dell’arcipelago.
Probabilmente cercherà di dettare l’agenda politica dei prossimi mesi, anche perché di carne al fuoco c’e ne molta».

Pensa che ci saranno rotture clamorose?
«Mah, rottura è una parola grossa; certamente occorrerà molta diplomazia per non lasciare che queste tensioni esplodano. Alcuni comuni in questo senso sono particolarmente esposti. Penso al Comune di Malfa, che credo a breve dovrà abbandonare la tanto cara politica dei due forni. Dovrà necessariamente sceglierne uno e questo non sarà indolore.
Anche perché la precedente linea dell’unità d’intenti si è mostrata timida e molto paludata quando si trattava di affrontare e condurre battaglie politiche serie. Insomma, il compromesso e la promesse di soddisfare le richieste minime erano considerati un successo e su queste basi l’unione reggeva.
Basti pensare a come è stata gestita la telenovela dei trasporti lo scorso gennaio ed i roboanti annunci di vittoria. Poi sappiamo come è andata a finire».

Il progetto la convince?
«Le rispondo con un altro quesito: il progetto di mirare al bersaglio grosso, perché di questo si tratta, ridimensionando l’influenza dell’isola madre, può rappresentare un vantaggio per Salina e di riflesso per l’intero arcipelago?
Diciamo che in linea di principio l’idea di ridiscutere gli equilibri eoliani è interessante, ma non vedo molta convergenza di interessi nell’isola e sopratutto non c’è una classe politica in grado di realizzarlo.
Per usare una metafora adatta al periodo, penso che per quanto si possa spremere il vino prodotto, non possa essere buono come quello che si ricava dalle uve di questi splendidi vigneti».

venerdì 18 settembre 2009

I° Trofeo “Mi sono differenziato di più”: clamorose sorprese.



L’avevamo detto a maggio è così è stato: il mese di agosto ha sconvolto la classifica del I° trofeo “ Mi sono differenziato di più”, la gara ecologica promossa dall’ATO 5 che a fine anno premierà il Comune che più si è distinto nella raccolta differenziata.
Dalle prime indiscrezioni il Comune di S. Marina, che con Malfa guidava la classifica, è rimasto solo in testa. Ma, udite udite, il comune di Leni con una performance che ha dell’incredibile ha superato il Comune di Malfa facendolo precipitare al terzo posto braccato anche dal fanalino di coda, il Comune di Lipari.
Dati clamorosi, che avranno strascichi in sede amministrativa. Il sospetto è che non tutta la differenziata di Leni e S. Marina sia “monnezza del proprio sacco”.
Il Comune di Malfa, infatti, è intenzionato a chiedere un’accurata “autopsia” sui resti differenziati per avere la certezza che, parte della differenziata del Comune, non sia finita per errore in altri scarrabili.
L’operazione non è semplice, in quanto occorrerebbe individuare dei resti di differenziata prodotti solo nel Comune di Malfa.
Fonti solitamente bene informate fanno intendere che l’asso nella manica potrebbero essere delle bottiglie di champagne Perrier Jouet Belle Epoque, recentemente usate in un matrimonio vip e che sarebbero misteriosamente finite nel contenitore sbagliato.
Certo è che se ciò fosse accertato, al di là “di ogni ragionevole dubbio”, si configurerebbe la violazione dei principi di lealtà, probità e rettitudine previsti dall’art.1 del regolamento riguardo ai doveri di conferimento etico dei rifiuti.
La sanzione, nel caso specifico, prevede il declassamento all’ultimo posto della classifica.
Al momento non si registrano reazioni ufficiali ma la tensione è molto alta, in considerazione della posta in palio che per i Comuni risultati poco virtuosi potrebbe portare ad un ulteriore aumento della tassa sui rifiuti.

giovedì 17 settembre 2009

Trasporti: scirocco e “malanove”.

Uno scenario di ordinaria amministrazione… politica, si sarebbe potuto dire ieri pomeriggio sul porto di Milazzo.
Come è accaduto tante altre volte, il popolo eoliano stava immeritatamente rimanendo confinato in terra milazzese, causa avversità meteo-marine.
Ma stavolta la folla, invero particolarmente numerosa, ha fatto sentire la propria voce.
L’etnia liparota, da sempre portata alla protesta appariscente e poco incline ad essere passivamente domata, ha preso d’assalto le agenzie e minacciato l’incolumità dei relativi impiegati. Quest’ultimi hanno calato le saracinesche e si sono asserragliati dentro, presi d’assedio.
La massa vociante, nonostante avesse finalmente scelto di togliersi il bavaglio, appariva comunque allo sbando, incapace di intraprendere un cammino fattivo, priva com’era della guida di un leader degno di chiamarsi tale.
Quando ormai tutto pareva perduto e l’intera zona portuale si rassegnava ad essere messa ferro e fuoco da una bolgia frustrata, ecco verificarsi il miracolo!
Si ferma un auto ed il conducente che posa il piede a terra, appena sceso, sente: «Sindaco, sindaco di Leni! Ci aiuti Lei!».
Immediatamente, con le lacrime agli occhi, uomini donne e bambini inviperiti si sono placati ed hanno visto la Luce. La gente di Lipari si è letteralmente buttata tra le braccia rassicuranti di quell’uomo, nonostante fosse il capo politico di un’altra terra (da loro invero poco considerata) delle Eolie e nonostante si trattasse della stessa gente che un tempo ne aveva rifiutato la Parola.
Il sindaco, come si suol dire, non si è fatto pregare. Portato simbolicamente in spalla, come in una processione, il nuovo leader si è messo alla testa dei Fedeli ed ha indicato loro la via da seguire affinché potessero far ritorno a casa.
I dispersi, come se si trovassero in terra straniera di Babilonia, ben sapevano che non avrebbero potuto camminare sulle acque come il loro Maestro, così attendevano di vedere aprirsi il mare del canale di Milazzo, marciando nella gloria verso le isole.
Ma Lui ha tentato un miracolo ancora più grande: convincere i comandanti a far partire gli aliscafi! Ma nonostante il Suo intervento i perfidi refoli dello scirocco portavano via le ultime speranze di partenza.
Poi, inattesa, alle ore 21 è salpata l’oscura “nave di mezzanotte”. Oltre quattro ore di silenzioso calvario, durante il quale i disperati delle Eolie meditavano e riconoscevano i propri peccati.
Sani e salvi a casa finalmente, sotto le burrasche impietose. «Una vittoria di Pirro, ha mormorato qualche scettico. «Colui che dovrebbe guidarci tutti» hanno detto a voce alta molti credenti, mandando pubblicamente a strabenedire i falsi idoli che li governano.
Un altro stimolante dibattito su cui discutere.

mercoledì 16 settembre 2009

Eolie: Settembre poi verrà….bilancio di fine estate.

Si chiudono gli ultimi ombrelloni su un’estate iniziata tardi e finita presto.
E’ tempo di bilanci ed il termometro segna meno 30%. Una temperatura che raffredda gli entusiasmi di chi diceva che la crisi era solo un’invenzione mediatica e che bastava guardarsi attorno per capire che i soldi ci sono comunque.
Con gli ombrelloni si chiudono anche i rutilanti programmi estivi, iniziative che hanno dispensato a piene mani, cultura, libri, percorsi sonori e sonore fregature.
Ora occorre riprendersi dalla sbornia estiva ed amministratori, giornalisti del web e della carta stampata si concentrano sull’incipiente autunno ed il successivo inverno.
Settembre è il momento della riflessione, dunque largo ai classici quesiti di fine estate.
Cosa non ha funzionato? C’è stato un calo delle presenze o solo di quelle “belle”? E’ più dannoso il turismo “mordi e fuggi" o quello “spennali e mannali”? E' meglio concentrare gli arrivi in un aeroporto con le coincidenze o farne uno direttamente alle Eolie senza coincidenze?
L’eoliano si interroga, s’arrovella sui rimedi a questa precoce fine dell’estate, magari invidia le altre località turistiche nei cui confronti si sente penalizzato.
Gira, insomma, attorno al problema e comincia ad aver paura che con questi chiari di luna la temperatura possa scendere ulteriormente.
I politici, che guarda caso in tante situazioni sono anche imprenditori e dunque parte in causa, dicono che tutto sommato, nella misura in cui, con le dovute eccezioni e tenendo presente la crisi, non si poteva fare di più. Tradotto: sono moderatamente soddisfatti della parte privata della loro attività pubblica.
I giornalisti, in questi casi si sa, interpretando il pensiero dominante decantano lo scenario eolico, la qualità delle iniziative e degli spettacoli, i tramonti e la cucina del patron di turno. Tradotto anche questo: cercano di esaltare ogni cosa viene bene alla pubblicità del prodotto e per carità di patria minimizzano disservizi e disorganizzazione.
Come recita un vecchio proverbio: “In mancanza di cavalli, anche gli asini trottano”.
Sullo sfondo, ma proprio sullo sfondo, in questo simpatico gioco delle parti restano i problemi, quelli veri, quelli cronicamente insoluti. Ma questi dobbiamo riservarceli per l’inverno, altrimenti di cosa parleremo nelle lunghe ed uggiose giornate invernali?

lunedì 14 settembre 2009

Tutta la verità sul matrimonio del 12/09.

Degli uomini vestiti con abiti scuri si aggiravano sul porto di S. Marina. Mentre parlavano continuamente a voce bassissima ai telefonini, coprivano la bocca per non far leggere il labiale.

Il nervosismo era palpabile.

Come avevamo anticipato sabato scorso, poco prima del verificarsi degli eventi, un matrimonio degno di una pellicola hollywoodiana stava per essere celebrato in un’ignota località del Comune di Malfa. L’avvenimento era talmente importante che si sarebbero scomodate altissime cariche politiche nazionali.

Così è stato. Per una volta, chi ci amministra ha mantenuto la parola data. Ci dovevano essere e ci sono stati. Quanto meno per godersi l’abbondante ricevimento.

Comprensibile quindi la tensione della security presente all’imbarco del sempre efficiente ed industrioso Comune di S. Marina.

Si temevano orde di giornalisti, paparazzi ed elettori inferociti… Per questo, tutto era stato tenuto nel più assoluto silenzio.

L’organizzazione preventiva è stata tale che non si è presentato nessuno all’arrivo di questi politici. Una dimostrazione del grande gradimento popolare.

Ma mentre su una scacchiera si giocavano queste strategie, dall’altro lato venivano mosse delle corde che sicuramente avranno pesanti ripercussioni all’interno del Comune di Malfa.

Il Presidente del Consiglio malfitano, come forse alcuni sanno, è anche il Direttore della filiale isolana di Banca Nuova.

Esatto, si tratta della medesima persona rimasta intrappolata durante il re-allestimento dei locali in cui si effettuano le operazioni bancarie!

Pare che il trauma sia stato tanto forte da averlo portato a rivedere la propria identità e le relative cariche sociali, alternando fasi di onnipotenza ad altre di smarrimento spirituale.

Ha talmente insistito per celebrare questo matrimonio, che il Sindaco di Malfa ha accettato di farsi da parte.

Chi non era invitato non poteva varcare lo sbarramento dei vari body guard, ma c’è chi giura di aver visto il Presidente/Direttore presentarsi alla cerimonia indossando una tonaca e contemporaneamente la fascia tricolore.

Gli invitati e gli sposi hanno fatto finta di niente per non creare ulteriori tensioni, ma il Presidente del Senato, una volta terminata la funzione, è andato immediatamente via in elicottero.

Subito dopo, i Carabinieri hanno scortato l’officiante in chiaro stato confusionale.

Nonostante tutto, un altro degno biglietto da visita per Salina!




sabato 12 settembre 2009

Salina, ore 18: tutta la verità!

Già nel tardo pomeriggio di ieri si erano intensificati i viaggi degli elicotteri privati nei cieli di Salina.

Nelle prime ore di questa mattinata, nella massima segretezza, l’isola è stata poi letteralmente “blindata” dalle Forze dell’Ordine. Una presenza tanto imponente da far temere qualche oscura azione si sicurezza nazionale.

Dietro tali grandi manovre, invece, pare che ci sia una cerimonia nuziale. Ma non un matrimonio qualsiasi, bensì uno di quelli capaci di smuovere le più alte cariche governative.

Se il Cavaliere nazionale si è trovato impossibilitato a venire a Salina per le note vicende politiche che richiedono una sua presenza costante, coloro che occupano le sfere immediatamente inferiori pare non si siano fatti pregare più di tanto.

Ma chi saranno gli sposi? Chi saranno questi invitati così importanti? Dove si celebrerà esattamente e con quali modalità la cerimonia? Chi vi officerà? E soprattutto, cosa comporterà tutto questo nel nuovo scenario collettivo italiano?

L’unica cosa certa è che si assisterà ad uno di quegli eventi che i comuni cittadini hanno potuto apprezzare solo nelle vecchie pellicole cinematografiche americane, dove i registi erano mostri sacri come Francis Ford Coppola e vi recitavano attori del calibro di Marlon Brando o Al Pacino.

Bisognerà attendere le ore 18 di oggi pomeriggio (questa l’ora “X” in cui si svolgerà il matrimonio, comunicata ai nostri informatori) per potersi fare un quadro completo e finalmente chiarificatore.

Una cosa è certa: il ritorno di immagine per Salina sarà devastante. Nel bene e/o nel male.

mercoledì 9 settembre 2009

L’Unesco che unisce.

L’inserimento delle Dolomiti e quella dell’arcipelago delle Eolie nella lista dell’Unesco fa nascere una grande suggestione di unitarietà del nostro amato paese.
Parafrasando un vecchio adagio, potremmo dire che l’Italia è un museo all’aria aperta: “Dalle Dolomiti alle Isole Eolie, dallo Stelvio allo Stromboli”.
Il riconoscimento dell’Unesco alle Dolomiti e alle Isole Eolie è il miglior modo per dire: “Nessuno tocchi quei luoghi”, che meritano di essere protetti al di là ogni ragionevole sviluppo.
Le Tre Cime di Lavaredo, come il Monte Rosa o una delle sette sorelle del Tirreno, sono come dei dipinti che vanno maneggiati con cura e tenuti alla giusta temperatura, per non far perdere nessuna delle qualità che le hanno rese patrimonio dell’Umanità.
Ed allora occorre una politica di cementificazione a misura d’uomo, piani edilizi che sappiano coniugare speculazione e conservazione, rispettando sempre la vocazione dei luoghi.
Inaugurare una vera politica del condono edilizio che permetta, in cambio della sanatoria dell’immobile, il ripristino dei luoghi occupati selvaggiamente da obbrobriose costruzioni.
Stesso discorso vale anche per gli scarichi, che talvolta provocano quella fastidiosa schiumetta sotto costa o in prossimità dei porti: è arrivata l’ora di consentire solo quelli per le acque bianche certificate dall’uso di detersivi biologici, mentre bisogna vietare espressamente gli scarichi per le acque nere o marroni.
Anche così si aiuta il turismo, non basta ormai dire: “ Non si tocca nulla” oppure “Campiamo di rendita”; occorre investire e valorizzare le nostre bellezze, tenendo sempre presente che per vedere questo spettacolo della natura la gente è disposta a fare sacrifici e forse anche a turarsi il naso.

lunedì 7 settembre 2009

Regione Sicilia: arrivano i "Piani di interpretazione" per le Eolie.

È notizia recente che la Regione siciliana si sia dotata dei “Piani di interpretazione”, cioè strumenti programmatici per gestire in modo sistemico le 32 riserve dell’Azienda Foreste demaniali dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste.

Questi particolari piani dovrebbero migliorare la fruizione dell’immenso patrimonio naturale regionale.

Le direttive sono state emanate direttamente dalla Comunità europea, i cui vertici non vogliono correre alcun rischio. Proprio per questo è stato inviato sul posto un esperto internazionale come il naturologo polacco Andrey Peibosky, che da alcuni anni ha lasciato la cattedra universitaria di Varsavia per svolgere incarichi di sorveglianza nelle maggiori aree di sviluppo europee.

«Il concetto europeo che sta alla base dei “Piani di interpretazione” ben si amalgama con le attitudini meridionali ed in particolar modo eoliane» ha detto ai nostri microfoni il sorvegliante. «Il turista che ad esempio si reca nella Riserva di Salina, luogo che non ha paragoni nemmeno in Polonia, sarà per l’appunto libero di “interpretare” il percorso da seguire a modo proprio. Ci saranno inizialmente dei cartelli con delle illustrazioni che diranno: “Voi siete qui. Presumibilmente dovete arrivare lì. Le strade potenzialmente da usufruire sono queste qui”. Dopo di ciò, i visitatori saranno liberi di creare il proprio percorso alternativo».

Scusi, ma questo in cosa si differenzia dallo stato di approssimazione in cui giace attualmente la Riserva?

«Dovete tener conto che in abito comunitario si dà molta importanza ai valori tradizionali ed etnici di un determinato territorio, valorizzandone le peculiarità e quindi facendole fruttare anche economicamente. La gestione ottimale sta nel portare avanti le tradizioni a volte secolari, rendendole però organiche in un piano omogeneo. Quindi, determinati metodi, verranno estesi all’intera Sicilia. Si parlerà di vero arricchimento, anche culturale, quando i visitatori avranno assimilato l’intero territorio avendolo vissuto in prima persona, senza sovrastrutture calate dall’alto».

Cosa propone, allora, oltre alla fruizione individuale della Riserva?

«Sarebbe bene creare delle piccole aree di ristoro seminascoste, da scoprire come in una sorta di caccia al tesoro. Una volta conquistate col sudore della fronte, la gente potrà gustare i sapori tipici di ciascuna zona, cucinandosi da sola i prodotti locali. L’Europa conta sull’educazione sociale delle persone e quindi non è previsto un capitolo di spesa per stipendiare un personale che pulisca e metta ordine. Dobbiamo essere i primi a trasmettere fiducia. Il programma sostenibile è ampiamente descritto sul sito del INSA (Istituto Nazionale Spapiati Associati). Come ha detto un vostro amministratore ai propri vigili: “Se anche farete una sola multa, avrete fallito nel vostro lavoro”. Un lavoro di prevenzione ed educazione, appunto. La filosofia che sta alla base di questa nuova Comunità europea e che sicuramente è stata già da tutti recepita».

mercoledì 2 settembre 2009

Malfa – Sagra del Totano: la parola agli esperti.

Anche quest’anno, la “Sagra del Totano” ha registrato il tutto esaurito.

L’isola si è svuotata in ogni sua parte, per concentrarsi nel fantasioso centro di Malfa.

Erano presenti in incognito persino le più alte rappresentanze politiche degli altri due comuni.

L’evento è stato coordinato nei minimi dettagli. Sono stati creati infatti diversi stand, per essere aperti solo uno per volta. In questa maniera gli organizzatori hanno fatto in modo che non ci fossero inutili dispersioni e che di volta in volta la folla si concentrasse in un unico punto, senza transenne che ne potessero in alcun modo limitarne la circolazione.

Un ennesimo esempio di democratica libertà.

Ma l’attesa era proprio per il totano, il protagonista principe di questa ricorrenza. Qualcuno ha persino malignato che quelli di quest’anno fossero stati pescati nell’arcipelago delle Cicladi (Grecia) o addirittura nei pressi dei Dardanelli (Turchia). Nulla di più falso. Ogni totano presentava un marchio D.O.C. che testimoniava la sua appartenenza eoliana.

Poco tempo fa c’eravamo occupati degli studi effettuati dalla Facoltà di Messina su questo alimento isolano, soprattutto in vista delle ingenti somme stanziate dalle Amministrazioni per tali studi. Da allora, la gente si è sempre più interessata alle proprietà del totano eoliano

In quell’occasione avevamo intervistato il prof. Ettore Paranza, esperto di ittiologia comparata, col quale avevamo sviscerato anche le parti nascoste del problema.

Paranza non poteva mancare all’appuntamento del 31 agosto. Lo abbiamo avvicinato anche per conoscere le ultime notizie emerse nel convegno sul “Totano riflessivo”, creatura perfettamente inserita nella filosofia isolana.


«In realtà molte cose le avevamo anticipate già su queste pagine» ha detto l’esperto. «Casomai, in un convegno fatto più che altro per gli addetti ai lavori, si è scesi nel dettaglio tecnico».


Potrebbe essere più chiaro?

«L’ultima volta abbiamo ripetuto l’adagio popolare: “Tu sei quel che mangi”. Durante il convegno, si è spiegato come tutto ciò avvenga a livello molecolare, dandone cioè una spiegazione scientifica. Ed allora si è detto della grande incisività bio-chimica del totano eoliano come alimento, soprattutto per le donne in gravidanza, in quanto il feto cresce intrecciando il proprio DNA con quello dei cefalopodi».

Lei parlava di una precocità sessuale degli autoctoni, dovuta proprio a questi elementi.

«Infatti. L’habitat marino è profondamente mutato, la dieta del totano è diventata particolarmente ricca… Tutti elementi che vanno di pari passo con una pesca sempre più abbondante, che porta ad un’alimentazione che supera addirittura il fabbisogno giornaliero. Non facciamoci ingannare dal fatto che i totani possiedono poco colesterolo; la loro primordialità li porta ad avere una produzione testosteronica superiore a qualsiasi media animale. Ciò era emerso già dai primi studi sui loro testicoli».


E allora?

«E allora continuiamo pure a mangiare totani, gli isolani lo fanno da sempre, ma invece di mangiarcene dieci la settimana mangiamocene nove, se non addirittura otto… La precocità femminile e l’eccessiva carica inseminatoria maschile potrebbe superare la soglia di sbarramento e nessuno sa quali sarebbero i risultati finali. Magari, un repentino rivolgimento degli equilibri sociali. Il problema è che ancora non siamo pronti per una rivoluzione simile. Piuttosto sfruttiamoli pure come nicchia di mercato per la ristorazione. Dati alla mano, le entrate in percentuale risultano molto positive».

Quindi, occhio al totano!