
Finisce un’epoca per alcuni gloriosa, per altri disastrosa; certamente un pezzo della nostra storia.
Nulla sarà più come prima. Addio ai vecchi carrozzoni di stato, pozzi senza fondo che da decenni divorano i soldi del povero contribuente e largo ai nuovi salvatori della patria: i privati.
Il tavolo è pronto, preparato e imbandito con cura durante questi anni. Si aspettano solo i commensali, per dare inizio al banchetto vero e proprio.
Fra qualche mese saranno proprio loro a contendersi l’esercito dei vacanzieri disposti a tutto pur di raggiungere le mete delle loro vacanza.
Saranno loro ad offrire quel salto di qualità tanto auspicato negli anni bui dei trasporti di Stato.
Già si favoleggia di intrattenimenti speciali per i passeggeri, spettacoli a bordo delle navi, hostess amorevoli pronti ad offrire assistenza per il mal di mare: efficienza e comfort.
Anche il personale sarà costretto a scrollarsi di dosso quell’aria un po’indolente tipica dell'impiegato ormai privo di stimo per mettersi in riga e dare il meglio di sé stesso, perché il privato ci tiene, vigila, pretende ed è pronto a sbatterti fuori se non sei all’altezza.
Al tavolo ormai tutto è pronto per dividersi l’invitante spezzatino, preparato con cura certosina da mani esperte. Come dicono gli esperti della materia restano solo da risolvere alcuni dettagli.
Qualcuno, molto inopportunamente (probabilmente la solita quinta colonna infiltratasi nel meccanismo), ha posto il problema dei collegamenti con le isole minori, svolti nei periodi poco redditizi ed usualmente indicati quasi in maniera dispregiativa come “funzioni sociali”.
L’omino ha fatto presente come questo carrozzone ha garantito nel corso del tempo anche corse fuori stagione, assolutamente antieconomiche, ma fondamentali per non lasciare isolato il povero passeggero diretto ad Alicudi o ad altra sperduta destinazione.
Siamo certi che i nuovi salvatori si faranno carico anche di questo…. ma con i soldi degli altri.
Ma nessuno ha pensato di commentare i deliri d'onnipotenza dei Sua Maesta "Capo di Banchina"? Se ognuno raccontasse la propria esperienza, di certo se ne potrebbe fare un libro...
RispondiElimina("di" in luogo di "dei") [by Quello di sopra]
RispondiEliminaSiamo tutti bravi a dire che lo stato ci deve garantire la continuità territoriale, tutti bravi a metterci in mostra per fare lo sciopero di un giorno, oppure semplicemente di fare un articolo su un blog. Ma perchè, durante questo rinvio di un anno nessuno ha fatto niente di concreto? dove sono finiti gli imprenditori eoliani, aspettano per caso un altro "patto territoriale"?
RispondiEliminaSi poteva e forse si può ancora assumere il controllo di Siremar S.p.a. e farsi garantire comunque gli stanziamenti dallo stato per garantire il servizio invernale, ma nessuno è disposto (comuni e privati) ad assumersi responsabilità.
Di cosa possiamo lamentarci allora?