domenica 18 aprile 2010

Clamoroso a Lipari: declassato il "Bernabò Brea"!

Grave colpo alle autonomie del territorio eoliano.

Alcuni giorni fa, infatti, la stampa ha parlato di una rimodulazione “a perdere” degli organi periferici dell’Assessorato ai Beni Culturali, in cui si sarebbe deciso di declassare il Museo archeologico di Lipari, privandolo della sua autonomia ed affidandolo alla gestione diretta della Soprintendenza di Messina.

Un episodio che ha fatto indignare gli animi, in quanto l’intero arcipelago sembra essere stato definitivamente inserito in un’ottica che lo vorrebbe come un quartiere o una circoscrizione della città messinese.
Venendo privato, eventualmente, anche del proprio Direttore, il Museo di Lipari diverrebbe “uno tra i tanti”, vendo così trasformato, secondo la dicitura regionale, in un vero e proprio “vuoto a perdere”.

«Comprendo bene la rabbia degli isolani – ha detto Vincenzo Scalpellini, Commissario straordinario dei Musei in estinzione – ma bisogna capire che oggi il business vale più di tante buone intenzioni.

Se in passato si fossero adottati altri accorgimenti e non ci si fosse soffermati a semplici apparenze salottistiche, oggi, forse, sarebbero stati gli altri musei provinciali ad essere accorpati a quello di Lipari».

Questa la fotografia nuda e cruda del Commissario. Intanto, gli abitanti di Lipari sollecitano un intervento forte delle deputazioni regionali.

Possibile, si chiedono in tanti, che non ci sia davvero alcun margine di intervento?

«Qualcosa da fare in extremis ci sarebbe – ha risposto il Commissario, ritenuto il Guido Rossi dei musei – e consiste nell’attirare finalmente un’attenzione tale che la Regione stessa, di fronte a determinati dati d’entrata, dovrebbe per forza tornare sui suoi passi.

Innanzi tutto, abbiamo già predisposto un piano di gemellaggio straordinario con musei d’arte “alternativa”, capace quindi di attirare un target di visitatori molto più ampio. I contatti, per esempio, con il “Museo dei Vasi” (nella foto, uno dei cimeli più rappresentativi - N.d.R.) sono stati tempestivamente avviati.

E poi – ha continuato Scalpellini – è auspicabile anche una pubblicità che verta su messaggi ancora oggi universali e quindi di facile fruibilità: penso a tutta la letteratura latina sconosciuta, che parla del rapporto uomo-donna in maniera molto diretta e senza ipocriti giri di parole; mettere in scena delle rappresentazioni teatrali capaci di propugnare certi temi, in cui la sessualità viene vissuta ed ostentata liberamente, potrebbe consentire di avere un audience tale che giustifichi la creazione di un biglietto unico, comprensivo cioé dello spettacolo e della visita alla rete museale».

Ci auguriamo che queste tempestive iniziative possano salvare Lipari e tutte le Eolie da un atteggiamento assolutamente penalizzante nei confronti del territorio e delle comunità autoctone.